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ADHD: Bambini Iperattivi, giovani inquieti - secondo Bert Hellinger

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Elsa Nityama Masetti - 01/01/2016

Un esempio chiaro del metodo della rappresentazione attraverso le Costellazioni Familiari in un caso di bambino Iperattivo.

 


Educatrice: Sto assistendo un ragazzino di undici anni. E’ iperattivo. Soffre di ADHD e assume Ritalin da quattro anni.

Bert Hellinger: Non voglio sapere molto del ragazzo, Il problema non è mai del bambino. Guardo altrove. Cosa mi dice dei genitori?

Educatrice: Il padre soffre di sclerosi multipla. Il nonno paterno e stato membro delle SS ed è ancora in vita.

Hellinger sceglie un rappresentante per il padre e lo lascia posizionare. Il rappresentante resta completamente immobile.

Hellinger al gruppo: Ci ha detto che il ragazzo è iperattivo. Allo stesso tempo noi notiamo che il padre è completamente immobile. Non è strano?
All’educatrice: Cosa può significare? Significa che il bambino si muove al posto del padre. Credi che abbia senso?

Educatrice: Sì.

Hellinger: Cos’accadrebbe se il padre si muovesse? Mi sono accorto che hai avuto una intuizione, ma che non osi esprimerla.

Educatrice: Credo che crollerebbe.

Hellinger: Probabilmente il padre ha paura di diventare un assassino (come il nonno). La sua immobilità lo protegge dagli impulsi omicidi. Ok, possiamo già intuire l’origine dell’inquietudine del ragazzo.

Hellinger sceglie un rappresentante per il nonno e lo fa posizionare di fronte al padre. Il nonno guarda in alto. Il figlio si volta.
Hellinger: Il padre del ragazzo non guarda suo padre. Crede che sia pericoloso. Dove volge lo sguardo il padre del padre? O precisamente: cosa evita di guardare?

All’educatrice: Se ha fatto parte delle SS sappiamo più o meno cosa non vuole guardare.

Educatrice: Il nonno è stato prigioniero in Russia, ed è scappato. Poi è migrato in Australia.

Hellinger: Questo ci svia. Troppe informazioni sviano.


Hellinger sceglie quattro rappresentanti per le possibili vittime del nonno e li fa sdraiare a terra supini. Il padre del bambino continua a guardare altrove. Il nonno continua a guardare in alto.

Hellinger: Il padre del bambino non riesce a guardare nemmeno le vittime. Guai, se uno dei due si muove. La cosa si fa seria. Adesso aggiungo il bambino.
Hellinger aggiunge un rappresentante per il bambino iperattivo e lo posiziona. Il  padre lo guarda, il bambino è molto irrequieto.

Dopo un po’ Hellinger dice al bambino - Dì: “Caro Nonno”. Guardalo mentre lo dici. Il bambino si volta e vuole scappare. Hellinger lo ferma e lo riporta indietro.

Hellinger: Torna indietro e dì: “Caro nonno”.

Bambino: Caro nonno. Inizia ad ansimare

Hellinger: “Ti voglio bene”

Bambino respira faticosamente e dice a bassa voce: Ti voglio bene.

Hellinger: “Io ti voglio bene”

Bambino: Io ti voglio bene. Si afferra il collo con la mano destra.

Hellinger: Dillo come me: “ Io ti voglio bene”.

Bambino: Io ti voglio bene. Io ti voglio bene


Hellinger: Proprio così. Ora vai da lui.

Il bambino si avvia lentamente e titubante verso il nonno. Prende il nonno per un braccio, si volta e guarda verso le vittime. Il nonno lo abbraccia. Non guarda le vittime. Il padre del bambino si è voltato verso le vittime e le osserva.

Hellinger: Ora suo padre può guardare le vittime. Dopo un po’: Compi il tuo movimento.
Il padre del bambino si sdraia vicino alle vittime.

Hellinger: Bene. E’ questo il movimento. Dopo un po’ al gruppo: Ora devo intervenire perché possano continuare. Il nonno si volta e ciò impedisce la soluzione. Vi è un limite che non può superare.
Hellinger fa voltare il nonno verso le vittime. Il padre del bambino, che si trova con le vittime, allontana immediatamente lo sguardo dal padre. Quest’ultimo si volta verso le vittime e le guarda.

Hellinger al padre del bambino: Guarda tuo padre
Il padre guarda il nonno. Il bambino è molto inquieto. Dopo un po’ il nonno cade in ginocchio. Il bambino è sempre più agitato.

Hellinger al padre del bambino: Dì a tuo padre: “Caro papà”.

Il Padre: Caro papà


Dopo un po’ il nonno si alza e raggiunge il figlio.


Hellinger al bambino: Ora voltati. Voltati semplicemente.

Il bambino si volta e fa un passo avanti. Contemporaneamente il nonno cade in ginocchio e tiene stretto il figlio. Entrambi si guardano.

Hellinger dopo un po’ al padre del bambino Dì a tuo padre: “Sono qui per te”. Padre: Sono qui per te.

Il nonno si alza leggermente sempre restando in ginocchio e guarda le vittime.
Il nonno si sposta verso le vittime.

Hellinger al padre del bambino: Ora alzati e vai da tuo figlio.


Mentre si dirige lentamente verso il figlio continua a girarsi verso le vittime e il padre. Anche quando si trova vicino al figlio continua a guardare indietro. Il nonno va vicino alle vittime. Solo ora il padre abbraccia il figlio. Lo tiene stretto. Il bambino singhiozza. Restano a lungo così. Il nonno li guarda brevemente, poi chiude gli occhi.

Dopo un po’ il figlio sta diritto nelle braccia del padre.

Hellinger al padre: Dì a tuo figlio: “Ti tengo stretto”.


Padre: Ti tengo stretto. Padre e figlio si guardano


Hellinger: “Adesso ti tengo”. Padre “Adesso ti tengo”.
Il bambino annuisce al padre e dice: E’ bello. Entrambi sorridono.

Hellinger: Credo che ci siamo. Rivolgendosi ai rappresentanti: Grazie a tutti.

All’educatrice: Come stai ora? Educatrice: Bene

Hellinger: Ora il bambino ha una possibilità. Sai come procedere? Te lo dico. Prega il padre di venire da te e racconta cosa è accaduto, senza fare commenti. Limitati a riferire. Non rispondere alle domande! Riferisci e basta, poi lascialo andare. Al bambino non raccontare nulla. Osserva solo ciò che accadrà.

Il modo di procedere.
Hellinger al gruppo: Ora spiegherò nel dettaglio ciò che è accaduto. Questo modo di procedere può apparire strano a qualcuno di voi.
Invece di rappresentare tutta la famiglia, inizio dalla persona importante, dalla persona che possiede la chiave per risolvere il problema del bambino. La chiave è principalmente nelle mani del padre. Lui però, come abbiamo visto, non può muoversi.
Quando scelgo un rappresentante per una persona, questa entra immediatamente in contatto con il campo della famiglia. Evidenzia qual è il problema.

All’educatrice: Qualunque cosa avesse raccontato del padre, non ci avrebbe aiutati. Era chiaro che il padre non poteva muoversi. E’ stato questo il fattore determinante. La sclerosi multipla rende immobili. L’immobilità aveva evidentemente a che fare con il nonno. Quindi l’ho sistemato di fronte al padre, e ha distolto immediatamente lo sguardo. Non voleva guardare il proprio padre. Il movimento indica chiaramente che era accaduto qualcosa di grave. Non c’era bisogno di sapere nient’altro. Il nonno ha guardato verso l’alto, ha distolto lo sguardo da qualcosa, ma non lo ha rivolto al pavimento. Era chiaro che ci fossero delle vittime. Non è necessario stabilire di quale tipo. Possono essere stati nemici o civili. Non ha importanza. Semplicemente era chiaro che il nonno non si era preso carico di qualcosa. SS è sinonimo di carnefice, non sempre in senso negativo. Molti appartenenti alle SS non erano criminali, ma hanno combattuto. E ci sono stati dei morti, molti morti.

Il passo successivo è stato quello di rappresentare le vittime. Si scelgono dei rappresentanti e si chiede loro di sdraiarsi sul pavimento. Il padre ha continuato a distogliere lo sguardo. L’importante è non guardare le vittime! Basta non guardare! Poi è arrivato il momento del figlio. Il motivo della sua inquietudine è apparso subito chiaro. Percepiva ciò che è stato rimosso, si è fatto largo dentro di lui.

All’educatrice: Se ne fa carico per la famiglia. Per questo è un bravo bambino. Deve sopportare qualcosa al posto di coloro che restano immobili. Poi ho fatto una cosa decisiva. Il giovane voleva scappare. La sua inquietudine è un movimento di fuga. Gli ho fatto guardare il nonno e gli ho chiesto di dirgli: “Caro nonno”. Non ci riusciva, ci è voluto del tempo. Poi gli ho suggerito di dirgli: “Io ti voglio bene”. Io, al contrario degli altri. “Io ti voglio bene”. Cosa significa?
Un assassino non riesce a muoversi e non può cambiare finché non si sente amato. Ecco il fatto rivoluzionario. Solo l’amore mette in moto qualcosa.

 

Per approndire:
L’esempio è tratto da: >>>Il grande Conflitto di Bert Hellinger - Urra 2006(per gentile concessione). La rappresentazione è stata messa in atto durante un corso a Karlsruhe nel 2004.
>>>Bert Hellinger è il fondatore del metodo, detto delle costellazioni familiari, metodo in continua evoluzione.

 

 

 


Elsa Nityama Masetti
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La sua ricerca nel campo delle relazioni interpersonali e intime è iniziata molto presto, insieme alla consapevolezza giovanile di un disagio e di una sofferenza profonda legati a una mancanza di autenticità e di reale e sincera esposizione al vero.Le relazioni sono allora diventate per lei un terreno di conoscenza di sé che le ha permesso di... Leggi la biografia

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