Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Blog / Neuroscienze e Cervello

Cervello e Cambiamento: intervista a Joe Dispenza (prima parte)

Neuroscienze e Cervello

Cervello e Cambiamento: intervista a Joe Dispenza (prima parte)

Neuroscienze e Cervello

Cervello e Cambiamento: intervista a Joe Dispenza (prima parte)
31 condivisioni

In un'intervista esclusiva Joe Dispenza, autore del best seller Evolvi il tuo cervello, ci spiega il funzionamento di questo organo e la sua straordinaria plasticità


Elsa Nityama Masetti - 05/09/2020

Scienza e Conoscenza: Quali sono state le scoperte e ricerche nel campo delle neuroscienze che hanno dato sostegno alla tua intuizione della mente che da forma alla realtà?

Joe Dispenza: Tutto quello che ci compone, il “tu” e il “me” - i nostri pensieri, i sogni, le nostre memorie, le speranze, i sentimenti, le nostre fantasie segrete, i nostri timori, le abilità, le nostre abitudini, i dolori e le gioie - è inciso nel reticolo di lavoro vivente dei 100 miliardi di cellule del cervello. Se imparate oggi anche un solo bit d'informazioni, le minuscole cellule cerebrali creeranno nuovi collegamenti tra di esse e chi sei “tu” ne sarà alterato. Questo “tu” come essere senziente è immerso e realmente esiste nel web elettrico e interattivo del tessuto cellulare del cervello. Il modo in cui le nostre cellule nervose sono specificamente organizzate da ciò che impariamo, che ricordiamo, da ciò che sperimentiamo e che prevediamo, da ciò che temiamo, così come da ciò che pensiamo di noi stessi, ci definisce individualmente ed è riflesso nei nostri collegamenti neurologici interni. Siamo costantemente un “work in progress” [un processo in elaborazione, ndr].

Il cervello è l'organo del cambiamento. C'è un concetto nelle neuroscienze denominato neuroplasticità, che dimostra che il cervello altera se stesso ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo. Inoltre cambia quando abbiamo una qualsiasi nuova esperienza. La nostra materia grigia - per funzionare al meglio nella vita - si riorganizza nel frattempo che scegliamo di modificare il nostro comportamento. In altre parole quando realmente cambiamo idea (change our mind in originale, ndr), il cervello cambia… e quando cambiamo il cervello, la mente cambia.

Ecco che cosa intendo. Secondo le neuroscienze, la mente è il cervello in azione. La mente è il cervello al lavoro. È il prodotto dell'attività del cervello quando è animato dalla vita. Ora con 100 miliardi di cellule nervose cablate insieme, diventa palese che possiamo produrre molti livelli diversi di mente. Per esempio, la mente che usiamo per fare il make-up è differente dallo stato mentale usato per guidare. Ugualmente, “mettiamo insieme” una mente diversa quando assumiamo il ruolo della vittima contrariamente a quando dimostriamo gioia. Tutto questo è così, perché abbastanza semplicemente possiamo indurre interi gruppi di cellule nervose ad attivarsi in modi molto diversi.

[PRODOTTO_PH_8441]

Non più di trenta o quaranta anni fa, c'era la credenza unanime nel campo delle neuroscienze che il cervello era hardwired, volendo significare che siamo nati con una determinata quantità di collegamenti neurologici e la finalità della vita era che ci saremo, crescendo, riorganizzati come i nostri genitori. Era una percezione accettata che questo organo fragile, denominato cervello, non potesse ottimizzare i relativi fissaggi (hardware).

Ma con l'avvento delle ultime tecnologie nel campo del linguaggio figurato funzionale (brain scans) risulta palese che è possibile far lavorare diversamente il nostro cervello (process mind). Di fatto, alcune delle ricerche dell'università del Wisconsin hanno dimostrato che qualcosa di semplice come l'attenzione - o concentrazione focalizzata - sia un'abilità, come il golf o il tennis. In altre parole, più vi esercitate nell'essere coscienti o attenti, più facilmente lo sarete in seguito.

Ora proprio qui giace il paradosso. Se possiamo davvero cambiare il cervello e la mente, allora chi è che attua il cambiamento? Il cervello non può cambiare se stesso. E' un organo come i reni e il fegato. Il cervello non è niente senza la vita. La mente non può cambiare il cervello perché è un prodotto del cervello stesso. Ricorda la mente è il cervello in azione. Chi allora sta attuando il cambiamento del cervello e della mente?

La risposta è quella parola che è stata evitata dalla scienza con tutte le sue forze. É la coscienza che usa il cervello e il corpo per produrre molti e diversi livelli della mente. Ed è solo quando siamo davvero consci e consapevoli che possiamo fare cambiamenti visibili riguardo a chi siamo e a come possiamo pilotare le nostre vite.

In aggiunta, le scansioni cerebrali hanno chiaramente provato che possiamo cambiare il cervello semplicemente pensando diversamente. Nel caso di un'attività come quella di suonare il piano gli stessi circuiti saranno creati da chi fa fisicamente l'azione così come da coloro che semplicemente si eserciteranno a riportare mentalmente alla memoria scale e accordi. Messa giù semplice, quando siamo veramente attenti e focalizzati il cervello non conosce la differenza tra ciò che accade nell'occhio delle nostra mente e quello che invece prende forma nel mondo.

A causa della misura del lobo frontale nel cervello umano, possiamo rendere i pensieri più reali di qualsiasi altra cosa. Questo è il privilegio di essere degli umani. E quando viene richiesto, come negli innumerevoli esperimenti e test effettuati, un training o una performance mentale, il cervello a livello sinaptico, mostra a tutti gli effetti di aver avuto l'esperienza. E con una pratica consistente il cervello e il corpo saranno fisicamente mutati nella realtà fisica senza aver mai fatto l'esperienza fisica stessa. Abbiamo creato l'hardware neurologico da usare nell'esperienza futura che ci attende.

Applicando questa comprensione al modello quantistico che afferma che la nostra mente soggettiva ha un effetto sul mondo oggettivo (la coscienza crea la realtà), possiamo cominciare ad esplorare l'idea che se il nostro cervello e il corpo evidenziano cambiamenti fisici per assomigliare all'esperienza che è già accaduta, quale risultato dei nostri sforzi mentali e prima che la manifestazione fisica della coscienza sia accorsa, allora teoricamente sarà l'esperienza a trovarci!

Un cervello che funziona in modo coerente è qualcosa “di più” dei due lobi - destro e sinistro - che funzionano in modo equilibrato? Che cosa e in che modo “di più”?

Il funzionamento degli emisferi destro(dx) e sinistro(sx) è stato ora ridefinito dalle neuroscienze. Una volta si diceva che la parte sinistra del cervello era quella logica, ragionante mentre quello destro era il cervello creativo, romantico, spaziale. In effetti proprio il cervello sx funziona secondo una serie di processori lineari d'informazioni, mentre il dx è come un processore parallelo, olistico. Recenti ricerche hanno dimostrato che la novità cognitiva appartiene al dx, mentre la routine cognitiva dipende dal sx, e questo è un bel modo di spiegare perché il cervello dx è “il grande creatore”.

L'arte consiste nel mantenere equilibrati entrambi gli aspetti. Alcune persone tendono ad essere dei grandi ricercatori di novità ma poi non le memorizzano nella routine, mentre alcuni sono così rigidi nella loro routine che non imparano niente di nuovo. In un certo senso, questo crea una disparità nel cervello, ma quando parliamo di coerenza del cervello, che è una delle mie passioni, il riferimento è la misurazione elettroencefalografica delle onde cerebrali.

Quando siamo sotto stress, arrabbiati, aggressivi, ansiosi, paurosi, quando soffriamo, emettiamo delle sostanze chimiche che disintegrano il sistema nervoso e anche il cervello, e quelle stesse sostanze fanno sì che il cervello diventi ossessivo. Siamo ossessionati dai nostri problemi e non riusciamo a smettere di pensarci.

Ebbene questi tipi di sostanze chimiche sono quelle che a breve termine permettono al leone di focalizzarsi sulla gazzella ferita e alla gazzella di focalizzarsi sul leone, e quel focus indiviso del corpo nell'ambiente in un certo determinato momento è la chimica che permette alla sopravvivenza di avere luogo. Gli essere umani, però, trattengono questo stress attivo più a lungo del necessario, perché possono attivare la risposta allo stress non soltanto reagendo all'ambiente ma anche semplicemente pensando a qualcosa di stressante, preparandosi nei suoi confronti, aspettandolo.

Continuiamo a prepararci per un evento che, di fatto, abbiamo già creato, inventato nella nostra mente e questa è chiamata ansia, disturbo da compulsione ossessiva, nevrosi, detta anche depressione. L'effetto a lungo termine di ciò provoca un cervello molto disintegrato e fa si che diventiamo eccessivamente analitici, e quindi, ossessionati.

Quando invece creiamo un'autentica coerenza cerebrale - e la ricerca negli USA dimostra che una persona quando inizia a rallentare il proprio cervello passando a uno stato meditativo, se lo fa correttamente e va oltre la sfera analitica, il suo focus diventa più aperto, più diffuso - consentiamo alla nostra mente di spostarsi dall'ossessione, diventando in un certo senso “privi di se” (selfless). Allora il cervello passa a quelli che sono chiamati modelli in sincronia di fase.

La chimica dello stress induce il cervello a rimanere in quello che è detto lo stato superiore delle onde Beta, uno stato super analitico, super precipitoso, super ansioso e la maggior parte delle persone vive in quella gamma di frequenza. In tale stato il cervello inizia a lavorare troppo velocemente e a precipitarsi nel tempo, valutando che cosa potrebbe succedere basandosi sul passato. Anticipa un evento futuro ma lo fa su queste basi e quindi continua a riciclarci in tale condizione discontinua.

Ma quando ci permettiamo di arrenderci, di rilassarci e iniziamo ad addestrarci in modo corretto nella meditazione, a essere presenti, il cervello comincia a spostarsi in quei modelli alfa sincronizzati che sono molto ordinati. Tutte le onde si muovono insieme e la coerenza che ne deriva permette a parti diverse del cervello di iniziare a comunicare in modo corretto come se la sinfonia diventasse sempre più armonica, il ritmo del cervello più organizzato. Ora così come ci si esercita a suonare il piano o a giocare a tennis ci si può esercitare anche in questo, e più lo si fa, più diventa familiare. È l'ordine creato che è così splendido nei modelli in sincronia di fase. Quella coerenza, quell'integrazione del cervello, improvvisamente invia un segnale estremamente coerente a tutto il sistema nervoso che attraversandolo reintegra tutti gli altri sistemi: il digestivo, l'immunitario, il circolatorio…

 

 


Elsa Nityama Masetti
La sua ricerca nel campo delle relazioni interpersonali e intime è iniziata molto presto, insieme alla consapevolezza giovanile di un disagio e di... Leggi la biografia
La sua ricerca nel campo delle relazioni interpersonali e intime è iniziata molto presto, insieme alla consapevolezza giovanile di un disagio e di una sofferenza profonda legati a una mancanza di autenticità e di reale e sincera esposizione al vero.Le relazioni sono allora diventate per lei un terreno di conoscenza di sé che le ha permesso di... Leggi la biografia

31 condivisioni

Potrebbero interessarti altri articoli del blog



Abc della Salute Naturale
Omaggio Abc della Salute Naturale

Iscriviti a My Macro e ricevi questo omaggio!

Voglio ricevere Abc della Salute Naturale