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I segreti per una vita luminosa

Consapevolezza

I segreti per una vita luminosa

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I segreti per una vita luminosa

Gli studi del dott. Jacob Liberman – pioniere nel campo della luce, della visione e della coscienza – ci spalancano la porta su una nuova consapevolezza.


Redazione - Scienza e Conoscenza - 06/09/2023

«Nonostante le credenze popolari, raggiungere lo stato di presenza non consiste nel pensare o nel cercare di essere nel qui e ora. Si tratta piuttosto di uno stato che si realizza spontaneamente e che si manifesta quando i nostri occhi e la nostra mente, stimolati dalla luce, si concentrano sullo stesso punto, nello stesso momento.

In risposta all’invito e alla guida fornita dalla luce, i nostri occhi avviano una complessa danza, fatta di un’alternanza di momenti in cui fissare, focalizzare, tracciare e lavorare in squadra. Quando la luce ci “risveglia” i nostri occhi puntano verso la sua emanazione, dando avvio a una presenza globale.

Sebbene spesso si ponga in relazione la presenza con l’attenzione, la presenza non si associa ad alcuna tensione. Essa non rappresenta un processo di selezione volontaria e forzata di un aspetto del nostro ambiente, su cui focalizzarsi ignorando tutti gli altri. La presenza è una risposta involontaria a un invito dell’intelligenza della vita, che ci indirizza verso il nostro maggior potenziale. Il nostro grado di presenza è direttamente connesso alla capacità dei nostri occhi di puntare senza sforzo e con accuratezza. Quando gli occhi puntano correttamente, stabilendo un contatto visivo con ciò che ha attirato la loro attenzione (e quindi riconoscendolo), sperimentiamo uno stato di congruenza.

Si tratta di uno stato di unione delle parti, il perfetto allineamento fra la nostra realtà esterna e interna, dove si realizza un’attenuazione del rumore dal quale siamo circondati».

Nella sua lunga carriera di optometrista e di studioso della percezione visiva, il dott. Liberman ha avuto modo di constatare che la maggior parte dei pazienti con problemi di vista, mentre guardava un determinato punto con gli occhi, rivolgeva la mente altrove. L’incongruenza che si genera tra ciò che vedono gli occhi e ciò che vede la mente, non solo crea problemi nella visione, ma impedisce di essere in uno stato di presenza.

Come egli racconta: «In uno dei miei studi, pubblicato nel 1976, ho rilevato che il 70 per cento dei soggetti non stava guardando dove pensava di guardare e che ciò indicava che i loro occhi e la loro mente non convergevano sullo stesso punto. Inoltre, più della metà dei soggetti si sforzava troppo di guardare, rivelando una tendenza a forzare, anziché permettere alle cose di dispiegarsi davanti al proprio sguardo. Inoltre, ho osservato che più i miei pazienti si concentravano per vedere e capire qualcosa, più trattenevano il respiro, e meno vedevano. Tuttavia, quando riprendevano a respirare normalmente, si rilassavano e sia la loro vista sia la loro capacità di apprendimento miglioravano notevolmente.

Questo spiega perché lo stato di presenza sia così raro!

 

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La redazione di Scienza e Conoscenza è composta da giornalisti e responsabili di collana che collaborano con autori e ricercatori esperti nei campi della Medicina Integrata, della Consapevolezza e della Fisica Quantistica.    Leggi la biografia

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