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Il respiro olografico: un flusso d'aria che ci attraversa e ci rende parte del respiro dell'intero cosmo


Anna Bacchia - 01/01/2016

Quando osserviamo il nostro respiro, generalmente lo descriviamo in due fasi: una di inspiro, in cui prendiamo aria, e una di espiro in cui emettiamo aria.
Noi sappiamo che possiamo controllare il nostro respiro con la nostra volontà, che possiamo respirare con ritmi più lenti o più veloci, e scegliere la quantità d’aria che inspiriamo o espiriamo: sotto tali punti di vista riconosciamo che il respiro è un processo volontario.
Inseme, per nostra esperienza diretta sappiamo che il respiro è anche un processo involontario, che avviene in modo non controllato direttamente da noi, per esempio quando dormiamo o in genere durante la giornata, quando camminiamo, ceniamo, conversiamo, e il nostro respiro non ha bisogno che noi ci pensiamo per avvenire.
Nei programmi ÌNIN che propongo sulla base della Ricerca in campo cognitivo che ho sviluppato, il respiro è visto come un processo indipendente da noi. In tali percorsi i partecipanti esperimentano che noi non creiamo il respiro ma ne siamo attraversati come strumenti, come flauti attraverso cui passa dell’aria ed emettono suono. Noi non siamo autori del nostro respiro come soggetti di una nostra azione motoria volontaria, ma un flusso d’aria passa attraverso noi, nonostante noi. Come stiamo per vedere, è il campo di frequenze dove continuamente ci spostiamo che genera quel flusso.
Non possiamo scegliere neppure di non respirare, perché è il flusso vitale che ci ha plasmato così come siamo fatti: dai nostri polmoni alla nostra coscienza del respiro, ci attraversa senza interruzione e crea il nostro respiro naturale, continuo ed essenziale alla nostra esistenza.
Come viene concepito in diverse discipline e arti marziali orientali, e come è ben espresso dall’espressione della lingua tedesca, es atmet mich, che significa esso respira me, è il respiro vitale e la vita che respira noi, ovvero ci fa respirare.

Quando il respiro diventa suono
Tutta la nostra interazione con il mondo passa attraverso il nostro respiro, e il nostro comunicare verbale si realizza mediante il flusso d’aria che ci attraversa.
Il nostro respiro è trasformato in frequenze sonore capaci di trasparire tutto quello che siamo, istante per istante: il flusso d’aria che espiriamo è trasformato in un flusso ondulatorio capace di veicolare informazioni sulla nostra Energia, sulla nostra più profonda percezione della vita, e sulla qualità del nostro essere, istante per istante.
Es tönt mich, nella lingua tedesca significa ‘esso suona me’: non siamo noi a generare direttamente il suono vocale, ma il nostro respiro suona il nostro strumento e, come vedremo, le qualità della nostra voce si creano specchiando il campo di frequenze che vibriamo in ogni momento, mentre la nostra voce racconta di noi attraverso le sue infinite sfumature.
Ma il respiro dove si genera?

 

Nell'articolo integrale si parla di:

  • respiro e intelligenza silenziosa
  • ÌNIN: l'esperienza quantum, respiro e frequenze pure
  • il respiro creato dal vedere, dall'immaginare, dal concepire
  • respiro e vuoto quantum
  • respiro continuum: commensurabile e incommensurabile
  • fra inspiro ed espiro: il luogo della trasformazione, della coscienza, della visione, della guarigione


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