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Alla scoperta dell’invisibile: Scienza e Pedagogia Quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

Alla scoperta dell’invisibile: Scienza e Pedagogia Quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

Alla scoperta dell’invisibile: Scienza e Pedagogia Quantistica

L’osservazione e la comprensione del mondo naturale sono da sempre al centro delle nostre aspirazioni scientifiche, ma le nuove scoperte continuano a dimostrarci che ciò che vediamo è solo una piccola parte della realtà che ci circonda. Che cos’è dunque la scienza?


Francesca Lanza - 01/08/2024

 

Massimo Teodorani, nel suo libro Atomo e particelle elementari mette in luce come si sia giunti a riconoscere l’esistenza di una componente invisibile che costituisce una parte più che significativa della realtà.

«Fino alla prima metà del Novecento si riteneva che la quasi totalità della massa dell’universo risiedesse nelle stelle e nelle galassie in cui esse sono contenute. Bastava monitorare l’universo con i telescopi, rilevare la luce dei corpi celesti e dedurre automaticamente

che solo ciò che emette luce è dotato di massa. Poi, proprio da un’attenta analisi delle osservazioni astronomiche ci si è accorti che le cose non stanno affatto in questi termini,

al punto tale che oggigiorno abbiamo un’accurata conferma che i corpi celesti luminosi rappresentano solo il 4% della massa dell’universo».

Che ne è del restante 96%? La maggior parte di ciò che è esistente, è composto da materia ed energia oscura, invisibili ai nostri occhi.

 

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La rivoluzione di Vera Rubin

Negli anni ʼ70, l’astronoma americana Vera Rubin fece una scoperta rivoluzionaria. Studiando la rotazione delle stelle nelle galassie, Rubin osservò che le stelle più lontane dal centro delle galassie ruotavano a velocità anomale, superiori a quelle previste dalle leggi gravitazionali di Keplero e Newton.

Questa discrepanza non poteva essere spiegata se non ipotizzando l’esistenza di una massa non visibile che influenzava gravitazionalmente le stelle. Rubin estese questa osservazione agli ammassi di galassie, dimostrando che la materia visibile non era sufficiente a spiegare i fenomeni osservati. Così, la sua ricerca fornì una delle prime prove concrete dell'esistenza della materia oscura, una sostanza che non emette radiazioni elettromagnetiche e pertanto invisibile agli strumenti astronomici tradizionali ma che condiziona e influenza la manifestazione di tutto ciò che è visibile.

 

La conferma della materia oscura

L’importanza delle scoperte di Rubin è stata ulteriormente consolidata nel 2019, quando il cosmologo canadese James Peebles ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica per i suoi studi sulla Materia Oscura Fredda (Cold Dark Matter). Peebles ha dimostrato che la materia oscura è una componente dominante dell’universo, fondamentale per la formazione delle grandi strutture cosmiche, come le galassie e gli ammassi di galassie, e quindi anche per la nostra stessa esistenza.

Negli anni recenti, Peebles ha esteso le sue ricerche all’energia oscura, una forma di energia che costituisce i tre quarti dell’intera energia dell’universo e che non è né materia né radiazione. L’energia oscura, indicata con la lettera greca λ (lambda), rappresenta una delle sfide più grandi della fisica contemporanea, con centinaia di ricercatori in tutto il mondo impegnati a svelarne la natura.

 

La scienza dell’invisibile

La dimostrazione che la maggior parte dell’esistente è invisibile ha profonde implicazioni filosofiche e scientifiche. Come osservava Vittorio Marchi, l’umanità è stata per lungo tempo concentrata sull’osservazione della luce elettromagnetica e della materia ordinaria, tuttavia, la realtà osservabile è molto più vasta di quella che appare ai nostri occhi. Il nostro apparato visivo è limitato a percepire solo determinate lunghezze d’onda, lasciando il resto del cosmo nascosto.

Il fatto che la “realtà esistente” sia fatta per il 4% di massa visibile e per un sorprendente 96% di materia invisibile fa sì che non possiamo più considerare vero solo ciò che vediamo: esiste una dimensione nascosta che sfida la nostra comprensione  e  apre  nuove  frontiere  alla conoscenza umana. La scienza moderna deve trasformarsi in una scienza dell’invisibile, una scienza del risveglio capace di aprire  finestre  di  dialogo  con  quel  mondo invisibile che permea ogni cosa: l’universo  e  noi  stessi,  in  sintonia  con il principio di non dualità delle  antiche  filosofie  orientali,  che  da  sempre  ci  invitano  a  esplorare  l’infinito oltre il visibile.

 

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Oggi, dunque, non è più la religione a farci sapere che Dio è in noi, ma pochi coraggiosi scienziati che si sono occupati e si stanno occupando dell’invisibile attraverso lo studio dell’energia in termini di frequenze e campi elettromagnetici, integrandoli nella realtà umana.

 

Pedagogia quantistica

É questo il fertile terreno su cui si muove la Pedagogia Quantistica di Daniela Cristina Napoletano ( www.lascienzadelrisveglio.ti) insegnante, pedagogista, autrice tra gli altri anche di Gli Algoritmi di Elia Tropeano. Ciò che può fare la scienza, è rendersi strumento di sostegno per l’uomo nel suo quotidiano. Accostata alla pedagogia può trasformarsi in quella scienza del risveglio, scienza della coscienza di cui hanno sempre parlato gli antichi saggi, uno strumento utile per aiutarci a scoprire davvero chi siamo, imparare a guardarsi da nuove prospettive oltre quelle limitate del nostro corpo fisico.

La pedagogia quantistica è dunque un nuovo paradigma che “educa a se stessi”, ossia aiuta a riconoscere la propria natura umana e divina allo stesso tempo per orientarsi ed allinearsi ad essa nel corso della vita quotidiana. Non si limita all’insegnamento tradizionale, ma incoraggia un approccio olistico all’apprendimento che parla e dialoga con ciò che è invisibile ovvero in primis con il nostro inconscio. Questo metodo riconosce che ogni individuo è un’entità complessa, interconnessa con l’universo in modi che la scienza sta solo iniziando a comprendere. Integra i principi della fisica quantistica, come l’interconnessione e l’indeterminatezza, nel processo educativo, promuovendo la consapevolezza che le nostre percezioni e i nostri pensieri influenzano la realtà che ci circonda.

Questa forma di educazione invita a esplorare le profondità del proprio essere, riconoscendo che la conoscenza di sé è fondamentale per comprendere il mondo esterno. Attraverso pratiche come la meditazione, l’auto-riflessione e l’esplorazione creativa, ognuno di noi può imparare a vedere oltre le apparenze superficiali e a cogliere le interconnessioni tra tutte le forme di vita.

Emozioni e intuizioni diventano strumenti di conoscenza non trascurabili.

In un'epoca in cui la scienza tradizionale si è spesso concentrata esclusivamente sulla ragione e sulla logica, questa nuova prospettiva riconosce che il cuore e la mente devono lavorare insieme per una comprensione completa della realtà.

Questa nuova rivoluzione nell'approccio educativo, invita ciascuno di noi a diventare esploratore dell’invisibile, a sviluppare una comprensione profonda e integrata di se stesso e dell'universo, e a vivere in armonia con le leggi fondamentali della natura. Come la scienza dell’invisibile, la pedagogia quantistica ci spinge a guardare oltre il visibile, a scoprire le infinite possibilità che ci circondano e a vivere con maggiore consapevolezza e pienezza.

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Francesca Lanza
Staff Scienza e Conoscenza  Leggi la biografia
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