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Non dualità nella percezione e nella conoscenza


Rupert Spira - 01/01/2016

Rupert Spira, autore e conferenziere internazionale, terrà il discorso di apertura alla conferenza SAND che si terrà in Olanda dal 28 maggio al 2 giugno. Egli terrà inoltre un seminario Weekend a Copenaghen dal 14-16 giugno e ad Amsterdam dal 27 settembre al 29 maggio. Per ulteriori informazioni, consultare il suo sito web, www.rupertspira.com.

L'artista e poeta William Blake disse: "Se le porte della percezione fossero purificate ogni cosa apparirebbe all'uomo così com'è, infinita. Per l'uomo queste porte saranno sempre chiuse, finchè egli continuerà a vedere tutte le cose attraverso le strette fessure della caverna in cui vive”.
Che cosa voleva dire con questo? Come può un oggetto finito, come un albero, un tavolo, una stessa persona, essere infinito? Esploriamo il punto di vista di Rupert Spira, da decenni un indagatore della natura della realtà.

L’io e il mondo
Il termine “percezione” include tutti i cinque sensi: vista, udito, tatto, gusto e olfatto. Il pensiero convenzionale ci dice che l'esperienza della percezione è suddivisa in due componenti essenziali: un soggetto che percepisce e un oggetto che viene percepito. Questa comprensione è sancita dalla struttura del linguaggio con frasi del tipo: "Vedo l'albero", "Ho sentito il vento", "Tocco la persona", "Assaggio la mela" e "Sento l'odore del fiore."
In ogni caso, il soggetto - io o il sé - fa diventa cosciente di un oggetto o parte di esso - l'albero, il vento, la persona, mela o fiore - attraverso l’atto del percepire cioè, con il vedere, l’udire, il toccare, l’assaggiare o il sentire l’odore.
Secondo Rupert Spira, per comprendere la natura della percezione, è necessario esplorare entrambi gli elementi che la compongono: l’io, il soggetto, e il mondo, l’oggetto. Tradizionalmente, i mistici hanno da sempre esplorato la natura dell’io, il sé, mentre gli artisti e gli scienziati si sono occupati di chiarire la natura dell'oggetto o del mondo. A prima vista può sembrare che mistici e scienziati (assieme agli artisti) vadono in direzioni opposte. In realtà le loro conclusioni tendon a essere differenti solo perchè ciascuna delle due parti non giunge mai ad una esplorazione profonda e minuziosa del loro campo di ineteresse. La vera rivoluzione, per l’umanità, sarà la convergenza dei due punti di vista e le implicazioni che questo avrà su tutti gli aspetti della nostra vita.

VIENI A CONOSCERE RUPERT SPIRA
A
SAND EUROPE 2013

 

La natura del Sé
Il pensiero convenzionale dice che il nostro “io”, inteso come unità corpo/mente, è consapevole di tutto quanto lo circonda. Rupert Spira sottolinea che, in realtà, il nostro “io” è consapevole solo di ciò che conosce e che, di conseguenza, appare e scompare sulla base di quanto noi conosciamo del mondo.
In altre parole, l’unità corpo/mente di ogni essere umano non è il soggetto dell’esperienza di conoscere ma è “oggetto”, tanto quanto tutto quello che attornia l’uomo. Il soggetto che è a conoscenza di tutti gli oggetti percepiti, cioè il corpo, la stessa mente e il mondo è dunque quell’ ”io” indicato anche come “consapevolezza” che significa semplicemente la presenza di ciò che si è a conoscenza.
Questa consapevolezza è parte della nostra natura umana, è una conscia apertura sul vuoto in cui ogni esperienza ha luogo ma non è in sé un'esperienza. La consapevolezza non si trova dunque nel tempo, e quindi è eterna o sempre presente, non la si può trovare nemmeno nello spazio, ed è pertanto infinita. Essa, cioè, non possiede qualità finite o osservabili.

La natura dell'oggetto, o Altro Mondo: dalla Materia alla Mente
Secondo il pensiero convenzionale un oggetto è fatto di sostanza inerte chiamata “materia”. Cosa dice invece l'esperienza?
La nostra unica esperienza delle materia e del mondo che essa forma è la percezione che si ha di questo mondo. Eppure, Rupert Spira precisa come non si può dire che conosciamo o percepiamo un mondo che esiste di per sé, indipendentemente dalla nostra capacità di percezione. Tutto ciò che possiamo legittimamente affermare, sulla base dell'esperienza reale, è che siamo a conoscenza della nostra percezione del mondo.
Così, dopo aver scoperto che non sappiamo, in realtà, entrare in contatto con un oggetto o con il mondo in quanto tale, è possibile però approfondire quella che è l’esperiena della percezione. Ossia, capire che non vediamo gli oggetti ma proviamo l’esperienza del vedere; che non udiamo i suoni ma viviamo l’esperienza del sentire; che non abbiamo mai gustato un cibo ma sperimentato l’esperienza della degustazione.
Dobbiamo cioè, per Rupert Spira, renderci conto che l'esperienza non consiste nel venire a contatto con materiali inerti che costituiscono un insieme di oggetti o parole, esplorate da un soggetto indipendente e separato ma, piuttosto, è più come un flusso di vita in cui il soggetto apparente e l’oggetto sono uno contenuto nell’altro. Ora, qual è la natura di percepire?

La natura del Percepire e il sapere puro
Rupert Spira ci pone una domanda profonda: “Qual è il rapporto tra l'esperienza di percepire e la conoscenza di esso? Questi due elementi sono nettamente distinti oppure si compenetrano l’un l’altro? Per Rupert Spira, la percezione (e, di fatto, l’esperienza del percepire) e la sua conoscenza sono la stessa cosa. In altre parole, la percezione sarebbe costituita da sapere puro.
Tutto ciò che vediamo, tocchiamo, odoriamo, ascoltiamo e gustiamo, in una parola, sperimentiamo è di fatto sia percezione che conoscenza. Questo atto di conoscere attrvaerso noi stessi ci trasporta in una continuità assoluta, dove l’io fisico entra in unione con le esperienze sensoriali e uno può assumere il ruolo dell’altro e viceversa. E questo è chiamato da Rupert Spira “sapere puro”, ossia un sapere che non è contaminato dalla minima traccia di soggettività e oggettività, una conoscenza che non vive l'assenza di separazione o la dualità. È bellezza e amore al tempo stesso.
Non riconoscere un oggetto apparente come “oggetto” in sè, di sola materia inerte, è un esempio di esperienza della bellezza mentre non attribuire ad un uomo la sua natura di “sè” confinata in un’unità corpo/mente è l'esperienza dell'amore.
Dunque, secondo Rupert Spira, dal punto di vista del sapere puro la bellezza e l’amore sono il fuoco, l’energia che alimenta tutte le nostre esperienze.
Dal punto di vista del sapere puro, non esistono oggetti “finiti”, di sola materia o dei “sè stessi” confinati in corpi di carne che vivono in maniera dualistica e separata ogni esperienza.
Quando ogni esperienza non sarà più interpretata dall’uomo come la presa di coscienza da parte del “sè” di un oggetto posto ad una distanza fisica da noi stessi e fatto di materiale inerte, allora essa sarà conosciuta per come veramente è, cioè infinita ed eterna. Solo così, ammette Robert Spira, ogni uomo potrà vedere la luce della conoscenza pura che brilla in tutte le cose.
Perchè, come dicono i sufi, “Ovunque l'occhio cade, c'è il volto di Dio".


Rupert Spira
Rupert Spira, autore e conferenziere internazionale, terrà il discorso di apertura alla conferenza SAND che si terrà in Olanda dal 28 maggio al 2... Leggi la biografia
Rupert Spira, autore e conferenziere internazionale, terrà il discorso di apertura alla conferenza SAND che si terrà in Olanda dal 28 maggio al 2 giugno. Egli terrà inoltre un seminario Weekend a Copenaghen dal 14-16 giugno e ad Amsterdam dal 27 settembre al 29 maggio. Per ulteriori informazioni, consultare il suo sito web, www.rupertspira.com. Leggi la biografia

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