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Ultimi Terremoti in Emilia e Nord Italia


Marisa Grande - 01/01/2016

ANALISI DELLO SCENARIO GEOLOGICO
 In Gennaio 2012 un terremoto di MA 5.4 colpì l'area del parmense, senza tuttavia provocare danni. Pochi giorni fa, però, il 20 maggio 2012 , l'energia sismica si è manifestata con maggiore intensità nella vicina area, compresa tra Modena Bologna e Ferrara, facendo registrare un movimento superficiale di MA 6.0, che ha provocato vittime e danni al patrimonio architettoniico dei luoghi.
Due punte di iceberg in un territorio colpito da frequenti movimenti sismici di minore entità, registrati solo dagli strumenti e quindi spesso non avvertiti dalle popolazioni.
La Pianura padana, composta da sedimenti fluviali, riceve ed assorbe l'imponente spinta tettonica della placca adriatica, che s'incunea in quel territorio dove in ere geologiche remote si apriva l'Oceano Tetide e dove, secondo rilievi effettuati per la ricerca petrolifica fino agli anni sessanta, vi è ancora la propaggine nord dell'Appennino, che spinge verso l'esterno.
Causa geologica, questa, descritta dagli scienziati del settore, che dà giustificazione dell'ultimo terremoto di MA 6.0, e lo differenzia da quelli, come il movimento del parmense, dovuti alle spinte della placca adriatica.

LO SCENARIO TETTONICO
Ho potuto constatare nel tempo che le ondate sismiche più frequenti hanno origine dal  Polo Nord, manifestando la loro energia con terremoti che interessano la Dorsale atlantica. Possono anche essere di modesta entità,  ma la loro ripercussione nel mondo è molto vasta e a volte molto intensa.
La dinamica dei terremoti è ciclica ed è più frequente rispetto a quella che proviene dal Polo Sud e che risale diffondendosi verso l'Oceano Pacifico.
L'ultimo ciclo proveniente da Nord si è manifestato con un terremoto di MA. 4.8, registrato a Reykjanes Ridge alle ore 7.15 UTC del 15 05 2012.
Si è trattato di un movimento più forte di altri e le sue ripercussioni si sono verificate con due terremoti nello Stretto di Gibilterra, entrambi nel giorno 16 05 2012:  uno di MA 2.5 alle ore 9.54 e l'altro di MA 3.1alle ore 11.19.
Il 17 maggio vi è stato un movimento di MA. 3.2 nelle Isole Azzore e il 18 maggio uno di MA. 3.2 in Marocco.

Nei giorni 17-18 -19 è seguita una serie di piccoli terremoti in Sicilia, con un massimo di MA. 2.8. Si sono poi avute ripercussioni in Albania e in Grecia (questa, comunque, sempre bersagliata da continui movimenti sismici).
É avvenuto che la spinta della placca iberica, dovuta a quel movimento di espansione della Dorsale atlantica, e la controspinta della placca adriatica hanno compresso l'Italia, provocando anche una serie di piccoli terremoti lungo tutta la catena emersa dell'Appennino.
La placca africana, che spinge sempre dal basso e mette in moto anche quella adriatica, ha fatto registrare il 17 maggio un primo terremoto di MA. 3.1 in Croazia, il 18 maggio alle ore 13.12 uno di MA 4.7 in  Algeria e, alle ore 20.38 dello stesso giorno, un secondo in Croazia di MA 3.3.
La dinamica della duplice spinta delle placche, iberica e afro-adratica, ha poi concentrato la sua massima energia nella Pianura padana, sulla quale incide anche la spinta da nord della placca euroasiatica. Tale interazione tra placche ha provocato, nella notte del 20 maggio 2012, il terremoto di MA 6.0 dell'Emilia Romagna. La sequenza tellurica registrata, anche in questo ciclo di movimenti dovuti all'espansione della Dorsale atlantica, ha seguito comunque le linee tettoniche che dalla Dorsale atlantica deviano verso lo Stretto di Gibilterra, proseguono verso il Mare Tirreno e, attraverso lo Stretto di Messina, s'immettono nel Mare Ionio, dove a sud del Golfo di Taranto, divergono verso l'Adriatico e verso la Grecia.

LO SCENARIO GEOMORFOLOGICO
Il rapporto tra terremoti e le linee di congiunzione tettonica deriva dall'attività  tellurica che ha provocato tali fratture in ere geologiche passate e che continua ad incidere su di esse, prolungando le faglie o modificando quelle già esistenti.
L'origine dell'energia sismica che incide su di esse è invece da ricercarsi nei nodi di una griglia geo-elettromagnetica naturale, che corrispondono a centri di emissione e di diffusione nella litosfera di elettromagnetismo distruttivo proveniente dall'interno del pianeta. Trattandosi di punti di griglia  fissi, la loro energia distruttiva continua perciò ad insistere sempre sulle stesse linee di frattura della crosta terrestre, stabilendo un apparente nesso diretto tra le linee di separazione delle placche e i terremoti.
Gli scontri tettonici tra placche in scorrimento sull'astenosfera e la subduzione dell'una sotto l'altra derivano, invece, dal movimento di rotazione della  Terra intorno al suo asse.
In ultima analisi lo scorrimento delle placche in un senso o nell'altro deriva dal riequilibrio delle geomasse della litosfera, reso necessario in risposta ad ogni pur minima variazione dell'inclinazione dell'asse terrestre.

SCENARIO INTERPLANETARIO
Il 24 maggio 2012, alle ore 22.47 UTC, nel Mare di Norvegia, sulla frattura della Dorsale atlantica, si è registrato un forte terremoto di MA. 6.2. Oggi, sullo stesso luogo, ossia all'interno del Circolo Polare Artico, un altro di MA 5.2. L'ondata sismica si sta già ripercuotendo in queste ore sull'Europa con piccoli movimenti tellurici.
Il ciclo di espansione atlantica è quindi ricominciato con una maggiore intensità sismica iniziale, che richiama l'attenzione su tutte le aree interessate del versante europeo e americano.
Il sisma nel Mare di Norvegia corrisponde ad un movimento raro, ma in linea con l'attuale richiamo luni-solare dell'asse terrestre verso un'ideale verticale, che prelude allo slittamento del Polo Nord della Terra.
La dinamica d'interazione tra tutti icorpi celesti nell'area interplanetaria del Sistema solare è dettata dalla forza gravitazione ed elettromagnetica, che tendono a mantenere l'equilibrio di tutti i pianeti intorno al Sole. La prevalente forza di attrazione gravitazionale del Sole impedisce ad ognuno dei pianeti di andare alla deriva verso orbite più ampie e li costringe a rimanere coesi ed in equilibrio dinamico, se pur precario per l'azione della stessa attività dell'astro, che tende a destabilizzarli con potenti getti di plasma solare (almeno quelli più vicini, come Mercurio e Venere).
Venere, nel suo transito davanti al Sole avvenuto nel 3113 a.C., oscillò violentemente, fino a quando non si assestò nuovamente sulla sua orbita, ma con un moto inverso a quello degli altri pianeti. La causa fu un'inversione totale di polarità magnetiche del Sole, un evento che si ripete  ad intervalli di  circa quattromila anni, a completamento di innumerevoli microcicli undicennali.
L'ultimo degli eventi d'inversione totale solare, dopo quello del 3113 a.C., è avvenuto nel 627.d.C., entrambe date memorabili per i cicli maya.
Con il prossimo transito di Venere, che avverrà nei giorni 5-6 Giugno 2012 e sarà meglio visibile nelle isole polinesiane, mentre il Sole sta compiendo una delle sue inversioni magnetiche undicennali, non ci si deve aspettare scenari apocalittici tipo quelli della scadenza quadrimillenaria. Dobbiamo fare tesoro, comunque, dell'esperienza che, a seguito dei transiti del 1761 e 1769, nel luglio di quest'ultimo anno si verificò un Big-On nella California e che quello del 1882 fu seguito nel 1883 dall'eruzione del vulcano indonesiano Krakatoa, dalla quale derivò un decisivo abbassamento della temperatura globale per le polveri sottili che oscurarono a lungo il Sole.
Sei mesi dopo il passaggio dell'8 giugno 2004, si è anche verificato il terremoto di Sumatra del 26 dicembre dello stesso anno, seguito dallo tsunami. L'avvenimento catastrofico ha dato inizio  all'attuale fase d'instabilità tettonica della Terra, connessa a lievi slittamenti dell'asse terrestre, con i conseguenti grossi terremoti di Haiti, del Cile e del Giappone, e con un vulcanismo molto accentuato e diffuso.
Le motivazioni degli scontri delle geo-masse, collegati a sismi e a vulcanismo, risiedono comunque nell'eccessiva inclinazione dell'asse terrestre, che frena il movimento di rotazione della Terra. Lo sforzo del nucleo per compensare il ritardo del moto terrestre provoca elettromagnetismo ed energia termica, forze in gioco nei processi di attivazione di sismogenetica e di incrementi dei bacini magmatici dei vulcani. Il calore interno rende anche più fluida l'astenosfera su cui scorrono le placche continentali, facilitando gli scontri tettonici.
Vulcanismo, terremoti, tsunami ed altri fenomeni distruttivi sono, pertanto, la conseguenza diretta dell'energia termica ed elettromagnetica che incidono sull'equilibrio terrestre ed interplanetario.

SCENARIO ELETTROMAGNETICO
La griglia geo-elettromagnetica naturale della Terra è determinata direttamente dal rapporto sincronico con il Sole, inteso come punto fisso di riferimento. La descrizione delle linee di flusso elettromagnetico è a forma di doppia evolvente, essendo descritta dal punto di  proiezione del Sole sulla superficie della Terra in moto di rotazione oscillante intorno al proprio asse. L'insieme di tali linee evolventi forma la rete energetica a maglie romboidali, ai cui nodi l'incrocio dei flussi elettromagnetici può potenziarsi o annullarsi.
Ogni nodo corrisponde al centro di una macro-cella geomorfologica della litosfera, dal quale s'irradia l'energia in espansione, che configura il territorio, proveniente in forma di elettromagnetismo dal nucleo terrestre messo sotto sforzo dall'inclinazione dell'asse.
L'equilibrio del sistema interplanetario solare dipende, pertanto, dall'interazione delle forze gravitazionale, elettromagnetica, nucleare forte e nucleare debole, che circolano all'interno dei campi elettromagnetici e gravitazionali combinati, che a loro volta si relazionano ed interagiscono con sistemi galattici ed extra galattici del cosmo.
L'azione di richiamo dell'asse terrestre verso la verticale ideale avviene quando si verificano particolari allineamenti planetari e luni-solari, secondo una dinamica ricorrente che permette alla  Terra di non andare alla deriva nello spazio sotto l'eccesso delle ampie oscillazioni caotiche derivate dall'accentuato "effetto trottola" impresso dall'asse troppo inclinato.
I grandi analemmi descritti nelle oscillazioni caotiche dell'asse eccessivamente inclinato fanno interagire negativamente le onde di flusso di polarità magnetiche nord e sud, poichè la Terra tende a captare il flusso aereo del suo campo magnetico terrestre dirette dal Polo Sud verso il Polo Nord. L'interazione vorticosa con quelle di polarità nord, dirette per via sotterranea verso il Polo Sud, crea fenomeni distruttivi geologici e metereologi, oltre che l'indebolimento del campo magnetico terrestre che, nella sua attuale forma a "macchia di leopardo", è sottoposto al rischio dell'inversione delle polarità magnetiche.

 

TEORIA DELLA DINAMICA SISMICA
E' possibile prevedere i terremoti?
La griglia elettromagnetica della Terra, i cui nodi rappresentano i punti di fuoriuscita di elettromagnetismo proveniente dal suo interno e che nella litosfera si trasforma in energia sismica distruttiva, sono punti dalle particolari caratteristiche geologiche, che ho reso più volte noti anche su "Scienza&Conoscenza" http://www.scienzeconoscenza.it/
Il modello delle "celle geomorfologiche" circolari modulare e con rapporti proporzionali di tipo  frattale è descritto nella "Teoria della dinamica elettromagnetica in celle geomorfologiche" divulgata  anche dalla rivista "Runa bianca" proprio in data 20 maggio 2012 (www.runabianca.it).
Le celle "modulari e frattali" possono essere monitorate per misurare la quantità di accumulo di elettromagnetismo, poiché i terremoti si manifestano alle periferie delle celle sature, con maggiore intensità nelle aree d'interazione tra più celle cariche limitrofe.
La dimanica di circolazione di energia sismica nella cella corrisponde alle figure determinate dalla vibrazione ad "armonica sei", mentre quella di spostamento degli epicentri rispetto ad una cella carica è dettata da una rotazione ad "epiciclo" (http://radiotel.blogspot.com).

SOLUZIONI POSSIBILI
Si possono impiegare dispositivi appositi: antenna di conversione dell'elettromagnetismo in "magnetismo coerente" o pompe di assorbimento delle "armoniche terrestri" (v. Progetto-pilota per la tutela del territorio salentino in  www.synergetic-art.com), che possono rendere coerenti le onde di flusso elettromagnetico. Tale operazione permetterebbe di neutralizzare l'energia distruttiva e di riequilibrare le dinamiche terrestri, potenziando così anche i flussi del campo magnetico, oggi diminuito e a rischio d'inversione di polarità.

 

Ecco l'analisi dell'autrice, Marisa Grande sulla dinamica del terremoto in Emilia Romagna del 20 maggio 2012:

 

Nell'immagine qui sotto, si può vedere una microcella Geo-elettromagnetica e geo-morfologica che ha un centro di espansione in località "CONTE".

 

 

L'ELETTROMAGNETISMO CHE S'IRRADIA DAL CENTRO ENERGETICO "CONTE" PROVOCA I TERREMOTI NELL'AREA PERIFERICA DELLA MICROCELLA, NELSETTORE INDICATO DALLE FRECCE, INCIDENDO MAGGIORMENTE SUL TRATTO CHE OPPONE MAGGIORE RESISTENZA ALLO STRESS SISMICO, COMPRESO TRA MIRANDOLA E BONDENO.

LA CONSEGUENZA DELLA SERIE DI MOVIMENTI POTREBBE CORRISPONDERE AL CONGIUNGIMENTO DELLA FAGLIA OVEST, CHE PASSA PER SAN POSSIDONIO, CON LA FAGLIE EST, CHE PASSA PER BONDENO, IL CUI ORIENTAMENTO GEOGRAFICO REALESI SVOLGE IN DIREZIONE S-W/N-E.

 

 

Per informazioni: Marisa Grande marisagrande@gmail.com

 

 


Marisa Grande
Artista leader del Movimento culturale “Synergetic-art”, avviato agli inizi degli anni Novanta per far interagire tra loro molteplici settori... Leggi la biografia
Artista leader del Movimento culturale “Synergetic-art”, avviato agli inizi degli anni Novanta per far interagire tra loro molteplici settori culturali, ai fini di pervenire ad una conoscenza globale della realtà. Socia dal 2001 della Società Italiana di Archeoastronomia presso l’Osservatorio di Brera di Milano, scrive su riviste di... Leggi la biografia

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