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Reconnective Healing: intervista a Eric Pearl


Elsa Masetti e Roberta Desideri - 01/01/2016

Il seguente articolo è tratto da Scienza e Conoscenza 31.

Scienza e Conoscenza è a Riccione, a un convegno organizzato da MyLifeTV. Si parla di “migliorare la propria vita” (il convegno si è tenuto il 6, 7 e 8 novembre 2009, ndr).
Tra gli altri c’è anche Eric Pearl, il portatore della sferzante novella del Reconnective Healing, la Riconnessione (the Riconnection), il Dono (the Gift).
Incontro una delle sue prime allieve italiane e colgo al volo l’opportunità di un’intervista.
Riconnessione a cosa? Sentiamolo dalle parole stesse che un memorabile giorno quella zingara disse a Eric Pearl: «Faccio anche una cosa un po’ speciale, usando le linee assiali. Si tratta di ricongiungere le linee meridiane del tuo corpo a quelle della Terra, ricollegandole alle stelle e agli altri pianeti…». E da lì ebbe inizio l’avventura del Reconnective Healing. Che tipo di avventura? Ce lo suggeriscono le parole di Eric Pearl stesso.

S&C: Per introdurti, in poche parole, come descriveresti il tuo tipo di lavoro?
Reconnective Healing è una forma di guarigione che gli scienziati affermano essere qui, sul pianeta, per la prima volta. Ci porta oltre qualsiasi altra tecnica energetica che abbiamo utilizzato fino ad oggi. Il suo spettro di frequenze va oltre l’energia, poiché include quest’ultima, la luce e l’informazione, alle quali, apparentemente, non avevamo accesso prima. Immagina che siamo in questa bolla, diciamo di champagne, piccolina, in quest’universo enorme di champagne, e tale singola bolla rappresenta il nostro campo di gioco in quest’universo. Le pareti della bolla sono formate dall’altezza, dalla larghezza, dalla profondità e dal tempo. Il suo interno è pieno di energia e, all’improvviso, il tempo si muove più velocemente, in tutte le direzioni, come la scienza dimostra. In effetti, il tempo si sta dilatando ed espandendo, il che significa che la nostra bolla di champagne si sta espandendo come mai prima nell’universo e può includere di più di ciò che finora abbiamo avuto modo di conoscere sul pianeta. Questa metodologia di guarigione non è nuova, è senza tempo, appartiene all’universo. È nuova per noi, perché è la prima volta che è qui nella nostra esistenza e sulla Terra.

Che cosa ci ha reso pronti ad accedere a tale spettro di frequenze?
In parte è lo slittamento, uno scivolamento nel tempo. Questo sbalzo di velocità del tempo che caratterizza la nostra esistenza e, secondo, richiede la nostra volontà di ammettere e riconoscere “il nuovo”. Nel nostro mondo new-age abbiamo la tendenza a riconoscere solo le cose “antiche” poiché permettono al nostro ego di farsi grande, per esempio se diciamo che si tratta di una cosa che ha radici nel lontano passato, o una vita passata che abbiamo riconosciuto. Certe volte però le cose sono semplicemente nuove. E non è meraviglioso? La cosa che ha affascinato di più gli scienziati rispetto alla guarigione riconnettiva è il modo in cui lavora. Il Dono o la Ricompensa ci permettono di trascendere tutte le tecniche di guarigione energetica e di accedere in modo più ampio, direttamente. La sfida sta nella nostra disponibilità a trascendere le tecniche, visto che le conosciamo bene e le abbiamo utilizzate fin qui. Il Dono è che abbiamo la possibilità di demistificare, demitizzare tutte le tecniche che finora vedevamo così importanti. La sfida sta nella nostra volontà o meno a permetterci ciò, poiché il nostro ego, l’ego dell’operatore spiega la guarigione come un qualcosa che dobbiamo processare per stadi, che va costruita grazie a ripetuti interventi, un percorso a più livelli. L’audacia del praticante sta nel riuscire a essere quello che è come essere umano, integro, senza nascondersi dietro a metodologie, senza creare nuove credenze. Non saremo in grado di accedere alla Riconnessione fino a che come individui non siamo disposti a trascendere le tecniche. E quando un certo numero richiesto di noi raggiungerà questa consapevolezza, quando si arriverà a una massa critica, quel giorno, essa diverrà parte della coscienza umana.

Questo raggiungimento è nelle nostre mani? Hai qualche suggerimento o stiamo semplicemente aspettando che accada?
Se aspetti qualcosa, non sei di certo parte della soluzione. Dobbiamo camminare attraverso le nostre paure e superstizioni, e nel mondo della guarigione la prova per noi è quella di trascendere le tecniche cui siamo attaccati. È come avere una bicicletta con le rotelle. Per un bambino non c’è niente di più utile delle rotelle e quando ha imparato ad andare bene in bici è arrivato il momento di toglierle. La tendenza è invece quella di aggiungere rotelle nuove. Potrebbe quindi capitarci di vedere un bambino che guida la bici con 12 paia di rotelle diverse e magari avrà insegnato nel frattempo anche ad altri amici a portare la bici in questo modo, ma nessuno di loro avrà la maestria di guidare la bicicletta senza le rotelle. Nessuno di loro imparerà finche le rotelle non saranno tolte. È lo stesso con le tecniche energetiche. Le tecniche servono per insegnarci ad andare dal punto A al punto B. La tecnica ti dice: “facciamo un passo, poi un altro mezzo passo e poi un mezzo ancora”. E magari ci approssimiamo, e nell’avvicinarsi ci frustriamo anche poiché i nostri passi sono solo mezzi passi. Allora torniamo dal venditore di rotelle. Le nuove ci permettono di fare un altro mezzo passo e di disegnare un simbolo giapponese nell’aria. Poi fai un altro mezzo passo e gira in senso orario, poi disegna un altro simbolo nell’aria, prendi il 70% dell’energia dall’alto e portala giù e il 30% dell’energia dal basso e portala su. E ci avviciniamo di più e di più ma non arriviamo mai al punto poiché siamo presi dalla tecnica.
Non si tratta di evolvere verso nuovi modelli di medicina, piuttosto verso nuovi modi di essere sani. Dovremmo continuare a utilizzare la parola medicina proprio se non troviamo altro.

Continua la lettura dell'articolo su Scienza e Conoscenza 31!


Eric Pearl e la sua testimonianza
In qualità di medico, Eric esercitò per 12 anni la professione di chiropratico ottenendo anche notevoli successi, finché un bel giorno un gruppo di suoi pazienti asserì di aver sentito sul loro corpo le sue mani, sebbene questi non li avesse fisicamente toccati. Le guarigioni dei suoi pazienti sono state documentate finora in 6 volumi, compreso il bestseller internazionale scritto dallo stesso Eric, The Reconnection: Guarisci gli altri, guarisci te stesso (My life edizioni) già tradotto in 30 lingue. Eric e la Reconnective Healing, con sede a Los Angeles, hanno riscosso notevole interesse da parte di eminenti dottori e ricercatori scientifici che operano presso ospedali ed università di tutto il mondo.

Ringraziamenti
si ringrazia per la collaborazione Roberta Desideri (robydesideri@vodafone.it).
E in veste di traduttore e assistente italiano di Eric Pearl, Luca Occelli (occelliluca@yahoo.com).


Elsa Masetti e Roberta Desideri
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