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I Grandi Numeri Celesti, l'infinitamente grande, l'infinitamente piccolo

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Massimo Teodorani - 01/01/2016

Attraverso una breve intervista inedita, abbiamo il piacere di presentarvi questo libro di Massimo Teodorani, un astrofisico con i piedi ben piantati in terra e la testa oltre le cime degli alberi. Un libro da regalare, per es. ai propri figli, in modo che possano avvicinarsi con curiosa e sollecita attitudine alla fisica. La passione per la Scienza contraddistingue la trama di questo libro e tale passione, spesso, scarseggia nei libri di scuola.

 

 

Libro: I grandi numeri celesti

 

 

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I grandi numeri celesti
… il titolo fa pensare alle scienze occulte quali la numerologia, la cabala, la geometria sacra… e, di fatto, già la sola lettura dell'intro, ci dice che siamo nell'universo scientifico della misurazione. A quali misurazioni ti riferisci nel tuo libro e con quale obiettivo?

 

Sì, il mio è un libercolo di divulgazione scientifica che tratta soprattutto delle dimensioni delle quantità fisiche più importanti nell'Universo, ed è basato solo sulle nostre conoscenze canoniche dello stesso, e non su particolari speculazioni prive di supporto scientifico.

L'ultimo capitolo tratta anche della non-località quantistica, dove le dimensioni e le distanze sembrano annullarsi. E qui mi rifaccio alla “fisica ontologica” di Bohm e Pauli - non certamente alle speculazioni di taluni santoni o presunti profeti della “new age” - i quali in maniera sempre più incalzante sembrano voler usare certe affermazioni di alcuni scienziati per tentare di “avvallare” loro arbitrarie visioni totalmente prive di costrutto. La conoscenza di certi fenomeni quantistici richiede prima di tutto maturità, preparazione di base, ragionamento e lucido senso critico.

In ogni caso la parte più importante di questo libretto è quella relativa ai numeri, numeri scientifici, non numeri cabalistici o sacri. Ritengo che l'Universo sia già talmente eccitante di suo da non avere noi alcun bisogno di spingerci a invocare “esoterismi” di qualsivoglia natura.

Quanto alle misurazioni, mi riferisco semplicemente a quello che gli scienziati rilevano con i loro strumenti, sia nel microcosmo (con gli acceleratori, nei laboratori, ecc.) che nel macrocosmo (con i telescopi). E sono proprio i dati imparziali emergenti dai nostri strumenti di misurazione - non soggetti ad alcun vincolo di soggettività - che ci permettono di capire cosa l'Universo è e cosa esso non è: tutto ciò si traduce in numeri. Sulla base di tali dati di misurazione si mettono in piedi delle teorie che per essere definite e accettate come tali hanno bisogno solo della matematica, della logica e della fondatezza su base esclusivamente obiettiva e di invarianza che soltanto una misura oggettiva può fornire. Sia i dati che vengono acquisiti come input che quelli che vengono sfornati come output sono Numeri. Alla fine a noi interessa conoscere i numeri in output che rendono ragione alle teorie fisiche, nate esclusivamente da una continua interfaccia tra sperimentazione/osservazione e formalizzazione matematica.

Sembra cosa arida, in realtà non lo è: pochi oggi riescono a provare meraviglia e stupore di fronte a questi Grandi Numeri del cosmo in cui ci troviamo. Infatti ritengo che, a prescindere da alcuni aspetti della “non-località quantistica”, che possono far riflettere - anche su un piano soggettivo - coloro i quali non si occupano di scienza ma di questioni filosofiche, il mondo Fisico sia immensamente meno vago e fumoso di quello “spirituale”. E i numeri che ne emergono parlano da soli in tal senso.


Oltre che dell'immensamente grande parli anche dell'immensamente piccolo, giusto? In poche fruibili parole in quale rapporto stanno queste dimensioni oltre a condividere lo stesso avverbio immensamente, che, di per sé, ci riporta all'infinita grandezza?

La vedo come una scala a chiocciola. La progressione di numeri che va dall'infinitamente grande all'infinitamente piccolo ci fa capire che i numeri che descrivono l'Universo sono semplicemente i gradini di una “scala cosmica” di cui sappiamo già molto, ma di cui ancora non conosciamo il punto d'inizio e di fine, e qui parlo solo del mondo della Materia. Sono sicuro che i prossimi esperimenti con l'acceleratore LHC del CERN e le nuove osservazioni con i supertelescopi in programma, come ad esempio il telescopio TMT con specchio di 30 metri di diametro, prolungheranno di molto la scala che siamo in grado di percorrere.

Il punto che accomuna l'infinitamente grande all'infinitamente piccolo è la struttura stessa della scala, a prescindere dai gradini che la compongono, e noi, esseri dotati di coscienza e raziocinio siamo coloro i quali salgono e scendono in continuazione per tentare di conoscere la struttura di questa scala, anche con l'aiuto dell'intuizione (e non è un caso che ho parlato anche di non-località nel mio libretto). È una scala che appare essere molto ben armoniosamente costruita e dove i numeri hanno una loro ragione di esistere nel micro e macro mondo. La Scienza è in grado di percorrere con le sue gambe questa scala, mentre la nostra coscienza, quella che probabilmente ci lega in maniera non-locale a una realtà trascendente che sfugge alla nostra ragione, ci guida nel percorso. Non si tratta del percorso della meditazione, bensì di quello quantitativo dell'esplorazione scientifica: si parte sempre dall'intuizione ma si finisce poi necessariamente nella scomposizione razionale delle cose (il che non significa affatto riduzionismo), senza la qual cosa non si fa nessuna scienza. Il concetto di “unità con il cosmo” non è la Vita in sé: è solo una guida insostituibile - spirituale, se vogliamo - al nostro vivere quotidiano in questo sconvolgente universo di Materia, e non un fine. Vivere qui, significa districarsi tra spazi, tempi e dimensioni, e per capire bene come farlo occorre convertire le nostre intuizioni in numeri. E saranno i numeri a permetterci di esplorare il Cosmo direttamente e molto più estesamente dei piccoli passi fatti fino ad ora, giacché la Scienza porta necessariamente alla Tecnologia.


Quale suggerimento ti senti di dare al lettore in modo da orientarlo alla lettura? Che cosa in modo semplice hai voluto offrirgli attraverso le tue parole?

Sulla base di temi affascinanti come i grandi numeri, ho voluto semplicemente tentare di stimolare il lettore sul modo in cui opera il metodo scientifico in Fisica, il quale metodo, in questo paese, a quanto vedo e constato, è ancora un illustre sconosciuto. È il metodo scientifico a portarci alla conoscenza dei Numeri. È solo con i numeri che la Fisica lavora, e sono solo i numeri a dirci non perché esiste l'Universo bensì come esso funziona e quanto è grande, a prescindere dai voli pindarici della mente di molti. «A che serve?». Potrebbe chiedere qualcuno. La mia risposta è: «Per viverci - in questo Universo - e saperci orientare senza perdere l'equilibrio».

A prescindere da una possibile “dimensione della coscienza”, dove tutte le distanze e i numeri sono annullati in una condizione di “non località” - che perfino la fisica teorica sta studiando - esiste comunque una dimensione prettamente concreta, corporea ed estesa delle cose. Una dimensione reale e non una “matrix”: ovviamente la gente deve imparare a capire - e non limitarsi a “conoscere” - come ci si muove nel regno dello spazio e del tempo e a comprendere che per farlo servono solo Numeri e Metodo, e non astrusi o vaghi concetti validi solo a creare confusione o perdita dell'equilibrio. Nonostante la mia apertura alla questione della non-località quantistica e i possibili legami con la coscienza, l'intento di questo mio libretto è in realtà razionalista (anche se non necessariamente materialista), e riflette quello che da sempre è il mio pensiero, che sintetizzerei con l'immagine della giraffa: piedi ben piantati a terra, testa oltre le cime degli alberi.

Libro di Massimo Teodorani: I grandi numeri Celesti
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Massimo Teodorani
Massimo Teodorani si e laureato in Astronomia e ha successivamente conseguito il Dottorato di Ricerca in Fisica Stellare. A livello di ricerca... Leggi la biografia
Massimo Teodorani si e laureato in Astronomia e ha successivamente conseguito il Dottorato di Ricerca in Fisica Stellare. A livello di ricerca operativa, si è occupato di molti tipi di eventi esplosivi in ambienti stellari e, più recentemente, della ricerca di pianeti extrasolari e del Progetto SETI. Ha in seguito insegnato all’Università... Leggi la biografia

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