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Dall'Omeopatia all' OMEOSINPATIA

Curarsi con l'Omeopatia

Dall'Omeopatia all' OMEOSINPATIA

Curarsi con l'Omeopatia

Dall'Omeopatia all' OMEOSINPATIA

Un nuovo metodo che permette il recupero di un modo di essere, di una realtà, di una verità per ugnuno di noi


Redazione - Scienza e Conoscenza - 12/08/2021

Trent’anni fa, in un momento particolarmente tormentato della mia vita professionale e personale, sopraffatto dallo sconforto a causa della morte in ospedale di un paziente a seguito dell’assunzione di un antinfiammatorio, per caso ebbi modo di avvicinarmi per la prima volta ad un corso di medicina omeopatica, da sempre considerata priva di supporto scientifico, “acqua fresca” come sento spesso dire tuttora.

Fu un’autentica rivelazione per me che provenivo dall’universo della chimica e della biologia tradizionali, dalla valutazione puramente og-gettiva degli eventi, nonché dalla convinzione che la malattia fosse una mostruosità da elimi-nare attraverso farmaci preparati e sperimentati a tale scopo.
L’omeopatia proponeva invece una visione del tutto diversa, che poneva al centro dell’attenzione la storia personale dell’individuo, considerato nella sua interezza psico-fisico-emozionale, i suoi sentimenti, le emozioni nonché le specifiche modalità di interazione con l’ambiente circostante.

Il linguaggio omeopatico, per me del tutto nuovo, descriveva l’esistenza come potenzialmente regolata da rimedi informativi diluiti, subliminali, impercettibili estratti in acqua o alcol da varie sostanze presenti nella natura e nell’ambiente.

Da allora ulteriori studi hanno approfondito ed arricchito di nuovi contenuti la visione omeopatica dell’individuo/paziente e del rimedio omeopatico. Abbandonato il paradigma atomico-molecolare, piuttosto limitato ai fini di una vera comprensione del divenire degli esseri umani, ha acquisito sempre più rilevanza la concezione elettromagnetica dell’individuo e la sua intrinseca coerenza; in quest’ottica la vi-sione dinamica, storica e personale del paziente e della sua malattia pone le basi per una nuova biologia che illustra in modo limpido l’unità psico-fisico-emozionale di ogni vivente.

Nella mia vicenda professionale poi, attraverso gli studi di Biologia dei Sistemi, Epigenetica sistemico-relazionale e Filosofia Omeosinergetica, dall’Omeopatia classica comincia a prendere forma una nuova branca: l’Omeosinpatia.

Acquisisce speciale rilevanza la relazione con l’altro, il nostro simile, con il quale risuoniamo (omeos), la polarità dell’individuo, la perfezione del tutto in cui la vibrazione dell’Energia Primordiale si invera nel Creato (sin) ed, infine, la malattia (patia), che riacquista il suo antico valore di autoguarigione, divenendo per questo una benattia.


In quest’ottica le vicissitudini quotidiane dell’essere umano si inseriscono in un contesto dove la soggettività, l’esperienza vissuta, il senso di questa, la relazione come scambio e la coscienza come realtà vengono a costituire i punti cardinali dell’ecosistema individuo-ambiente, il tutto in una chiave storica, coevolutiva ed ecosistemica.

Secondo questa visione l’individuo, grazie all’altro e/o al rimedio Omeosinpatico, avente funzione di selettivo catalizzatore di riferimento, ha la possibilità di conoscere quelle parti di sé che inconsapevolmente rifiuta e, riconoscendole e integrandole, si completa.

Dal canto suo la malattia, come diagnosi, rappresenta l’effetto di un processo di separazione dall’altro e, per risonanza, da sé stessi, tuttavia, come terapia, è indirizzata verso l’unità, trasformando il “Tu” in “Io”, per poi giungere al collettivo “Noi”.

Ogni problema, ogni esperienza a prima vista negativa, è dunque l’opportunità per farci comprendere chi siamo, cosa siamo e come siamo.

 

Dall’omeopatia all’omeosinpatia

Inizialmente come medico omeopata ho iniziato ad impiegare il Repertorio omeopatico al fine di individuare il famigerato simillimum, partendo dai sintomi caratteristici e peculiari del paziente. In taluni casi tuttavia non avevo successo per cui decisi, sperimentandomi, di dare più valore ai sintomi psichici e generali, piuttosto che a quelli locali.


Ebbi risultati straordinari e del tutto imprevisti. Da qui la mia idea di individuare per i rimedi omeopatici più usati e frequenti la parte in ombra, l’anima, il nucleo psico-emozionale. Fu il primo grande tassello dell’Omeosinpatia.

Successivamente mi resi conto di quanto fosse essenziale prendere in debita considerazione il percorso evolutivo del singolo, a partire dalla nascita e passando per le fasi della crescita e della interazione con l’ambiente esterno fino alla maturazione psichica e fisica, in particolare grazie all’acquisizione di schemi comportamentali, caratteristicamente espressivi del singolo stadio ed idonei a garantire il necessario bagaglio psichico per passare al successivo.


Ad ogni fase corrispondono ben definite caratteristiche del bambino o del giovane adulto. Possono emergere rifiuti, blocchi o anche una paralisi nella maturazione, cui consegue uno schema operativo già codificato in memoria che consenta un minimo di sicurezza e costanza, pertanto un copione, specifici contenuti “risonanti” con un determinato rimedio ome-osinpatico, che assume in tal modo una funzione evidenziatrice e ordinatrice sul singolo paziente.


Nasce così un’omeopatia maturativa/sistemica e con essa il secondo piedistallo dell’omeosinpatia.

Il terzo grande pilastro dell’Omeosinpatia, infine, è costituito dall’Omeoskintest, il test kinesiologico omeosinergetico che permette di individuare le difficoltà inconsce che indeboliscono il sistema biologico del paziente ed i rimedi più adatti in grado di potenziarlo.

Attraverso questo strumento, il terapeuta accede, sulla base del cambiamento della forza muscolare in funzione della variazione della risonanza, ad informazioni non altrimenti accessibili alla coscienza tramite i sensi ed entra in risonanza con le parti vegetative, involontarie del paziente, lasciando in tal modo emergere lo squilibrio psicofisico che quest’ultimo sta vivendo.

Il rimedio omeosinpatico, che risulta grazie all’Omeoskintest, può essere visto come il “consiglio” più adatto in quel preciso momento per il paziente, la “voce” più idonea per diventare consapevole delle dinamiche che sta vivendo, il tutto attraverso la riattivazione del suo metabolismo e il recupero di parti in ombra, nascoste nei meandri più interni dei nuclei encefalici.

I sintomi, infatti, rappresentano sempre i segnali di un processo impercettibile, celato, visceralmente profondo che riguarda simultaneamente corpo, psiche e coscienza, consentendo di evidenziare la relazione che creiamo con gli altri e soprattutto con noi stessi. La malattia inevitabilmente ci scuote, destabilizzando i nostri schemi, sovvertendo le nostre certezze, consentendoci di riappropriarci finalmente di un contatto profondo con l’Io sono.


I nuovi concetti dell’Omeosinpatia ed i rimedi omeosinpatici possono annoverarsi tra i filoni omeopatici più rivoluzionari ed efficaci degli ultimi tempi. Tramite questi strumenti è possibile fluttuare in un ventaglio di stati di equilibrio dinamici, sviluppando cioè varie configurazioni di equilibrio idonee a produrre vari campi esistenziali dalle caratteristiche diverse.


Lo Spirito d’altro canto è pura vibrazione che si trasforma in energia e materia in un processo in grado di riprodurre il macro nel micro, in cui «l’amor che move il sole e l’altre stelle» si incarna nei suoi figli.

Buona vita! Dottor Marcello Monsellato

Per maggiori informazioni:
https://omeosinergia.eu/


ARTICOLO TRATTO DA SCIENZA E CONOSCENZA N. 77

 


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La redazione di Scienza e Conoscenza è composta da giornalisti e responsabili di collana che collaborano con autori e ricercatori esperti nei campi della Medicina Integrata, della Consapevolezza e della Fisica Quantistica.    Leggi la biografia

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