Cuore della Terra e molteplicità dei ritmi cosmici
Scienza e Fisica Quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

Nel silenzioso abisso del nostro pianeta pulsa un segreto antico: il nucleo interno non gira in maniera uniforme. Secondo lo studio condotto dai geofisici Yi Yang e Xiaodong Song dell’Università di Pechino, l'involucro solido di ferro e nickel al centro della Terra mostra un comportamento sorprendente: tra il 2009 e il 2020, il suo moto di rotazione si è arrestato e, forse, invertito la direzione, delle due forze quella centripeta e quella centrifuga, una danza lenta che sembra seguire un ritmo multi decadale di circa settant’anni. Ne parla Giuliana Conforto in Le stelle cadranno dal cielo?
Varutti Guerrino
Non è una “apocalisse” che tra l’altro letteralmente significa rivelazione, ma un cambiamento coscienziale annunciato negli antichi scritti esoterici, da Dante a Giordano Bruno, dai Vangeli gnostici a Zarahustra.
Questa sorta di "respiro profondo" del pianeta si riflette non solo sulla misura dei giorni, che si accorciano di una frazione di millisecondo all’anno, ma appare anche interconnesso con i mutamenti del campo magnetico terrestre e con oscillazioni climatiche e marine.
L’ipotesi evocata dagli autori è quella di un sistema in risonanza che coinvolge tutto il globo profondo, come se la Terra fosse un organismo unitario che palpita attraverso i suoi strati interiori.
Oltre la scienza: metafora del buco nero e del buco bianco
In una visione olistica, questa dinamica può evocare archetipi cosmologici antichi e moderni. Immaginiamo il centro della Terra come un piccolo buco nero, una voragine gravitazionale che assorbe e assimila, fino a potersi invertire in un buco bianco: un segno di trasformazione, un cambiamento radicale dalla contrazione all’espansione, dalla consumazione all’emergere. Naturalmente, la geofisica non contempla oggi la possibilità che il nucleo terrestre sia un buco nero o che si trasformi in un buco bianco. Tuttavia, se ci immergiamo in un modo di pensare simbolico e olistico, possiamo vedervi un potente archetipo: il nucleo che declina la sua rotazione come oscuramento, e che poi, nell’inversione, rinasce, rimodellando la sua forza d’attrazione come un impulso interiore verso l’emersione e la rinascita.
La trasformazione da buco nero a buco bianco potrebbe essere interpretato come la rivelazione dell’Universo reale, il cospicuo 95% della massa, ora calcolata e per millenni mai osservata, la cosiddetta materia ed energia oscura.
Interazione tra scienza e mito: una nuova visione del Pianeta
La rotazione rallentata o invertita scoperta dai due geofisici cinesi è un simbolo di equilibrio dinamico, di cicli naturali che accennano al riposo e alla rinascita. La terra è un organismo vivente dove ogni elemento costituente o strati comunicano ininterrottamente tra di loro sfumando il confine tra profondo e manifesto.
Un invito alla contemplazione
Ciò che emerge dallo studio di Yang e Song è molto più di un mero fenomeno fisico: è un invito a contemplare la Terra come un essere vivente, dotato di un ritmo interiore che pulsa, si trasforma, si sincronizza con il tutto. Se vogliamo vedere in esso un archetipo, esso ci ricorda che il silenzio e la pausa, lo stallo dei cilindri cosmici, non sono una fine, ma il preludio a un ritorno in moto, a un nuovo equilibrio nella danza universale.
La presente esposizione si presta a celebrare l’unità fra scienza e mito, fra la Terra come organismo e il cosmo come archetipo. Nessuna pretesa di verità assoluta circa buchi neri centrali o trasformazioni straordinarie, ma un’apertura contemplativa: un viaggio dove geofisica e simboli si intrecciano per offrirci una visione più vasta, più armonica, del nostro pianeta.
Guerrino Varutti