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Che effetto hanno i videogiochi sui bambini?

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Eleonora Poletti - 01/01/2016

I bambini sin dai primi anni di vita adorano giocare. Il gioco è un’attività divertente e interattiva e allo stesso tempo con finalità sociali e affettive. Queste abilità si sviluppano man mano che le caratteristiche di gioco diventano più complesse, passando da giochi senso-motori a giochi simbolici (o gioco del far finta) per arrivare a giochi più complessi, fatti di regole ben precise che contribuiscono a perfezionare le abilità sociali, il senso del sé e le norme di condotta umana. Negli ultimi anni il tempo libero dei bambini è sempre più rivolto all’utilizzo di videogiochi. Per comprendere con chiarezza quali possano essere le implicazioni di tale attività durante l’infanzia, è necessario approfondire sia gli effetti positivi sia quelli negativi sullo sviluppo psico-sociale del bambino.

Effetti positivi dei videogiochi
I videogiochi facilitano:

 

  • l’approccio alla cultura e al pensiero tecnologico;
  • stimolano i processi mentali (memoria, capacità di pensiero induttivo);
  • capacità di calcolo e di formulazione di strategie vincenti;
  • la coordinazione oculo-motoria.


Effetti negativi dei videogiochi
Possiamo assistere a fenomeni come:

 

  • estraniamento dalla realtà;
  • mancanza di empatia;
  • sedentarietà;
  • sovrappeso;
  • eccessivo senso di potere e controllo;
  • disturbi della vist.


Non è da trascurare il forte impatto dei contenuti violenti di alcuni videogiochi sul comportamento: diverse ricerche hanno infatti evidenziato come il contenuto di questi ultimi desensibilizzi il cervello alle immagini “crude” e induca comportamenti aggressivi.
 
Uno dei rischi più grandi quando si passa troppo tempo videogiocando è l’abolizione del confine tra uso e abuso, con il conseguente rischio di innesco di una vera e propria dipendenza. Con l’utilizzo eccessivo di videogiochi si verifica quindi, un sovraccarico di informazioni che rende i bambini incapaci di ritenere, gestire, elaborare ed interpretare, la mole di dati cui si trovano esposti. Ciò si riscontra soprattutto con quei videogiochi e simulazioni virtuali che presentano una perfezione grafica tale, da ridurre notevolmente la distanza tra realtà e finzione. Il contatto precoce, intenso e prolungato rende difficile al bambino l’individuazione del confine tra uomo e macchina, animato e inanimato, fantasia e realtà.

 

Come gestire l’uso dei videogiochi
Per cercare di contenere tutti i rischi legati all’uso dei videogiochi, si possono però attuare delle precise regole. Eccone alcune:

  • I genitori devono supervisionare il tempo trascorso dai loro figli sui videogiochi, in modo che non si trasformi in un’attività quotidiana e per un tempo non superiore alle due ore complessive;
  • Fare delle pause durante l’utilizzo del videogioco, in modo da permettere il riposo sia del sistema cognitivo sia di quello visivo;
  • Promuovere l’utilizzo dei videogiochi in sfide con amici o fratelli, in modo da rendere il gioco, uno strumento di socializzazione piuttosto che di isolamento;
  • Controllare il contenuto dei videogiochi acquistati, evitando sfide violente o eccessivamente competitive.


Nell’era di internet non possiamo impedire ai nostri figli di utilizzare videogiochi, estraniandoli dal mondo che li circonda o allarmandoli oltremodo sui rischi cui possono incorrere. Al contrario per impedire che siano esposti a tali pericoli, è fondamentale parlare con loro, ascoltarli, giocare e rispondere alle domande con pazienza e serenità. Supervisionare i propri figli silenziosamente, intervenendo solo all’occorrenza, è il modo migliore per infondere loro fiducia e responsabilizzarli, indirizzandoli così verso una crescita più matura e sicura di sé.

Scopri maggiori informazioni sui danni provocati dalla TV sul cervello dei bambini, in questo articolo: Clicca qui





Eleonora Poletti
La dottoressa Eleonora Poletti è laureata in Psicologia, specializzata in “Psicologia dello sviluppo” e “Psicologia Clinica". Ha conseguito... Leggi la biografia
La dottoressa Eleonora Poletti è laureata in Psicologia, specializzata in “Psicologia dello sviluppo” e “Psicologia Clinica". Ha conseguito un Master in Sessuologia Clinica e  approfondito gli studi sulle tecniche di rilassamento e Training autogeno. Grazie a numerose esperienze lavorative, ha acquisito competenze in svariati ambiti: •... Leggi la biografia

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