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COMPLESSITA'


Luca Bertolotti - 01/01/2016

 

La visione scientifica quantistica, in contrapposizione a quella classica, ha dato vita ad una
visione unitaria della realtà, in luogo di una parcellizzata e separata, per cui ogni cosa si rivela ora
universalmente interconnessa e non è possibile studiare un fenomeno senza considerare la
situazione in cui è inserito, inclusa l’influenza dello stesso osservatore.

In questo modo il nuovo approccio scientifico deve necessariamente abbandonare il concetto di semplicità, per il quale ogni
oggetto o fenomeno può essere pensato come un’unità elementare ed isolabile, per passare al
concetto di complessità, che fonda i suoi presupposti sull’idea di relazione e organizzazione. È
importante sottolineare che il temine complesso non è sinonimo di complicato, ma è un tentativo per
esprimere la necessità di superare i limiti autoimposti dai rigidi confini dell’idea classica di
scientificità.

La complessità suggerisce da alcuni anni una nuova prospettiva di comprensione della
realtà, in particolare della natura umana, ed è una modalità di approccio scientifico a cui aderiscono
ormai moltissimi studiosi e pensatori provenienti dai più disparati campi come la psicologia, la
sociologia, l’antropologia, la biologia, la medicina, la fisica e la filosofia.

I fenomeni complessi hanno determinate caratteristiche:
•• Per avvicinarsi ad essi senza snaturarli è necessario studiarli nel proprio ambiente. Così
come la conoscenza del comportamento animale non sarebbe possibile al di fuori dello
specifico territorio naturale, anche la complessità dell’essere umano non può essere
rispettata da una ricerca in laboratorio, altrimenti i dati ottenuti risulteranno distorti e di
scarsa utilità pratica.

•• Essi dipendono sempre dal loro osservatore. La rappresentazione che l’essere umano si fa
del mondo dipende dal suo punto di vista, perciò la ricerca scientifica non potrà comportare
la conoscenza di una realtà assoluta e immutabile. Ogni processo di conoscenza è il prodotto
di una mente umana la quale ha un proprio retroterra sociale e culturale e una propria
ideologia che influenza inevitabilmente ogni cosa che percepisce e su cui teorizza.

•• Ogni fenomeno complesso è per sua natura organizzato, quindi assume le caratteristiche di
un sistema. Ogni sistema complesso è qualcosa di più dell’insieme delle singole parti da cui
è composto, ma anche qualcosa di meno, nel senso che pone inevitabilmente dei limiti alle
sue componenti così che non possano esprimere altri tipi di potenzialità.

Secondo la scienza della complessità, il modo più utile per comprendere il mondo è
attraverso una rete di teorie che permetta di allargare maggiormente il punto di vista, da diverse
angolazioni, nell’osservazione di un fenomeno. In questo senso si stanno verificando tentativi di
applicare diverse teorie terapeutiche che valorizzano sia il mondo intrapsichico che quello sociale,
senza delineare una netta demarcazione. I tentativi in questo senso si possono riconoscere
chiaramente in alcuni autori e appaiono in forma molto esplicita anche nel
modello bio-psico-sociale proposto da Georg Engel, che considera l’esistenza di relazioni non solo
tra sistemi diversi, come quelli genetico, endocrino, neurologico, immunologico, psicologico e
sociale, ma anche tra livelli di sistemi diversi, da quello subcellulare a quello ambientale. Come si
legge nel testo Psicosomatica:

"L’organismo umano, infatti, non è solo un sistema costituito da cellule e organi, a loro volta
costituiti da atomi e molecole, ma è anche un sistema individuale inserito all’interno di un
sistema sociale a sua volta facente parte di un ecosistema naturale inserito nel sistema
solare. L’universo stesso può quindi essere concepito come una stupefacente architettura di
sistemi. [...] Per esempio, un’alterazione cellulare conseguente a un’infezione virale può essere
valutata nei suoi effetti dannosi sugli apparati corporei, sull’intera persona, sulla famiglia e sulla
società. Allo stesso modo un cambiamento sul piano interpersonale, come un divorzio, può
influenzare le relazioni sociali, lo stato psicologico, le funzioni cerebrali, il sistema immunitario e
la vulnerabilità verso le malattie. [Giancarlo Trombini e Franco Baldoni, 1999, pag. 134]

Assumere un punto di vista complesso non significa negare la validità del proprio paradigma
di riferimento né tanto meno considerare il proprio modello equivalente a ogni altro; vi sono
situazioni che si possono affrontare meglio adottando una particolare prospettiva e situazioni in cui
è preferibile adottarne delle altre, ma tutto ciò tenendo sempre in considerazione la globalità
dell’individuo.

In una concezione moderna la psicosomatica deve quindi tenere conto della
complessità delle esperienze umane e, rifiutando ogni estremismo, utilizzare ed integrare i vari
punti di vista tollerando contraddizioni e differenze. Solo in questo modo l’essere umano viene
rispettato nella sua originalità e ricchezza.

Fonte: la scienza del dubbio: ulteriori scenari all'orizzonte
http://www.sicap.it/merciai/psicosomatica/badjob/Luca.pdf



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