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La musica è iscritta nel nostro DNA

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Come e perché l’uomo primitivo, a un certo punto, sentì l’esigenza di inventare e adottare un linguaggio nuovo che non parlasse più con parole e gesti, ma con suoni? Difficile trovare risposte certe e testimonianze documentabili. Non abbiamo prove su quale possa essere stato il Big Bang della musica.

 


Dario Giardi - 30/01/2023

Plausibilmente il primo suono è nato cercando di imitare le voci della natura. Ma cosa ha spinto l’uomo in questa ricerca?

Secondo Herbert Spencer, che affronta la questione in un saggio del 1858, intitolato The Origin and Function of Music, tutto nasce da un’esigenza emotiva. L’uomo ha pensato di esprimere le proprie emozioni usando un linguaggio diverso dalle parole; un linguaggio che potesse comunicare sentimenti forti, che le parole non sarebbero riuscite a esprimere con la stessa efficacia. Secondo questa visione la musica nasce, quindi, come sfogo psichico.

Darwin non accettò mai questa tesi. Nel suo capolavoro del 1871, L’origine dell’uomo e la Selezione Sessuale, sottolinea come la capacità di creare un linguaggio musicale non sia prerogativa dell’uomo. Basta osservare il mondo animale per rendersi conto di come sia insita in tutti gli esseri viventi e il più delle volte legata funzionalmente alla competizione sessuale, alla possibilità dell’individuo di essere scelto dal partner. Darwin, in pratica, afferma che la musica non è, come per Spencer, un’elaborazione culturale tarda, ma una pratica molto più remota, radicata e distribuita nel mondo vivente. In effetti, se osserviamo gli uccelli che cantano senza possedere il linguaggio, allora è plausibile pensare che anche i progenitori dell’uomo, prima di acquisire il potere di esprimersi amore reciproco in un linguaggio articolato, tentassero di affascinarsi con il ritmo e con suoni.

In questo dibattito difficile non schierarsi con Darwin. La musica, d’altronde, è iscritta nel nostro DNA e non solo. Il suono stesso è all’origine delle cose. Secondo la meccanica quantistica, la materia non è mai inerte, ma è costantemente in uno stato di moto, di vibrazione continua. Il fisico austriaco Fritjof Capra diceva: “Ciascuna particella canta perennemente la sua canzone“. Tutto ciò che compone la realtà, vibra. Anche oggetti inanimati e densi come le pietre che ci appaiono materia solida, di fatto, sono forme di energia che vibrano, seppure a frequenze molto lente. Tutto nell’Universo è energia in vibrazione e quindi suono.


 

Questo articolo è tratto dal libro Viaggio tra le note di Dario Giardi


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