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Scie chimiche o scie di condensazione? Ecco le differenze

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Emanuele Cangini - 01/01/2016

 

«Carneade! Chi era costui?», così inizia il Capitolo VII de I promessi sposi, esordio celebre del reverendo don Abbondio alle prese con la lettura di un panegirico in favore di san Carlo Borromeo. 

Orbene, ammetto di avere pronunciato mentalmente la stessa domanda/esclamazione, venerdì sera 20 maggio 2016 presso la sala Allende di Savignano sul Rubicone (FC), al cospetto del maresciallo in congedo Domenico Azzone. “Chi è costui?”, dicevo tra me e me, nel mentre lo osservavo “scartabellare” tra le sue carte e aggirarsi tra i presenti, nell’attesa dell’inizio conferenza.

Con il biologo e giornalista Giorgio Pattera, il 1° maresciallo Azzone, esperto meteo, si accingeva a tenere un seminario informativo in ordine alla tanto scottante quanto controversa materia delle Scie chimiche (dall’inglese Chemtrails).


Che differenza c'è fra le Scie chimiche e le Scie di condensazione?

Dopo avere passato in rassegna le specifiche condizioni termoigrometriche (temperatura e umidità dell’aria) e di altitudine nelle quali si verificano le Scie di condensazione (attenzione: Azzone non nega affatto che tale tipologia esista, semplicemente ne circoscrive i criteri fisici del campo d’esistenza), ha subitamente puntato il riflettore delle proprie decennali ricerche sull’anomalo fenomeno delle Scie chimiche: fenomeno che ha ribattezzato con la dicitura, certo più sottile e precisa, di Irrorazione atmosferica artificiosa. Attenzione: no “artificiale” ma “artificiosa”, distinzione non priva d’importanza, ammettendo con la prima “qualsiasi prodotto antropico in senso lato”  e con la seconda “qualcosa di prodotto dall’uomo con un obiettivo ben preciso”. 

I prodotti della combustione dei motori a reazione sono due: biossido di carbonio e vapore acqueo; quest’ultimo, per effetto del gradiente termico con la temperatura esterna, condensando, produce nanocristalli di ghiaccio, di breve durata, i quali vanno a produrre, appunto, nella troposfera quel visibile, ma poco frequente, effetto chiamato Scia di condensazione (Contrail). I parametri necessari, e presenti simultaneamente, che devono verificarsi per favorire l’attuarsi di tale fenomeno devono essere almeno:

* 6000 m di altitudine

* il 70% di umidità relativa

* -40 °C come temperatura dell’aria

 

Normogramma di Helofson, scie di condensazione e “Irrorazione atmosferica artificiosa”

Le condizioni dette sopra, mal si collimano con quanto siamo soliti osservare nei nostri cieli nei quali, a tutte le ore, possiamo osservare velivoli non contrassegnati da alcuna sigla identificativa, muoversi ben al di sotto delle rotte sopraindicate e comunque rilascianti emissioni di particolato elettroconduttivo. Il normogramma di Herlofson (tipo di diagramma termodinamico contenente dati di pressione, temperatura e umidità) stabilisce in maniera inequivocabile quando sussistono le condizioni per le quali le Scie di condensazione possono verificarsi: è sufficiente inserirvi i dati (raccolti dai palloni sonda meteo) e interpolarli. Attraverso questa procedura appunto, è possibile verificare in anticipo se sussistono le condizioni per il formarsi della condensa allo scarico del motore: se le condizioni non sussistono le scie non possono formarsi.

Secondo il maresciallo, anche la forma, la geometria e la durata delle scie sono elementi di indubbia validità sotto il profilo dell’indagine.

* Se sono persistenti (per diverse ore), non sono normali Scie di condensazione.

* Se si dilatano, inizialmente, creando delle sorte di “salsicciotti” ai bordi della scia stessa, non sono di condensazione.

* Se si allargano sfumandosi, assumendo la forma di una coltre lattiginosa, non sono Scie di condensazione.

 

Che sostanze contengono queste Scie?

 

Sono stati prelevati direttamente in aria, attraverso piccoli aerei con motore a elica, campioni di aria irrorata: le analisi dei campioni raccolti danno un responso chiaro, nitido e molto inquietante.

Una miscela di

  • Sali di Bario,
  • Alluminio, Torio,
  • agenti patogeni di vario tipo e ritrovati polimerici-vettore.

 

A cosa servirebbero le Scie?

Le risposte possono essere molte e siccome non ci sono versioni ufficiali ragionevoli ecco alcune ipotesi. Questo nanoparticolato pare essere irrorato per agire su più fronti:

  • incremento della elettroconduttività dell’aria (scopo bellico),
  • alla geoingegneria ambientale
  • dalla riduzione controllata della demografia 
  • al condizionamento delle risorse di cibo e acqua (modifica della fascia biovitale).


Il maresciallo ha sottolineato un altro fatto particolare e curioso su cui è meglio riflettere: gli aerei che compiono l’irrorazione risultano avere tutti il Transponder (codice identificativo) spento. Perchè?


Chi volesse approfondire l'argomento e le indagini del maresciallo può farlo con la lettura del libro in formato e-book scaricabile gratuitamente presso il sito:
http://www.galileoparma.it/sciebook.html

 


 

 


Emanuele Cangini
Emanuele Cangini nasce a Modena, dove frequenta una scuola ai indirizzo tecnico e a seguire l'Università presso la facoltà di Ingegneria... Leggi la biografia
Emanuele Cangini nasce a Modena, dove frequenta una scuola ai indirizzo tecnico e a seguire l'Università presso la facoltà di Ingegneria Meccanica.È curatore e revisore di testi per Macro Edizioni, e per la rivista Scienza e Conoscenza nonchè giornalista divulgativo e critico letterario, relatore e conferenziere. Accanito lettore, da sempre... Leggi la biografia

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Ipotesi assolutamente fasulle

postato da Riccardo il 18/11/2017

Ipotesi strane generate, come viene scritto, da un "maresciallo", che a quanto pare, non ha cultura aeronautica ne in campo meteorologico. L'articolo sembra scritto da un appassionato in cerca di ragioni su queste scie chimiche. Io, come persona professionalmente inerente al discorso, sia a livello tecnico che aeronautico(navigante), ritengo l'articolo privo di notizie veritiere e pieno di scorrettezze. Rimango a disposizione per eventuali chiarimenti.

 

Grazie per il commento Riccardo.

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