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Il progetto "Scienza per l'Amore": la tecnologia Hyst per combattere la fame nel mondo

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Laura Liotti - 01/01/2016

Nell'Aprile del 2010 nasce l'Associazione Scienza per l'Amore, con il fine di individuare, promuovere e sostenere soluzioni scientifiche d'avanguardia, utilizzabili a beneficio di tutti.
La carenza alimentare e idrica, l’inquinamento ambientale, la desertificazione, l’utilizzo razionale delle risorse e le energie rinnovabili sono questioni che toccano ogni essere umano e a cui, siamo convinti, solo la scienza usata per amore degli uomini può dare reale soluzione. Da qui il nostro nome.
Scienza per l’Amore è un'associazione giovane, ma è costituita da persone che per anni hanno operato insieme, con lo stesso spirito e gli stessi obiettivi, nell'ambito delle ormai sciolte associazioni M.A.Y.A. (R.E. e U.S.).
La nostra idea di fondo è che sia necessaria una svolta etica, guidata da valori di solidarietà “universale”, dove le risorse economiche, scientifiche e culturali in genere, siano funzionali ad una reale azione filantropica.

Mossi da questo intento abbiamo effettuato studi e ricerche trasversali, promuovendo e divulgando attraverso seminari, conferenze e pubblicazioni, l’opera di valenti scienziati. Tra di loro il dottor D'Abramo, il dottor Mohamed Jama Salad, Venanzio Vallerani, insieme a Massimo Corbucci, Vincenzo Iorio e Roberto Monti, che i lettori di Scienza e Conoscenza sicuramente conoscono.

In particolare, da diversi anni siamo concentrati su un progetto umanitario legato alla volontà di intervenire sul drammatico problema della scarsità alimentare.
Verso la fine degli anni Novanta abbiamo conosciuto la ricerca di un brillante ingegnere italiano, Umberto Manola, il quale, intorno alla metà degli anni Ottanta, aveva messo a punto un sistema che sembrava destinato a rinnovare il volto dell'industria molitoria. Nel corso degli anni l'ingegner Manola ha perfezionato il suo sistema, arrivando a valorizzare a fini alimentari, zootecnici ed energetici praticamente qualsiasi tipo di biomassa agroindustriale, anche sottoprodotti e scarti di lavorazione.
Le conseguenze di questa scoperta nel campo della nutrizione sono straordinarie. Basti pensare che dalla lavorazione con il sistema Hyst dei soli scarti della molitura del grano, attualmente destinati alla zootecnia, è possibile produrre ogni anno circa 20 milioni di tonnellate di farina, sufficienti ad alimentare oltre 100 milioni di persone.
Ci rendemmo gradualmente conto dell'effetto che la tecnologia dell'ingegner Manola poteva avere sulla vita di intere popolazioni costrette ai limiti della sopravvivenza e decidemmo (prima solo alcuni, poi in numero sempre maggiore) di sostenere la ricerca.
Abbiamo quindi dedicato tutte le nostre energie al finanziamento e al completamento della ricerca dell’ingegner Manola. E, finalmente, nel 2009 il finanziamento è terminato: dopo una lunga sperimentazione i risultati ottenuti garantivano la possibilità di avviare il progetto umanitario.
Nel marzo del 2010, abbiamo dato ufficialmente il via a Bits of Future: Food for all, coronando un sogno condiviso con il fondatore delle Associazioni Maya, che del progetto è stato il primo finanziatore, l'ideatore e il principale promotore.
Il progetto consiste nell'utilizzare i ricavi derivanti dallo sfruttamento della tecnologia Hyst nei paesi sviluppati per costruire e installare gratuitamente impianti in Africa, in concessione d'uso. Non si tratta di una semplice donazione, lo scopo è mettere questa straordinaria tecnologia al servizio di chi ne ha bisogno, per valorizzare al meglio le risorse agricole locali, promuovere lo sviluppo economico e permettere alle popolazioni una vita dignitosa, libera dalla sudditanza alla fame e alla povertà.
Dopo gli ottimi risultati ottenuti con materie prime europee, sarà avviata la sperimentazione su biomasse tipicamente africane, fino a giungere all’installazione in loco degli impianti.
L’Associazione ha dato incarico di attuare il progetto umanitario in Africa alla Società BioHyst, responsabile della commercializzazione degli impianti nei paesi sviluppati, il cui staff è composto da soli soci di Scienza per l'Amore, finanziatori del progetto.

Il primo Paese coinvolto è stato il Senegal, una delle Nazioni africane più democratiche, stabili e aperte all'innovazione. Alcuni delegati della BioHyst, hanno incontrato a Dakar nel febbraio 2010 il Consigliere Speciale Moustapha Ndyaie e il consigliere tecnico il dottor Lamine Diop. In quell'occasione hanno presentato loro la tecnologia Hyst e il progetto per il Senegal e per l'Africa.
Dopo questo incontro i rapporti con il Governo senegalese si sono intensificati, anche grazie all'intermediazione dell'Ambasciatore Papa Shaik Saadibou Fall. Contemporaneamente si è ampliata la rete di contatti con rappresentanze di altri paesi africani. Tra questi il Burkina Faso, il Ghana, la Costa D’Avorio, il Mozambico, la Mauritania, l'Etiopia, l'Eritrea e la Somalia. L'attenzione verso il progetto e la tecnologia è cresciuta, coinvolgendo organizzazioni internazionali quali l’UNIDO e l'IFAD.  

Lo sforzo di anni ha dato ragione della fiducia riposta nelle ricerche di Umberto Manola, la cui portata scientifica e umanitaria riteniamo costituiscano una svolta decisiva. Per questo motivo Scienza per l’Amore ha deciso di promuovere, attraverso un comitato appositamente costituito, l’assegnazione del premio Nobel per la fisica all’ingegnere.
Intendiamo, nel futuro, proporre altri Nobel, legati a nuovi progetti da affiancare a questo appena partito.  

La grande determinazione di tutti coloro che hanno abbracciato il progetto Bits of Future: Food for all è stata il motore che ha consentito di raggiungere questo primo traguardo, nonostante le ovvie ed enormi resistenze che un obiettivo tanto ambizioso ha potuto suscitare.
Riportiamo un commento dell’Ing. Pierpaolo Dell'Omo (ricerca e sviluppo BioHyst): “Un anno fa c'erano già i presupposti per dare inizio al progetto umanitario, come stiamo facendo oggi. Da un anno a questa parte il progetto si è scontrato con diversi interessi, non sempre evidenti, tesi ad ostacolarlo. In questo anno che abbiamo perso sono morti di fame 6 milioni e mezzo di bambini. Non credo sia necessario aggiungere altre parole”.

Laura Liotti
Relazioni Esterne Scienza per l'Amore

contatto skype: scienzaxamore
press@scienzaperlamore.it
www.scienzaperlamore.it



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