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Usare l'arte come terapia

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Cinzia Lissi - 01/01/2016

 

                                                               

 







Arte e emozioni sono da sempre indissolubilmente legate.

È l’emozione a far scaturire nell’artista la scintilla della creazione dell’opera. Quest’ultima, a sua volta,  stimola l’osservatore alla presa di coscienza  del suo mondo interiore.

Ma come può l’arte essere anche terapeutica?

Per arrivare a comprendere pienamente l’art therapy bisogna prima di tutto conoscere e capire le emozioni. Dal latino “movere”, sono da sempre il motore delle nostre azioni: ci rivelano i nostri bisogni, ci motivano ad agire e a prendere iniziative.

Sono una forma di energia neutra che ci può aiutare a superare lutti, ostacoli, difenderci e raggiungere i nostri obiettivi.

Spesso però le nostre emozioni non vengono vissute nella maniera corretta. Rabbia repressa o non manifestata, lutti irrisolti, possono portare alla creazione di blocchi o ferite che nel tempo  potrebbero sfociare in malattie psichiche o psicosomatiche.

Queste  esperienze, questo  vissuto emozionale non elaborato ci  condiziona inconsciamente per  tutta la  vita. Crediamo di essere liberi di agire, quando in realtà sono le nostre paure, traumi, blocchi a “guidarci”.

Nessuno ci ha insegnato a convogliare, gestire al meglio o essere consapevoli delle nostre emozioni, nessuno ci ha dato un libretto delle istruzioni.  Dentro di noi vive un bambino ferito che attua meccanismi di difesa  coatti e inconsapevoli,  dannosi per se stesso.

L’opera artistica, può venirci in aiuto, perché costituisce un mezzo efficace di regolazione dell’attività emozionale.

Nel processo creativo, si impara ad essere più vivi e presenti, a comunicare con se stessi e con gli altri, rompere i soliti schemi, abbandonare il conosciuto e scoprire nuove prospettive.

L’attività artistica offre la possibilità di uno sviluppo più ampio della personalità e si realizza attivando risorse ed energie precedentemente bloccate. Emozioni e sensazioni sono gli strumenti per procedere verso il benessere e mantenerci in salute e gli indicatori che segnalano la strada da prendere, le scelte da fare.

Il processo creativo inizia con il lasciarsi andare così come si è: si esprimono idee, impulsi, impressioni, desideri, emozioni liberandole attraverso il mezzo artistico qualunque esso sia.

L’arte espressa non viene giudicata in quanto tale, perché la finalità non è l’estetica.

Si dà espressione e voce alla propria individualità e unicità  in un territorio neutro dove non si corre il rischio di essere criticati.  

L’artista, svelandosi, mettendo a nudo liberamente,  le proprie ansie, fobie, paure, tutto il suo mondo interiore ne diventa  maggiormente consapevole ponendosi degli obbiettivi per il raggiungimento del suo benessere.

La creazione dell’artista ha sempre radici nel proprio vissuto personale, che una volta messo a nudo può essere “investigato” e compreso.


“Questa è la risposta al  bisogno di riparazione dell’utente, necessita spesso sentita e non soddisfatta. E’ l’arte del metter a posto, del fare meglio, dell’aggiustare, del ricordo che porta lentamente alla ricostruzione della propria identità e quindi al ripristino dell’equilibrio esistenziale. “ 

(L’Arteterapia - Raffaella  Molteni – Xenia 2007 )


I primi gruppi di arte terapia nascono nel 1942 in strutture manicomiali come mezzo di sollievo a coloro che si trovano in condizioni di sofferenza psichica. Inizialmente il metodo utilizzato, è quello di una scuola dell’arte, su degenti che per lunghi periodi vivono forti stati depressivi.  Adrian Hill scopre che attraverso la proposta pittorica il loro stato migliora.


Con il passare del tempo  l’arte terapia si è evoluta permettendo di  esprimere non  solo la patologia, ma anche la propria esperienza di vita. La persona attraverso l’arte viene rappresentata dal punto di vista olistico ( da “olos”  tutto ) nella sua totalità.  L’”artista” diventa consapevole della sua problematica all’interno del proprio contesto di vita, ma allo stesso tempo diviene cosciente del proprio potenziale  e delle risorse .

L’arte serve come modello del funzionamento dell’Io: diventa una zona franca in cui è possibile esprimere e saggiare nuovi atteggiamenti e risposte emotive, anche prima che queste modificazioni abbiano luogo a livello di vita quotidiana...


...L’arte adempie per il bambino disturbato la stessa funzione che ha per tutti gli uomini, creare una zona di vita simbolica che permette la sperimentazione di idee e sentimenti, portare alla luce le complessità e le contraddizioni della vita, dimostrare la capacità dell’uomo di trascendere il conflitto e di creare ordine nel caos, e infine di dare piacere.”

Edith Kramer (“Arte come terapia dell’infanzia”, New York 1971, Firenze 1977).



Cinzia Lissi
È Gestalt Counsellor Art Therapy, Supervaisor Siaf, Dr. PH. D. Indovedic Psychology Ayurveda Speciality, da 25 anni opera come operatrice... Leggi la biografia
È Gestalt Counsellor Art Therapy, Supervaisor Siaf, Dr. PH. D. Indovedic Psychology Ayurveda Speciality, da 25 anni opera come operatrice olistica, Naturopata per il benessere psicofisico della persona. Da quasi 17 anni si dedica come Counsellor Arterapist presso strutture pubbliche e private. Dal 2005 porta avanti un progetto sanitario nel... Leggi la biografia

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