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Gli effetti collaterali (taciuti) della pillola anticoncezionale

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Valerio Pignatta - 01/01/2016

Tratto da Scienza e Conoscenza n. 38.

Esce un libro che negli Stati Uniti ha fatto parlare molto di sé, perché va a intaccare un “tabù scientifico” comunemente considerato un successo della medicina contemporanea, che ha liberato le donne dalle angosce rispetto al rischio di gravidanze indesiderate: la pillola anticoncezionale.

Se ciò, in parte, può essere vero (sebbene oggi vi siano altri metodi altrettanto efficaci e meno invasivi della salute della donna), lo è senz’altro anche il fatto che non vengono abitualmente messi sul piatto della bilancia gli svantaggi che questa rivoluzione ormonale, e sociale, comporta e il conto che la donna stessa deve pagare in termini di salute e relazionale. Conto elevato sia “metaforicamente” che realisticamente, dato che nel mondo si parla di circa 100 milioni di donne che stanno assumendo questo farmaco. Un business, quindi, che ha alla base motivazioni scientifiche che comprensibilmente è difficile analizzare in maniera obiettiva, senza incorrere nella scomunica della comunità scientifica collegata alle industrie farmaceutiche e alla ricerca sovvenzionata dalle stesse.

Effetti più che indesiderati

Le due autrici del libro La pillola. È la scelta giusta per te? (Macro Edizioni, 2011), Jane Bennett e Alexandra Pope (esperta di fertilità naturale la prima e psicoterapeuta la seconda), con un attento esame delle fonti scientifiche indipendenti disponibili e tramite la raccolta diretta di testimonianze di donne che ne hanno fatto uso, mettono in discussione i tanto declamati vantaggi della pillola anticoncezionale, ponendo al contrario in risalto i misconosciuti (o forse è più esatto dire “consapevolmente minimizzati”) e talvolta gravi effetti collaterali che il suo uso prolungato può indurre nell'organismo femminile.

Gli effetti invasivi di questa terapia ormonale sono di vario tipo. La pillola è un farmaco a tutti gli effetti che induce una sorta di eterna gravidanza, alterando il metabolismo ormonale del corpo con tutte le conseguenze che questo fatto innaturale può comportare. Depressione, malattie cardiovascolari, cancro al seno e alla cervice dell'utero, sbalzi dell'umore, calo della libido, osteoporosi, trombosi, embolie, ischemie, infarti, infezioni vaginali, mal di testa, sono solo alcuni dei possibili devastanti corollari di questa presunta libertà sessuale, nei fatti inibita proprio dall'effetto sedativo rispetto ad alcuni processi naturali del desiderio sessuale femminile.
E anche dal punto di vista dell'efficacia, le informazioni che si hanno non sono obiettive e rispondenti a effettiva verità. Nel testo le autrici citano un calcolo realistico che fissa in 6 gravidanze quelle “indesiderate” all'anno che si verificano ogni 100 donne che assumono la pillola. Quindi, per 100 donne che prendono la pillola per dieci anni, si avrebbero circa 60 gravidanze indesiderate...

La Pillola

Le conseguenze sul nascituro

Ma quello che ci preme qui prendere in considerazione sono gli effetti che l'assunzione della pillola potrebbe avere sul futuro eventuale bimbo che dovesse nascere dopo un consumo prolungato della stessa.
Innanzi tutto, e ancor prima, la pillola può avere effetti sulla fertilità, nel senso che non sono senz'altro poche le donne che hanno avuto o hanno problemi a rimanere incinta dopo un uso prolungato di questo contraccettivo. In effetti, ciò è di facile comprensione, dato che l'introduzione di ormoni “extra” nell'organismo può squilibrare facilmente il delicato equilibrio ormonale su cui si basa il complesso meccanismo del concepimento e della gravidanza. La tempesta ormonale influisce inoltre sull'equilibrio nutrizionale, dato che interviene nel metabolismo dei cibi, con conseguente accumulo di grassi che normalmente constatiamo nelle donne che sotto pillola tendono a ingrassare. Una gravidanza iniziata in queste condizioni è tutt'altro che salutare.
Ma i più rimarchevoli effetti avversi per chi resta incinta dopo aver usato la pillola sono i livelli assai ridotti di acido folico e di zinco. L'acido folico (o vitamina B9) è essenziale allo sviluppo fetale. Una sua carenza espone a un rischio cinque volte superiore di avere un bambino con difetti agli arti e a un'incidenza maggiore di anomalie congenite, spina bifida e sindrome di Down.


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Gli scarsi livelli di zinco causano invece alla donna smagliature, il formarsi di un perineo rigido, travagli prolungati e ragadi ai capezzoli. Inoltre, questa carenza è stata messa in correlazione con la depressione post-partum, a causa di livelli di rame troppo alti che non si abbassano dopo il parto proprio per i bassi livelli di zinco, che è il suo naturale equilibratore.
I bimbi nati con carenza di zinco, poi, piangono spesso e sono inquieti e inconsolabili. Lo zinco è un minerale insostituibile per un sistema immunitario forte del bambino, per il suo cervello, muscoli e ossa. La sua carenza è anche correlata all'asma, ad anomalie congenite, a una serie di ritardi nello sviluppo fetale e a problemi di apprendimento e di iperattività (soprattutto nei bimbi maschi che hanno una richiesta maggiore di questo elemento a livello testicolare, per i normali bisogni fisiologici).
Altri rischi collegati all'uso della pillola sono la comparsa di allergie (nei bambini) e di infezioni da candida (nella donna in gravidanza che viene trasmessa al bambino).
Una riflessione sull'uso dei questo medicinale ormonale va quindi fatto sin da subito in termini generali e ancor più se si pensa a una eventuale futura gravidanza.
In gravidanza post-pillola ci sono anche rischi maggiori di aborti spontanei per ridotto livello di globuli rossi e folati nel primo trimestre di gestazione.
Siccome poi l'assunzione della pillola riduce anche la presenza di selenio, si riscontrano aumentati rischi di procreare bambini con la sindrome di Down.

Programma detox pre-concepimento

Il problema più grande rimane quello di chi resta incinta durante l'assunzione della pillola anticoncezionale e non se ne accorge immediatamente. Questo, sempre secondo gli studi riportati dalle autrici, può comportare rischi maggiori di deformazioni fetali agli arti, difetti al cuore e anomalie agli organi riproduttivi nel bambino.
Le autrici consigliano quindi di smettere di utilizzare la pillola o altro contraccettivo chimico almeno due mesi prima del concepimento. Consigliano invece di iniziare quattro mesi prima con un buon programma disintossicante e ricostituente per entrambi i futuri genitori. Questo programma prevede l'assunzione di integratori multivitaminici, un'alimentazione sana, niente zuccheri, alcool, sigarette, caffeina o droghe, la cura di eventuali allergie, il risanamento dell'habitat domestico dal punto di vista degli inquinanti ambientali, l'evitare gli stress e il rimettersi in forma con agopuntura e altre terapie non convenzionali.
Un capitolo di non poca importanza è dedicato, nel libro, alla valutazione e illustrazione degli attuali metodi contraccettivi naturali che possono anche essere integrati tra loro per una superiore efficacia. Oggi abbiamo una maggiore disponibilità di informazioni sulla fisiologia del concepimento, che ci permette di agire in sicurezza e senza effetti collaterali così pericolosi per la salute della donna e del bambino.

Un libro, quindi, di grande utilità e di sicuro interesse per molti e che accogliamo e segnaliamo con piacere.


Valerio Pignatta
Valerio Pignatta, giornalista scientifico, naturopata e con due lauree a indirizzo storico, cura da numerosi anni come direttore editoriale alcune... Leggi la biografia
Valerio Pignatta, giornalista scientifico, naturopata e con due lauree a indirizzo storico, cura da numerosi anni come direttore editoriale alcune collane di libri di medicina e alimentazione naturale per la casa editrice Macro Edizioni. Ha pubblicato diversi articoli sui periodici nazionali sulle tematiche inerenti il rapporto salute/ambiente... Leggi la biografia

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