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Musica per la meditazione e stati non ordinari di coscienza: frequenze binaurali e canti armonici

Consapevolezza e Spiritualità

Musica per la meditazione e stati non ordinari di coscienza: frequenze binaurali e canti armonici

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Musica per la meditazione e stati non ordinari di coscienza: frequenze binaurali e canti armonici
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Le “Binaural Beats” sono state scoperte nel 1839 dal tedesco H. W. Dove, anche se poi entrarono realmente in uso soltanto in seguito alla sperimentazione diretta sul cervello grazie al Dottor Gerald Oster al Mount Sinai School of Medicine di New York, nel 1973.


Dario Giardi - 14/12/2022

 Per capire bene cosa sono iniziamo col dire che nel cervello umano, quando è in stato di rilassamento, (ossia quando non è totalmente vigile e cosciente), sono state rilevate frequenze che vanno al di sotto dei 20 Hertz. Quando ad esempio il cervello si trova in stato Alpha (stato tipico del dormiveglia e della meditazione leggera) gli Hz nel cervello vanno da 8 a 14. Con le onde Theta invece (Fase di meditazione profonda o Sogni, fase REM), andiamo dai 4 agli 8 Hz. Mentre con le onde Delta (tipiche di chi sta dormendo profondamente) siamo sotto ai 4 Hz. 

  • Delta

da 0,5 a 4 Hz: Sonno profondo e senza sogni.

  • Theta

da 4 a 8 Hz: Meditazione profonda, Trance, sogni, fase REM.

  • Alpha

da 8 a 14 Hz: Rilassamento vigile, Meditazione leggera, dormiveglia.

  • Beta

da 14 a 39 Hz: Stato vigile e di concentrazione, (più si sale più si va verso stati di ansia).

  • Gamma

sopra i 40 Hz: Agitazione, Paura, Attività cerebrale elevata.

 

Ascoltando delle frequenze a 7 Hz faciliteremo di conseguenza il nostro cervello nel favorire la meditazione stessa e le esperienze oniriche. Il problema però è che l’orecchio umano è impossibilitato a percepire queste frequenze visto che il range udibile va dai 20 ai 20.000 Hz. Allora come meditare con una frequenza di, per esempio, 7 Hz, se in maniera naturale non possiamo sentirla? Per questo entrano in gioco le frequenze binaurali: si creano due suoni con frequenze distinte, entrambe udibili dall’orecchio umano, lasciando però fra una frequenza e l’altra un margine rappresentato proprio dalla frequenza binaurale che si vuole riprodurre. Se volessimo creare una binaurale a 7 Hz potremmo ascoltare attraverso gli auricolari un suono di 300 Hz nell’orecchio sinistro e magari 307 in quello destro. Fra 300 e 307 c’è un margine di 7 Hz. In questo modo l’orecchio percepirà entrambi i suoni (perché non sono inferiori ai 20 Hz) ma, essendo il distacco fra una frequenza e l’altra molto breve, il cervello verrà “ingannato” e sentirà proprio la frequenza che a noi serve. Le binaurali non sono altro che dei toni che riescono a essere percepiti dal cervello quando due suoni con frequenze e differenze inferiori a una certa vengono ascoltati separatamente.

I canti armonici 

Altra tecnica che utilizza i suoni per indurre stati alterati di coscienza e facilitare la meditazione, è quella dei canti armonici. È conosciuta e utilizzata da moltissime tradizioni antiche dell’Asia, dell’Europa, dell’Africa e persino del Nord e Sud America. Essi vengono detti anche Ipertonici (in inglese Overtones), per la loro capacità di consentire a una singola voce di eseguire più suoni (note) simultaneamente seguendo la progressione degli armonici. 


 

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In particolare, questi canti si focalizzano sul terzo armonico. È a questo, infatti, che viene associato un processo di profonda trasformazione, dove a una base totalmente terrena e stabile (la fondamentale/tonica o primo armonico che ritroviamo anche nel secondo armonico anche se un’ottava sopra) viene a sovrapporsi l’elemento “alto” animico e spirituale. È il terzo armonico che produce un intervallo di quinta giusta cambiando effettivamente la "qualità" del suono rispetto ai primi due armonici che si identificano ancora con la fondamentale, la tonica. Il legame fisico, grossolano, che è fortemente espresso dalla tonica, con il terzo armonico viene a spezzarsi in favore di una connessione a un qualcosa che è fuori di noi, all'esterno, ad un livello più sottile, ad una vibrazione più alta.

 

L'intervallo di quinta e la straordinaria personalità di Gustavo Rol 

L’importanza dell’intervallo di quinta è stata riconosciuta e studiata da Rudolf Steiner che nella sua opera L'essenza della musica vedeva in esso lo strumento per sperimentare un’uscita nell’universo. Ma non fu il solo…

“Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale e il calore. Ho perduto la gioia di vivere. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla”. Sicuramente una frase molto d’effetto, che permane nella curiosità di tutti gli esoterici, ma anche dei fisici. A pronunciarla fu Gustavo Rol. Sensitivo, veggente, persona riservata e sincera, uomo incredibile, fuori dal tempo, apparentemente dotato di poteri, viveva una vita riservata, sempre alla ricerca della pura conoscenza. Di lui, nel 1942, s’interesso perfino il Duce in persona che lo invito a Villa Torlonia, dove preconizzo la sconfitta nella guerra. Anche Hitler lo voleva conoscere, e invio i suoi a cercarlo con l’ordine di condurlo a Berlino. Per ben tre volte gli uomini del Duce lo nascosero e lo sottrassero alle SS. Charles De Gaulle dichiarava di sentirsi poco sicuro con Rol in giro, capace com’era di sondare nei meandri delle menti altrui e di scoprire così anche i più delicati segreti di Stato. Anche in America s’interessarono a lui. Walt Disney volle incontrarlo e Kennedy, nel suo unico viaggio in Italia da presidente, venne appositamente a Torino per conoscerlo.
Lo stesso Albert Einstein volle incontrare personalmente Gustavo Rol. Quando Rol scoprì di possedere questo straordinario potere, lo attribuì a tre elementi particolari, sui quali si concentrava per far si che la materia si muovesse nella direzione da lui voluta. I punti focali a cui si riferiva erano: il colore verde, la quinta musicale e il calore. 


 

Questo articolo è tratto dal libro Viaggio tra le note di Dario Giardi


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