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Omeopatia: due secoli di storia

Curarsi con l'Omeopatia

Omeopatia: due secoli di storia

Curarsi con l'Omeopatia

Omeopatia: due secoli di storia

Sono trascorsi più di duecento anni da quando il medico tedesco di campagna Samuel Hahnemann scioglieva in alcool organismi vegetali, animali o minerali, tinture madri che poi diluiva con successivi passaggi in acqua. A ogni diluizione, sbatteva violentemente il flacone con un centinaio di colpi contro “una superficie rigida ma elastica, quale la coperta di pelle di un libro” . Nasceva così l’Omeopatia.


Massimo Citro - 20/12/2021

Tratto da La Scienza dell'Invisibile (Macro Edizioni, 2011).




Questi colpi, senza i quali il preparato non è rimedio omeopatico ma soltanto sostanza diluita, si chiamano succussione o dinamizzazione. Le diluizioni più adoperate sono nella proporzione 1:100 oppure 1:10, quindi: centesimale o decimale. Facciamo un esempio: si prendono le mosse da una tintura diluita all’1% in peso o in volume che, dopo la succussione, diventa la prima centesimale hahnemanniana (1CH), una parte della quale, a sua volta addizionata a 99 di acqua e succussa, diviene la seconda centesimale (2CH) e si continua così fino alla diluizione desiderata. Dalla terza centesimale la concentrazione di soluto è di poche parti per milione, quindi l’effetto farmacologico di quelle rare molecole di sostanza è zero e la soluzione è quasi interamente acqua. Dopo la dodicesima centesimale (oltre il numero di Avogadro) l’assenza di soluto è tale che della sostanza disciolta non si trova più traccia.


Le poche molecole presenti nei preparati omeopatici dopo la 3CH non sono sufficienti ad agire farmacologicamente: rimane un “ricordo” del soluto, anche se dal punto di vista chimico, i rimedi sono sempre fatti solo di acqua. È da qui che si comincia a parlare di memoria dell’acqua, termine colorito e fantasioso a significare che nella struttura dell’acqua può rimanere ricordo di qualcosa che vi era disciolto. Fenomeno osservato già nell’antico, ma mai approfondito. Fino a quel sant’uomo di Hahnemann, che provava su di sé gli effetti del chinino a diverse diluizioni per accorgersi che poteva indurre la stessa febbre che era in grado di guarire. Hahnemann aveva scoperto il principio cardine dell’omeopatia, quello del simile. Similia simillibus curentur…

E che dire di quell’altro medico “pazzo”, il dottor Hering, pioniere dell’omeopatia, inviato dall’Ordine dei Medici per dissuadere Hahnemann da simili “stregonerie”, e che invece si convertì all’omeopatia e nella jungla amazzonica si fece chiudere in una gabbia a tu per tu con il serpente più velenoso del mondo, lachesis, per studiarne gli effetti?

Buona parte della comunità scientifica ancora oggi irride l’omeopatia considerandola “acqua fresca”. È evidente anche a un bambino che, se il rimedio omeopatico consegue risultati terapeutici, non sarà certo per via di quelle poche molecole disciolte, ma per qualche altro fattore. Chimicamente il rimedio omeopatico è sempre H2O, ma si tratta di acqua diversa che, come si suol dire, ha conservato memoria, una traccia del soluto, di quanto vi era stato disciolto. Che cos’è questa benedetta memoria? Come fa a registrare qualcosa? Proprio l’acqua che è così semplice e fragile…?

Il punto è: l’acqua sarà fragile e semplice, humile et casta, ma in realtà è un potentissimo registratore naturale di frequenze. Come un nastro magnetico o un CD. Avete mai pensato che la molecola d’acqua si comporta come una calamita? Osservatela con quella sua forma a V. Al vertice l’ossigeno con polarità negativa, mentre sui due bracci sono due idrogeni di polarità positiva. Calamita.

E i miliardi di molecole d’acqua si possono combinare tra loro, sfruttando il principio di attrazione e repulsione delle cariche elettriche, a formare le più disparate situazioni. Le molecole d’acqua si attirano e respingono come bambini sulle altalene, agganciandosi tra loro, grazie ad attrazioni polari tra idrogeni da una parte e ossigeno dall’altra. Si formano i cosiddetti legami idrogeno, molto fragili e pronti a spezzarsi per riconfigurare l’intera situazione. Quella dell’acqua è una rete di molecole unite da legami idrogeno. Miriadi di microscopiche calamite collegate tra loro, questa è l’acqua. L’avevate mai pensato quando, sognanti, sospiravate al mare notturno stringendo la persona amata?

O malinconici guardando cadere la pioggia… È nei legami idrogeno la prima condizione che consente all’acqua di registrare qualcosa. Gli effetti terapeutici del rimedio omeopatico sembrano dovuti a particolari configurazioni delle molecole d’acqua. Per comprendere, è necessario spostare il pensiero dalla chimica alla fisica ed è questo a mandare in crisi.

 


Scopri La Scienza dell'Invisibile (Macro Edizioni, 2011).


Massimo Citro
Dottore in Medicina e Chirurgia, Dottore in Lettere Classiche e Specialista in Psicoterapia, Massimo Citro vive e lavora come medico a Torino.... Leggi la biografia
Dottore in Medicina e Chirurgia, Dottore in Lettere Classiche e Specialista in Psicoterapia, Massimo Citro vive e lavora come medico a Torino. Ricercatore scientifico e scopritore del TFF (Trasferimento Farmacologico Frequenziale), dirige l’Istituto di Ricerca “A. Sorti” da lui stesso fondato. Autore di saggi letterari e scientifici, come... Leggi la biografia

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