Biocentrismo: la vita al centro dell'Universo
Nuova Biologia

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Per secoli la scienza ha messo la materia al centro della realtà, immaginando un universo oggettivo, “là fuori”, indipendente dalla nostra coscienza. Ma cosa succederebbe se tutto ciò fosse sbagliato?
Varutti Guerrino - 03/08/2025
Il biocentrismo, teoria proposta dal medico e scienziato Robert Lanza, ribalta la prospettiva: non è la vita a derivare dall’universo, ma è l’universo a derivare dalla vita e dalla coscienza.
In altre parole, la coscienza non è un sottoprodotto della materia, ma la base stessa dell’esistenza. Una visione che fonde scienza, filosofia e spiritualità, e che trova risonanza nelle antiche tradizioni orientali e nei più recenti esperimenti della fisica quantistica.
I sette principi del biocentrismo
Lanza sintetizza la sua teoria in sette principi fondamentali:
- Ciò che percepiamo come realtà dipende da chi osserva. Senza un osservatore cosciente, il mondo non si manifesta in modo definito.
- La nostra percezione del tempo e dello spazio è un prodotto della nostra coscienza. Tempo e spazio sono costruzioni mentali, non entità oggettive.
- La coscienza precede l’universo. Non siamo “incidenti cosmici” casuali, ma co-creatori della realtà.
- La biologia crea la realtà, non il contrario. La vita non è un accessorio dell’universo, ma la sua matrice.
- La realtà fisica esiste solo nel presente della nostra coscienza. Passato e futuro sono illusioni mentali.
- L’universo esiste perché c’è vita che lo osserva. Senza osservatori, non ci sarebbe universo “attivo”.
- Il biocentrismo ci apre a una nuova comprensione della morte: se la coscienza non è vincolata al corpo, allora la morte non è la fine, ma un passaggio.
Coscienza e realtà: un’alleanza misteriosa
Il cuore del biocentrismo è una tesi potente: l’universo ha bisogno della coscienza per esistere. Questa idea trova supporto nei famosi esperimenti di fisica quantistica, come il doppio esperimento della fenditura, dove il comportamento delle particelle cambia a seconda che siano osservate o meno.
Secondo Lanza, ciò indica che l’osservatore “collassa” la realtà: l’universo è un mare di potenzialità che si attualizzano solo attraverso l’osservazione cosciente. È un concetto vicino al principio di complementarità di Bohr e alle riflessioni di pensatori come Heisenberg e John Wheeler, secondo i quali “l’universo partecipa”.
Biocentrismo e spiritualità: un ponte tra scienza e anima
Sebbene Lanza parta da una base scientifica, il biocentrismo apre le porte a riflessioni spirituali profonde. L’idea che la coscienza sia primaria e non limitata al corpo è molto simile alla concezione dell’ātman dell’induismo, alla mente cosmica delle filosofie orientali, o al concetto di unità tra osservatore e osservato del buddhismo.
Anche la visione della morte cambia radicalmente: se la coscienza è il fondamento dell’universo, allora la morte non è una fine, ma una trasformazione. La coscienza potrebbe continuare a esistere in altre forme o dimensioni.
Questa visione riporta l’essere umano al centro, ma non come dominatore, bensì come partecipe consapevole di una realtà co-creata.
Le critiche e le potenzialità
Il biocentrismo ha attirato anche critiche da parte di ambienti scientifici tradizionali, che lo accusano di mancanza di verificabilità e rigore sperimentale. Tuttavia, è importante notare che molti concetti oggi accettati, come la relatività o la meccanica quantistica, inizialmente sembravano assurdi. In ambito olistico e spirituale, invece, il biocentrismo viene accolto con entusiasmo: è una teoria che restituisce senso, centralità e interconnessione all’esistenza umana, in un tempo in cui la scienza sembra spesso disumanizzante.
Inoltre, apre nuove strade di ricerca, non solo sulla coscienza, ma anche sulla salute, la guarigione e il potere dell’intenzione.
Il biocentrismo come chiave evolutiva
Se prendiamo sul serio il biocentrismo, dobbiamo riconsiderare il modo in cui viviamo:
- la vita non è accidentale, ma centrale;
- la coscienza non è limitata, ma universale;
- ogni nostra azione, pensiero e percezione contribuisce alla realtà stessa.
È un invito alla responsabilità consapevole e alla connessione profonda con il Tutto.
Anche il nostro rapporto con la natura, con gli altri esseri viventi e con l’universo intero cambia radicalmente: non siamo separati, ma uniti da una coscienza condivisa.
Il biocentrismo è molto più di una teoria scientifica: è un cambio di visione del mondo, una nuova lente attraverso cui leggere la realtà. Ci invita a riconoscere il mistero e il potere della coscienza, e a vivere con maggiore presenza, meraviglia e rispetto.
Come afferma Lanza, “la vita crea l’universo, non il contrario”.
E se fosse davvero così, allora noi non siamo solo spettatori, ma co-creatori dell’esistenza. Un pensiero potente, e profondamente olistico.