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L'omeopatia funziona anche sulle piante

Medicina Integrata

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L'omeopatia funziona anche sulle piante

Partiamo da lontano.
Eravamo ad agosto del 2016, e la moglie di un mio paziente mi contatta preoccupata perché il marito stava male: aveva mal di testa, la febbre, e sudava molto.
Chiedo che mi descriva meglio i sintomi, e mi faccio dire dove si trovano e se sia successo qualcosa di particolare prima del manifestarsi degli stessi, e se lo abbiano fatto repentinamente o in maniera più lenta. 


Diego Tomassone - 03/11/2020

Articolo di Diego Tommassone - Tratto da Scieza e Conoscenza n. 74

 


 

Mi racconta che sono in montagna, a un’altitudine non elevatissima, poco sopra i mille metri sul livello del mare e che il marito, dopo pranzo, si è messo fuori in veranda a fare una pennichella.
La pennichella è durata un po’ più del previsto e giacché appena coricato era all’ombra, tempo poche decine di minuti, si era ritrovato al sole che, in montagna e ad agosto, non è propriamente così “amico”. Fatto sta che si è configurato un classico caso di “colpo di sole”.
Il consiglio principale è quello di far restare il signore all’ombra, magari in casa, non in corrente d’aria, e farlo bere.
Dall’analisi repertoriale dei sintomi, ho poi individuato il rimedio unico del caso, quello che copre la totalità dei sintomi, che risulta essere “Belladonna”. 

Avendo a lungo approfondito la Materia Medica Omeopatica, e avendo studiato le indicazioni di urgenza ed emergenza dei colleghi indiani Pareek padre e figlio, ero assolutamente sicuro che il rimedio giusto fosse Belladonna, anche senza eseguire la repertorizzazione, che, ad ogni modo, è stata un’ulteriore conferma. Somministrando il rimedio alla potenza 30CH, diluito e dinamizzato in acqua, il malato si è ripreso nel giro di poche ore. 

Un caso di colpo di calore in un albero di nocciolo 

Il caso appena descritto, seppure abbastanza semplice, ne introduce un altro che vorrei raccontare, sempre di “colpo di calore”, questa volta però non di un essere umano, ma di un vegetale. Si perché la scorsa estate, quella del 2019, precisamente a giugno, ebbi la malaugurata idea di spostare un giovane nocciolo da un luogo all’altro del mio giardino, erroneamente pensando che, seppur nel periodo peggiore per effettuare uno spostamento, la pianticella si sarebbe comunque ripresa, dal momento che lo spostamento era di pochi metri e nello stesso terreno. 

Com’era prevedibile invece, il povero nocciolo soffrì non poco, perdendo nel giro di pochi giorni tutte le foglie, anche per via del caldo e della siccità e seppur bagnato regolarmente tutti i giorni, nel giro di una settimana pareva morto. Avendo già aspettato fin troppo per intervenire (ma si sa, il calzolaio gira con le scarpe rotte), ho deciso anche qui di usare Belladonna 30CH, iniziando la somministrazione ogni due ore. Ho utilizzato la potenza 30CH perché quella maggiormente indicata e più “equilibrata” per questo genere di problemi. 

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La modalità di somministrazione del rimedio è stata quella sciogliere 10 granuli al giorno in circa un litro di acqua, e dinamizzare con cinque vigorose scosse. Per praticità io uso una bottiglia da 1,5 litri atta a questo scopo: la riempio per i due terzi e la svuoto quasi completamente ad ogni somministrazione, lasciando solo un pochino di acqua sul fondo, aggiungendo solo nuova acqua e ridando le cinque scosse verticali vigorose ogni volta (i granuli vengono sciolti solo la prima volta, non le volte successive). Sinceramente non avevo più molta speranza di salvare il nocciolo, però tentar non nuoce, e dopo tre giorni potevo constatare già un netto miglioramento. 

Ho poi distanziato le somministrazioni, passando da una ogni 3 ore, a ogni 4, arrivando a due somministrazioni al giorno. Alla fine della seconda settimana i risultati erano tangibili per cui ho sospeso il trattamento nel quindicesimo giorno.. 

Questo ulteriore caso di “omeopatia vegetale”, o “agro-omeopatia”, esemplifica come i rimedi ben scelti possano curare qualsiasi essere vivente, animali e vegetali compresi. 

Il caso dimostra inoltre come l’efficacia dell’omeopatia non si basi sull’effetto placebo, ma sia piuttosto una manifestazione del mistero della vita, dove noi possiamo, con la nostra dedizione e passione, fungere da strumenti per aiutare la Natura nel suo processo di guarigione.


 

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Diego Tomassone
Medico chirurgo, con dottorato di ricerca (PhD) in Malattie infettive, microbiologia e sanità pubblica, ha conseguito master in malattie... Leggi la biografia
Medico chirurgo, con dottorato di ricerca (PhD) in Malattie infettive, microbiologia e sanità pubblica, ha conseguito master in malattie pediatriche complesse, PNEI, medicina legale genetica e medicina predittiva e si è specializzato in Medicina Omeopatica Hahnemanniana.Ha conseguito inoltre la laurea triennale in Scienze... Leggi la biografia

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