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Un centro per la cura del ginocchio… delle lombo sciatalgie e delle patologie del rachide

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Massimo Corbucci - 01/01/2016

Finora l’ha fatta da padrone lo scientismo, vale a dire quella “tendenza” a far passare per portentose, le applicazioni del “meccanicismo” newtoniano. Paradigmatica l’immagine del martello e della piuma, lasciate cadere sulla superficie lunare, che toccherebbero “Luna” all’unisono, “funzionale” ad esaltare una “fisica onnipotente”, in grado di portare persino l’uomo su altri pianeti! Peccato che si sia venuto a sapere, non da me, ma da cultori della verità scientifica, che l’uomo, sulla luna, non c’è mai stato e che le foto sono state fatte “in studio”… E questo ha messo in cattiva luce un certo tipo di establishment, che, non si capisce come, avrebbe potuto non trovarsi oggi in profonda crisi, stante i detti “le bugie hanno le gambe corte” e “tutti i nodi vengono al pettine”. Da me si è venuta a conoscere, finalmente, la spiegazione veramente scientifica della diversa accelerazione di caduta della “piuma” (palla d’alluminio), rispetto al ferro… Ed è emersa, in tutta la sua incontrovertibilità, la “debolezza di pensiero” di quel tipo di cultura, più attaccata ai “ragionamenti”, (Da ratio = dividere in 2) che non alle “riflessioni”.

 

Cambiamento epocale imminente o status quo?
Dovessero al CERN scoprire la “particella di Dio”, per me che da 35 anni asserisco che non c’è, si metterebbe molto male. Dovessero poi scoprire anche i “gravitoni”, peggio che mai! Figuriamoci se la Comunità scientifica realizzasse il mitico metallo con 114 protoni (per chi crede che l’atomo 114 sia stato sintetizzato, rammento che, se fosse vero, si sarebbe dimostrata la stabilità del nucleo, della teoria Wigner-Mayer-Jansen premiata col Nobel anno 1963, in vista della “iper-bombaatomica- totale”). Al contrario, si dovesse rendere ufficiale che bisogna cercare un meccanismo “diverso”, per spiegare il conferimento della massa e il “conferimento del peso” e magari, anche, che la Tavola Periodica va rifatta, con soli 112 elementi, messi diversamente da come stavano “classicamente” (con 4 “buchi neri”…), si accenderebbero molte speranze per un futuro dell’umanità
all’insegna della felicità. Non so voi, ma io preferisco la felicità all’oppressione del “razionalismo”e auspico un mondo dove siano aboliti i vaccini, la chemioterapia con gli antimitotici, le trasfusioni di sangue, gli espianti di organi dai “dichiarati morti” e le cinture di “sicurezza”. Credo che ne abbiamo piena l’anima dei lacci dello scientismo e che vorremmo tutti goderci finalmente la vita in modo naturale e permettetemi di dire, in Grazia di Dio. Chi è d’accordo continui la lettura.

 

La sindrome di Stoccolma
Ero a cena con un docente universitario, che ad un certo punto – nel contesto di un discorso sull’assurdità del metodo allopatico, che in Medicina trova intelligente somministrare un antipiretico ad un bambino bronchitico, con la febbre, il quale già con questo “meccanismo di difesa” si tutela bene con l’antibiotico naturale più potente, in quanto i batteri muoiono nei bronchi, dove vi sia una elevata temperatura – mi confessò quanto segue: «È vero, è assurdo abbassare la temperatura, per poi dover somministrare grandi quantità di molecole sintetiche antibiotiche, che peraltro inducono antibiotico-resistenza e mettono in pericolo il futuro di un bambino, sempre più esposto ad infezioni, ma è quanto viene riportato sui protocolli omologati». Credo che la gente accetti di morire “secondo i protocolli”, piuttosto che vivere in modo “differente dai dettami” – ha aggiunto il professore, nemmeno tanto accorato che purtroppo sia veramente così, dacché dal suo punto di vista, va bene, “tutto sommato”. Lasciando da parte il caso estremo della morte, vero è che la civiltà “del bastone e della carota”, ci ha abituati a prendere tante di quelle bastonate, che ci siamo innamorati dei nostri carnefici. Così un dentista che ci fa urlare dal dolore, ci sembra più “risolutivo” di uno che ci cura dolcemente. Un medico, il quale ci prescrive qualcosa di “duro da sopportare”, appare più efficiente di un omeopata. E finiamo per voler più bene ai primi.

 

Una scelta controcorrente in una vita scientifica controcorrente
Io ho trovato doveroso immolare la mia vita alla verità scientifica, piuttosto che alla “convenienza”. Per essere coerente con la mia convinzione – relativamente alla questione che la gravità non sia una forza, ma qualcosa di correlata al “pensiero”, dalla quale consegue anche la certezza assoluta, che non c’è niente di più potente del pensiero nell’Universo e che quindi la materia è sub-ordinata al pensiero e non viceversa, come si crede – sentite cosa ho fatto. Ho deciso di mettermi a disposizione delle persone, con problemi di salute preferibilmente gravi e che certamente non possano essere risolti afferendo nei comuni presidi medici; applicando tutti i risultati di 35 anni delle mie ricerche. L’ultima frontiera da me raggiunta, concerne la constatazione scientifica dell’inadeguatezza del “prendere a martellate la materia”, per agire su di essa. La legge di Fisica di Hendrik A. Lorentz, ci insegna che le particelle sub-atomiche sono “impasti” di spazio e di tempo, dove se uno è reale, non lo può essere l’altro, vicendevolmente. Il Vuoto Quantomeccanico, tra l’elettrone 71 e 72, di un fisico italiano, ci rende consapevoli che tutto ciò che esiste è solo l’effetto di una percezione “cerebrale” e che “quindi”, basta “volere” qualsiasi cosa, per ottenerla, compresa la guarigione da una patologia, in cui “normalmente” si ricorre a martellate e colpi di bisturi e sistemi ”occidentali” dolorosi, anziché no. Anche se certi “matematici impertinenti” sorridono con aria di sufficienza, di fronte alla possibilità di superare qualsiasi malattia, con la “impetrazione” della preghiera, e i “razionalisti a oltranza” gli vanno dietro a ruota annuendo col capo che sono sciocchezze, io dichiaro perentoriamente che è folle aprire una cranio per emendare un tremore parkinsoniano, intrufolando il bisturi tra i nuclei dalla base. Si ottiene non lo stesso risultato, ma un risultato miliardi di volte migliore, visto che non ci sono postumi chirurgici pesantissimi, facendo un intervento “psicologico” e semmai coadiuvando l’atto con una terapia “funzionale” a sedare incoordinazioni motorie “involontarie”. E questo non lo dico solo io, ma lo hanno confermato presidi clinici molto versati alla meccanica newtoniana. D’altra parte c’è da dire anche questo. È inutile fare qualunque “miracolo medico” ad un soggetto che impunti i piedi e non voglia guarire, con tutti i sentimenti. Intanto esiste il “vantaggio secondario” del “fregiarsi” di una malattia, la quale offra l’esimente dal lavorare, per esempio. Già ho avuto modo di riferire sul n. 37, che taluni soggetti guariti da serissime gonalgie, si sono rotti il ginocchio guarito, cadendo “accidentalmente”. E questo dicasi “coazione a ripetere”, la sintomatologia che dà un “vantaggio”, se persiste. Sembra l’aspetto più drammatico la caduta “incidentale”, ma è del pari una bel “grattacapo” per il medico imbattersi in chi, dopo la risoluzione di tutti i problemi, si mette a dire ad alta voce: “Oddio, oddio, quanto mi faceva male prima il ginocchio, oddio”. Ricordo una signora non giovanissima e di tipologia dimessa e paesana, la quale venne da me con il ginocchio completamente bloccato e un dolore tanto forte da farla lacrimare. Tornò irriconoscibile, trascorse le 24 ore “rituali”. Infatti indossava una minigonna, era truccatissima ed atteggiata sexi. Ebbene, questo comportamento è indicativo della felicità che ha provato la persona nel risolvere un problema e fa prevedere che non cadrà rompendosi il ginocchio, piuttosto ne curerà nel tempo persino piccoli inestetismi, andando al marea prendere il sole per abbronzarlo. A quel tempo io non avevo inventato l’analisi elettronica dell’emissione vocale, per discernere subito il soggetto adatto ad afferire presso di me e quello inadatto. Oggi, posso evitare il fastidio di imbattermi in reazioni incresciose, del tipo che dopo la guarigione del ginocchio magari manifestano scontento, per esempio, per via del dolore alla spalla, che non c’entra niente col ginocchio e di cui inizialmente non era stato fatto cenno. In questo modo solo il 30% al massimo, di quelli che mi contattano, vengono accettati presso il mio  tudio. A tutto vantaggio di chi vuole veramente guarire, intanto per il maggior tempo dedicabile a loro. Va da se che il propulsore di questa attività è comunque il piacere di vedere le persone felici e non certo il ritorno economico, in quanto è facilmente dimostrabile che per le competenze tecniche (quelle scientifiche potrebbero essere follie pure, direbbe qualcuno!) che ho io, posso guadagnare molto di più, facendo altro. Chi mi contatta deve aver chiaro che risolvere problemi è diverso dallo scribacchiare ricette per prescrivere esami radiografici, RMN o dall’applicare protocolli.
Cercherò di spiegare cosa devo riuscire a fare, per permettere ad una persona con un grosso problema al ginocchio – in cui allo stato dell’arte medica si suggerisce una artro-protesi, con tutte le conseguenze nell’immediato e successivamente – di guarire completamente.


Guarda bene la colonna come causa di malattia (Ippocrate 460 a.C.)
Le persone che mi contattano, premettono sempre la stessa frase: “Mi hanno detto che debbo operarmi al ginocchio”. Ricorrerò ad esemplificazioni “estreme”, per far capire l’inghippo. Immaginate che il vostro ginocchio bloccato sia “analogo” ad un TV che non vi fa vedere più i programmi, perché la discesa del cavo d’antenna si è danneggiata e inoltre un CB vi irradia interferenze col suo apparato radiotrasmittente. Pensate che si risolverebbe il problema tentando di “riparare” il televisore o sostituendolo con uno nuovo? Tutti voi avrete capito che sarebbe perfettamente inutile. Quando si parla di chirurgia, non si tratta sic et simpliciter, solo di inutilità. C’è ben altro! Bisogna invece, intanto, riparare il danno lungo la discesa d’antenna. In questo modo i programmi televisivi torneranno sullo schermo. Poi, dovessero esserci disturbi radio, che si insinuano apportando “gracchiare” e “immagini malferme” d’interferenza, bisogna andarli a inibire, anche con l’aiuto della Polizia, addetta a scovare emissioni abusive. L’esempio può sembrare “grossolano”, ma è straordinariamente efficace a far capire una verità, finora disattesa da chi fa il medico, come dai “protocolli” (veramente Ippocrate l’aveva capito e coniò l’aforisma: “guarda bene la colonna come causa di malattia”. Correva l’anno 460 a.C. quando nasceva a Coo, in Grecia). Vistosissime atropatie, con gonfiori abnormi, scrosci articolari oggettivamente suggestivi, che il danno “non possa essere che locale”, accompagnate da dolori atroci, in verità, sono l’effetto di segnali, specifici per i trofismi tessutali e per il funzionamento linfo vascolare di drenaggio liquidi, i quali non arrivano più. D’altra parte l’impegno dei segnali di dolore, sottrae le altre funzioni. Sapete perché può capitare che non giungano più i segnali? Vediamo se ci arrivate da soli. Vi dò un aiutino: questi problemi insorgono più spesso con l’età, “quando la statura tende a diminuire”. Perché la statura diminuisce con l’età? E ovvio! Perché le vertebre si avvicinano tra loro, perdendo consistenza il “disco intervertebrale”, questo sconosciuto. Siccome tra una vertebra e un’altra ci passano le fibre nervose, che innervano i vari territori “di competenza”, lo schiacciamento determina niente meno che una “interruzione di segnale”. L’effetto, se trattasi per esempio del metamero T12-L1, è gonalgia, gonartrosi, idrartro, gonfiore del ginocchio e zoppia. Tentare di risolvere il problema, solo apparentemente ortopedico, operando sul ginocchio, è come tentare di riparare la TV o persino comperarla nuova, quando il problema è nella discesa d’antenna. Eppure così si suole fare. Quello che ho pensato di fare io, è percepito normalmente come un’eresia. D’altra parte le fibre nervose sono milioni e rintracciare quelle corrispondenti alla “functio lesa”, con i mezzi ordinari di cui dispone l’arte medica, è impensabile. Un tipo di elettronica avanzatissima, presa in prestito dalla mia fisica nucleare estrema, mi ha consentito di arrivare alla soluzione. Per questo il risultato è istantaneo e definitivo, come il titolo dell’articolo del n. 37. L’analogo dei disturbi radio CB è la “psiche” di chi ha il problema, che “disturba” non poco, anche quando tutta la connessione fosse stata ripristinata perfettamente. Anche a questo ho trovato rimedio, avendo realizzato l’analogo della Polizia delle Telecomunicazioni, che con l’analizzatore elettronico vocale di vocali e consonanti, “scova” eventuali “complessi psichici”, ostativi al benessere della persona ne inibisce la “reiterazione”. Il metodo verrà dettagliatamente descritto, illustrato e reso comprensibile a chiunque, in rete, a cura dell’Associazione Floriana Libriani. Floriana è una signora, che all’età di 32 anni ha visto gonfiarsi abnormemente il suo ginocchio e ha sentito tanto dolore venire da quella parte dell’arto inferiore. È stata posta diagnosi (errata !!!) di osteosarcoma e si è praticata osteotomia con impianto di protesi di Kotz. Capirete bene da che tipo di calvario possa essere stata segnata la sua vita. E quante volte abbia dovuto ri-sottoporsi a interventi di sostituzione, a tutt’oggi che è trascorso un lustro. Peraltro ha risolto il dolore e il gonfiore e il blocco funzionale solo con il metodo di cui parliamo in questo articolo.

Per un nuovo, dettagliato articolo sul metodo del Dott. Corbucci  CLICCA QUI

Bibliografia

Armando Giunti e Massimo Laus, Le Radicolopatie Spinali, Aulo Gaggi Editore, Bologna, 1992.
Calogero Casuccio, Ortopedia e Traumatologia, Piccin Editore, 1988.
Giovanni Biasi e Cinzia Francioni e Roberto Marcolongo e Mario Tiengo, Il dolore in reumatologia, Brexin Library, 1990.
Mario Tiengo, Le vie del dolore e la loro patologia, Brexin Library, 1990.
Luigi F. Agnati e Michele Zoli e Mario Tiengo, Aspetti di neurofisiologia del dolore e dell’analgesia, Brexin Library, 1990.
Eugene Minkowski, Fenomenologia e psicopatologia, Ed. Corriere della Sera, 2011.

 

ECCO ALCUNE TESTIMONZIANZE ARRIVATE IN REDAZIONE:

 

"Volevo ringraziare pubblicamente il dott. Massimo Corbucci , mi ha ridato la vita, grazie infinite. Dopo lunghi anni di atroci dolori ossei alla colonna vertebrale , si sono aggiunti gravi problemi alle ginocchia. Ero praticamente ridotta con le stampelle in casa. Messuna cura faceva effetto, notti insonni e vita distrutta. La disperazione, mi ha portato a cercare qualcosa di alternativo; non potevo più intossicarmi con 4 scatole di Feldene al mese, senza curare la causa (che reputavo alla colonna vertebrale) ed essere derisa dagli ortopedici che, pensando fossi solo molto esaurita, mi prescrivevano psicofarmaci (ho ancora le ricette). L'unico e il solo e' stato il dott. Massimo Corbucci che mi ha creduto e confermato ciò che io pensavo, cioè che il problema partiva dalla colonna vertebrale.  A lui devo la mia nuova vita da allora non ho più preso nessun farmaco e più passavano i mesi meglio stavo, ho ritrovato il riposo, la mia colonna si e' raddrizzata, il ginocchio si è sgonfiato i dolori atroci  sono scomparsi. Che dire? Gli angeli ci sono basta saperli trovare. Grazie dott. Corbucci Massimo." - Lucia Micottis"

 

Mi chiamo Renata ed ho 49 anni e sono felice di portare la mia testimonianza sull'operato del dottor Massimo CORBUCCI. Nel periodo di tempo all'incirca di due anni durante i quali ho manifestato diverse sintomatologie, all'inizio di sopportabile sofferenza divenuta poi ingestibile stravolgendo la mia vita, mi sono rivolta al dottor. Corbucci presentandogli le seguenti diagnosi:

Ernia lombare fuoriuscita e risalita, marcata sofferenza del nervo ulnare con formicolio persistente alle dita anulare e mignolo della mano sinistra, artrosi con calcificazione e fuoriuscita liquido dell'articolazione della spalla destra, cervicalgia acuta e cronica della terza e quarta vertebra cervicale, sofferenza al polso sinistro per tunnel carpale, emicranie invalidati per giorni associate ad intolleranze alimentari.

Le applicazione si sono dimostrate da subito efficaci, con miglioramenti esponenziali e risolutivi nell'arco di questi 2 mesi come preventivatomi. Sarò eternamente grata al dottor Corbucci per avermi ridato la vita.

Consiglio vivamente di fermarsi in loco per valutare in condivisione con il dottor Corbucci i tempi di risposta fisiologica ai trattamenti e le quantità di sedute. Ciò è fondamentale per la risoluzione dei casi essendo tutti unici.

Grazie da parte mia e del mio compagno che ancora vive con il ricordo e l'onore di aver conosciuto un grandissimo scienziato che si rivolge a tutti in maniera disponibile e semplice con le parole di un amico. 

 

Il dott. Corbucci riceve nel suo ambulatorio all'interno dI VILLA IONE, un relais agrituristico vicino a Vetralla (Viterbo), dove i pazienti possono anche soggiornare. Il Dottore riceve solo su appuntamento. 

Ecco il sito internet del CENTRO PER LA CURA AL GINOCCHIO: www.curaginocchio.it

Per prenotare una visita chiamare dalle 15,00 alle 18,00 dal lunedì al venerdì:  Tel 0761 477730

 

 


Massimo Corbucci
Massimo Corbucci è nato a Viterbo il 12 – Dicembre  1954. Ha studiato Elettronica e Radiotecnica all’I.P.S.I.A.  di Viterbo.... Leggi la biografia
Massimo Corbucci è nato a Viterbo il 12 – Dicembre  1954. Ha studiato Elettronica e Radiotecnica all’I.P.S.I.A.  di Viterbo. All’Università  “LA SAPIENZA”  di ROMA  si è laureato in Fisica e in Medicina e Chirurgia.   La passione per la Fisica Nel Dicembre 1976, ancora studente di Fisica, ricalcolando la distribuzione degli... Leggi la biografia

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