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Sincronicità e principio di indeterminazione: l'interpretazione di Deepak Chopra

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Deepak Chopra - 01/01/2016

Pensate ad un tramonto… Non appena vedete questa immagine c’è un codice binario di fotoni che codifica quell’esperienza nel vostro cervello. Pensate ad una stanza buia con la fiamma di una candela.

Ora, se fossi in grado di guardare dentro il vostro cervello, non ci sarebbe alcuna candela lì – solo un codice binario di fotoni che guizza. La domanda è: dov’era quell’immagine prima che vi chiedessi di pensarla? Ciò che voglio far notare è che quando vi chiedo di immaginare un tramonto o la fiamma di una candela, prima di ricordarla, quell’informazione non è nel cervello. L’informazione si rivela nel cervello non appena avete l’intenzione di ricordare. Perciò, dov’era prima? Esisteva nella coscienza come potenziale, ma non era nel vostro cervello.

I miei ricordi quindi, non sono nel mio cervello. Questo è un punto molto importante, perché il modello riduzionista dice che i nostri ricordi sono nel nostro cervello. Perché dice questo? Perché quando il cervello è danneggiato, la gente ha ricordi danneggiati – sia attraverso la malattia di Alzheimer, uno stato comatoso o l’ubriachezza.

L’affermazione, però, trae in inganno: è come dire che dal mio apparecchio radiofonico danneggiato non esce musica, perciò la musica è fabbricata dalla mia radio. La radio non fabbrica la musica, riproduce la musica. Il mio televisore non fabbrica tutta quella gente che vedo dentro la scatola, la riproduce solamente, poiché si trova altrove. Perciò, neanche il vostro cervello è la fonte dei vostri pensieIl vostro cervello è uno strumento quantico che provoca il collasso delle funzioni d’onda, che esistono come possibilità prima che le realizziate come eventi spazio-tempo. Perciò il vostro cervello prende le possibilità e le realizza negli eventi spazio-tempo. È uno strumento quantico che converte la possibilità in realtà. Prende il non-manifesto e lo rende manifesto, sia nell’immaginazione sia come esperienza sensoriale.

 

Che cos’è un evento spazio-tempo? È un momento d’intenzione congelato

Tutta la percezione è il collasso delle funzioni d’onda in un mare di possibilità in costante trasformazione e movimento e la mia percezione congela quella realtà esterna, ma persino nel momento in cui l’ho percepita è andata avanti. È proprio un fenomeno in movimento nel mare delle possibilità.

Che cosa c’è, quindi, in questo mondo di discontinuità?

Tutte le cose esistono come un mare di possibilità infinite e tutto esiste come potenziale puro. Il potenziale non ha né principio né fine. Esiste come potenziale.

La scienza dice: al principio c’è materia, poi c’è energia e poi c’è informazione. Che cos’è l’informazione? L’informazione è un mare di possibilità che aspetta che siano poste le domande. Ecco che cos’è l’informazione. L’universo è a forma d’onda? L’universo è a forma di particelle? Beh, dipende dalla vostra domanda. Se fate un esperimento che è a forma d’onda, allora è a forma-d’onda. Se fate un esperimento che è a forma di particelle, allora è a forma di particelle, e non è mai entrambi simultaneamente. Questa è l’essenza del principio di indeterminazione di Heisenberg.

Che sia a forma di particella o d’onda dipende dalla domanda. Prima che facciate la domanda – com’è, a particella od onda? – esiste potenzialmente in entrambi i modi.

È la vostra domanda che costringe l’universo a fare una scelta. Prima che la domanda sia stata posta, l’universo non ha fatto una scelta. Non appena voi fate la scelta, l’universo è costretto a rispondere. Perciò, ai livelli più fondamentali della natura, l’universo è un mare di possibilità infinite che sono costrette a fare scelte per eventi di spazio-tempo una volta che avete posto la domanda. L’universo è un enorme punto interrogativo, prima che diventi reale.

Un interessante fenomeno con cui ora gli scienziati si trovano totalmente a loro agio, è un fenomeno chiamato “correlazione non-locale”. La correlazione non-locale era qualcosa che era stata descritta casualmente da Einstein nel suo tentativo d’invalidare realmente la fisica quantistica.
Einstein si trovava molto a disagio con certi aspetti della fisica quantistica. Uno di questi era la correlazione non-locale. Un altro era il principio di indeterminazione di Heisenberg. Infatti, quando Heisenberg si recò a spiegare ad Einstein il principio di indeterminazione, Einstein pronunciò la famosa frase: “Dio non gioca a dadi con l’universo”, perché le nostre leggi meccanicistiche dicono che se ne sappiamo abbastanza dell’universo, saremo in grado di predire ogni cosa.

In poche parole, una correlazione non-locale funziona in questo modo: se avete due particelle sub-atomiche, A e B, e queste si scontrano, si scambiano un po’ d’energia e di informazioni, quindi A diventa A1 e B diventa B1: esse sono leggermente cambiate, proprio come quando tu ed io ci scontriamo, siamo leggermente cambiati, scambiamo informazioni ed anche energia, perciò tu non sei proprio la stessa persona e io non sono proprio la stessa persona. A livelli più fondamentali, quando particelle sub-atomiche si scontrano, esse scambiano energia ed informazioni. Diciamo poi che A1 comincia a spostarsi verso un’estremità dell’universo e B1 si sposta verso l’altra estremità dell’universo, ma per tutta l’eternità rimangono istantaneamente correlate.

Istantaneamente correlate significa che se io so che cosa sta facendo A1, sarò in grado di dire che cosa sta facendo B1. Se so dov’è A1, sarò in grado di dire dov’è B1. Sapendo, cioè, una qualità di comportamento di A1, sarò in grado di dire una qualità di comportamento di B1.
Ora, dove Einstein si differenzia è che aveva detto che è solo una correlazione matematica e in questa non c’è nessun mistero. Inoltre, la correlazione non è mediata, che significa che non c’è mediazione d’energia da qui a qui che mi dice che conoscendone uno, posso sapere che cosa sta facendo l’altro. Perciò, non è mediata e non è attenuata – non attenuata significa che non c’è diminuzione della robustezza della correlazione – con la distanza nello spazio.

Normalmente, quando si adoperano segnali energetici o segnali elettromagnetici, entra in gioco la Legge delle Proporzioni Inverse – perciò più sono lontani due oggetti che sono correlati uno all’altro (come la gravità, per esempio), più debole diventa il segnale e diventa più debole con proporzione inversa alla radice quadrata della distanza. Ma non attenuata significa che non c’è una diminuzione nella robustezza della correlazione. Rimane uguale, non importa quanto ci si allontani.

La Distanza nello Spazio è anche la Distanza nel Tempo

Quando guardo il cielo notturno, posso vedere una stella che è distante quindici milioni di anni luce, che significa che sto guardando qualcosa che esisteva quindici milioni di anni fa. Se fosse esplosa cinque milioni di anni fa, non lo saprei per altri cinque milioni di anni, perché quando guardo il cielo notturno, guardo il passato. La distanza nello spazio è anche la distanza nel tempo; non-attenuato però, significa che la robustezza della correlazione si muove al di fuori dei confini di spazio-tempo: è istantaneo. Perciò la terza proprietà della correlazione è che è istantanea.

Einstein credeva che questo fosse solamente un concetto matematico, ma poi arrivò John Bell e lo provò oltre ogni dubbio. È ora un fatto stabilito che ci sia in natura un livello fondamentale in cui ogni cosa è istantaneamente correlata a ogni altra cosa. Questo ci dà una prova matematica e sperimentale di ciò che possiamo chiamare onniscienza, onnipresenza o onnipotenza – dove ogni cosa è correlata, ogni cosa è organizzata, ogni cosa è connessa istantaneamente con ogni altra cosa.

Vi dirò perché Einstein si sentiva a disagio con questo: perché pensava dal punto di vista di tutti i fenomeni esistenti nello spazio-tempo, ma ciò che questo descrive è un dominio che si trova oltre lo spazio-tempo e la causalità, fuori dai domini di spazio-tempo. Ora gli scienziati riconoscono totalmente che non potete spiegare la biologia senza invocare la correlazione non-locale. Come fa il corpo umano ad avere pensieri, a suonare un pianoforte, ad uccidere germi, a rimuovere le tossine e ad aspettare un bambino, tutto nello stesso tempo? E mentre fa tutto questo, correla ogni attività con ogni altra attività, tutto istantaneamente senza mediare l’attività delle cellule del fegato con le cellule dei reni, con la “fabbricazione” del nuovo bimbo.

Non solo, ma il vostro corpo sta inseguendo il movimento delle stelle mentre fa questo, perché i ritmi biologici che chiamate il vostro corpo sono veramente i ritmi dell’ecosistema e dell’universo. Ogni cosa è correlata con ogni altra cosa e non solo è correlata con ogni altra cosa: è correlata istantaneamente. Non c’è tempo, non c’è energia implicata, perché l’energia è nello spazio-tempo.
Non utilizza segnali di tempo o segnali di energia: è istantanea. È la base di ciò che chiamiamo sincronicità. Le correlazioni non-locali sono gli aspetti più impressionanti e più dominanti dell’attività della natura. E’ conosciuto matematicamente, è conosciuto dal punto di vista della fisica quantistica – è totalmente conosciuto sperimentalmente.

Un’altra proprietà della discontinuità è la proliferazione dell’indeterminazione. Più in profondità si va nella discontinuità, più indeterminata questa diventa. Osserviamo il principio di indeterminazione di Heisenberg: tutti i fenomeni sono simultaneamente a forma-d’onda e a forma-di-particella fino a che si esegue l’esperimento, e poi sono una o l’altra cosa. Se ne misurate uno, vi precludete allora la conoscenza di ciò che è l’altro.

Perciò se misuro la posizione, allora mi precludo la conoscenza del momento. Se lo conosco come particella, allora non lo posso conoscere come onda nello stesso momento. Non ha niente a che fare con le limitazioni delle nostre metodologie sperimentali, ha a che fare con le leggi della natura. Non si comporta come particella od onda fino a che non faccio la domanda.

Inoltre, quando comincio a fare calcoli a questo livello di natura, devo usare numeri irrazionali. Un numero irrazionale è un numero che non può essere concettualizzato. Perciò l’infinito è un numero irrazionale: non si può concettualizzare. Il Pi greco è un numero irrazionale, perché ha infiniti numeri decimali. La radice quadrata di -31 è un numero irrazionale. Non posso immaginare quale sarebbe, ma posso fare calcoli. Per calcolare i comportamenti fondamentali dell’universo, devo usare numeri irrazionali che non posso concettualizzare.

E anche se il margine d’errore è molto piccolo, il margine dell’errore si moltiplica quando estrapolo da livelli fondamentali di comportamento a livelli macroscopici di comportamento. Perciò, di fatto, più esamino i livelli d’esistenza ai livelli più fondamentali, questi diventano sempre più indeterminati. È come se Dio mi dicesse: “A questo punto nel tempo, ho intenzione di rivelarti i miei segreti. Ti permetterò di arrivare fino a qui, ma d’ora in poi dovrai avere fiducia in me, non ti dirò nulla più”.

L’indeterminazione è veramente la ragione della creatività a questo livello, che è la quarta proprietà del dominio quantico. È creativo. Ed è creativo a causa della proliferazione dell’indeterminazione. Se siete sicuri di tutto, dov’è lo spazio per la creatività? La creatività comincia con l’indeterminazione. Se conosco ogni cosa, allora quella è la fine della storia, ma se non la conosco, allora c’è spazio per la creatività e più non so, più spazio c’è per la creatività. A questo livello, quindi, la creatività della natura è basata sulla proliferazione dell’indeterminazione. Questa creatività, nel carattere, è quantica.

Che cosa significa? Ha qualcosa a che fare con la guarigione, perché tutta la guarigione è creatività biologica. Tutto il risanamento è creatività biologica. La natura sta creando costantemente.

 



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