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Riprogrammare il cervello: la neuroplasticità spiegata semplice

Neuroscienze e Cervello

Riprogrammare il cervello: la neuroplasticità spiegata semplice

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Riprogrammare il cervello: la neuroplasticità spiegata semplice

C'è una buona notizia che arriva dalle neuroscienze, e non riguarda solo chi studia il cervello in laboratorio. Riguarda tutti noi. Ogni pensiero che formuliamo, ogni emozione che proviamo, ogni abitudine che ripetiamo lascia un segno nella nostra mente, e ciò significa che il cervello non è una struttura rigida e definitiva, ma un sistema in continua evoluzione.


Francesca Lanza - 18/08/2025

Come i pensieri cambiano la struttura del cervello

Siamo abituati a pensare al cervello come a un organo stabile, con caratteristiche fisse determinate alla nascita. C’è chi si sente “portato” per la matematica, chi “non è tagliato” per le lingue, chi si autodefinisce pigro o impulsivo, come se fosse una questione genetica immutabile. Ma negli ultimi decenni le neuroscienze hanno completamente ribaltato questa visione: il cervello è plastico, cioè cambia in continuazione, e può essere trasformato anche attraverso l’esperienza, l’apprendimento e persino il pensiero consapevole.

Cosa significa davvero "neuroplasticità"?

Il termine può sembrare tecnico, ma il concetto è piuttosto intuitivo: il cervello cambia fisicamente in risposta a ciò che facciamo, pensiamo e viviamo. I collegamenti tra i neuroni – chiamati sinapsi – non sono statici, possono rafforzarsi, indebolirsi, sparire o formarsene di nuovi. Questo significa che ogni esperienza lascia un'impronta, e che siamo, letteralmente, in grado di modificare la nostra mente modificando le nostre abitudini.

Un esempio classico: i tassisti di Londra, che devono memorizzare una rete stradale estremamente complessa, mostrano un ippocampo (una zona coinvolta nella memoria spaziale) più sviluppato rispetto alla media. Non sono nati così: il loro cervello si è modellato attraverso l’allenamento e l’uso intensivo della memoria.

Ma non si tratta solo di apprendere nozioni. La neuroplasticità riguarda anche il modo in cui pensiamo a noi stessi, alle emozioni che proviamo e alle reazioni che abbiamo.

Il ruolo del pensiero nel cambiare il cervello

Uno degli aspetti più affascinanti emersi dalla ricerca – e che autori come Joe Dispenza hanno portato all’attenzione del grande pubblico – è che non serve un’esperienza fisica reale per innescare un cambiamento neuronale. Anche il solo immaginare un’azione o visualizzare una situazione può produrre modifiche misurabili nell’attività cerebrale.

Esperimenti condotti su pianisti hanno mostrato che praticare mentalmente la musica attiva le stesse aree cerebrali del suonare realmente. Dopo settimane di esercizio immaginativo, il cervello di questi musicisti virtuali si era riorganizzato esattamente come quello di chi aveva toccato i tasti per davvero. Il nostro cervello non distingue, dunque, tra un esperienza vissuta e una vividamente immaginata!

Il pensiero non è solo un prodotto del cervello, ma anche uno strumento per modellarlo. In altre parole: possiamo diventare partecipi attivi della nostra evoluzione mentale.

Abitudini, emozioni e circuiti ripetitivi

Il cervello è una macchina efficiente, ma ama ripetere ciò che conosce, perché costa meno energia. Questo è il motivo per cui è così difficile uscire da certi schemi mentali: i pensieri abituali generano emozioni abituali, che rinforzano quei pensieri, creando un ciclo che si autoalimenta. È come se il cervello si auto-istruisse a restare quello che è.

La buona notizia è che questo ciclo si può interrompere. La chiave è diventare consapevoli di come pensiamo, osservare i nostri automatismi mentali e iniziare a introdurre intenzionalmente nuovi modi di interpretare la realtà.

Piccoli cambiamenti nel modo in cui reagiamo a una situazione, nel linguaggio che usiamo o nei pensieri che nutriamo quotidianamente possono portare, nel tempo, a una ristrutturazione profonda del cervello.

Possiamo davvero scegliere chi vogliamo diventare?

Questa è la domanda che tanti si fanno, e il cuore del libro Evolvi il tuo cervello di Joe Dispenza. La sua tesi è che, comprendendo i meccanismi della neuroplasticità, possiamo letteralmente riscrivere la nostra mente, cambiando pensieri, emozioni e comportamenti. Non si tratta di un’illusione new age, ma di una potenzialità che la scienza sta iniziando a confermare – almeno in parte.

Dispenza propone che il cambiamento avvenga quando smettiamo di vivere nel passato, dominati da memorie ed emozioni ripetitive, e iniziamo a proiettare nella mente un nuovo sé, coerente con ciò che vogliamo diventare. Questo approccio unisce meditazione, visualizzazione e consapevolezza in un percorso di trasformazione personale.

Comprendere la neuroplasticità significa accettare che il cambiamento è possibile, ma richiede impegno, tempo e intenzione. Non basta sapere che il cervello è plastico: bisogna imparare a usarlo in modo diverso!

Per farlo, possiamo iniziare con gesti semplici: imparare qualcosa di nuovo ogni giorno, meditare per osservare i pensieri automatici, scegliere una reazione diversa in una situazione abituale. Ogni piccolo passo rompe uno schema e apre una nuova connessione.

Siamo, in ogni momento, scultori del nostro cervello, e ora sappiamo di avere gli strumenti per trasformarlo.

Francesca Lanza


Francesca Lanza
Responsabile del coordinamento editoriale della collana Scienza e Conoscenza per Macro Edizioni, formatrice, coach a indirizzo olistico motivazionale. Leggi la biografia
Responsabile del coordinamento editoriale della collana Scienza e Conoscenza per Macro Edizioni, formatrice, coach a indirizzo olistico motivazionale. Leggi la biografia

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