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La scelta alimentare, un rituale d'amore


Maria Gabriella Santolisier - 01/01/2016

Mai come in questo momento storico dell’esistenza umana la vita ci chiama ad essere presenti in ogni scelta e in ogni azione.
Abbiamo compreso di non essere semplici osservatori di ciò che si manifesta nella nostra realtà ma di essere dei “partecipanti” alla creazione del “Tutto”.
Cosa vuol dire?
È da oltre un secolo che ci viene proposta questa visione, da quando il Nobel tedesco Max Planck ha dimostrato che tutto ciò che esiste, tutta la materia, è un pulsare di energia elettromagnetica che viene condizionata dall’ambiente circostante.
In questo pulsare universale, secondo Albert Enstein, l’ essere umano è un semplice osservatore che tenta di comprendere ciò che si manifesta ai propri occhi.
Ma, per il fisico americano John Wheeler: “Non si può immaginare un Universo che non contenga l’ Uomo. L’essere umano concrea
l’Universo e la vita che in esso si manifesta, interagendo con l’ambiente e col pulsare di energia elettromagnetica che si trova nella materia e nel vuoto che viene chiamato “il campo”.
Ogni scelta umana è una creazione con e per l’Universo intero, compresa ogni nostra realtà.
E nulla di più concreto, di più intimo e di più alchemico dell’alimentazione ci pone ripetutamente e quotidianamente davanti a questa con-creazione.
Il mio intento non è quello di soffermarmi sul comportamento fisiologico della digestione dei cibi, oltre che sui meccanismi che si mettono in moto nel nostro organismo a seconda della tipologia di alimento introdotto, ma piuttosto quello di osservare il rapporto che creiamo di volta in volta con l’elemento cibo e con l’ azione che andiamo a compiere “mangiando”: ovvero, in che modo scegliamo e introduciamo nel corpo un cibo “che pulsa di una sua sostanza” e che diventerà il nostro sangue, la nostra mente e il nostro spirito, il nostro e l’altrui Universo, “il campo”. Un “nuovo pulsare”, un nuovo campo elettromagnetico.
Con curiosità ho orientato il mio sguardo al passato notando che tutte le Scuole Religiose, in ogni parte del mondo e di qualunque Fede, si sono sempre basate su regole e scelte alimentari.
I “Maestri” del nostro passato non conoscevano la chimica attuale ma, i Testi Sacri ci indicano quale sia l’importanza che il cibo ha nella pratica della ricerca spirituale, avvicinandosi in maniera prepotente a ciò che Max Planck ci ha rivelato nel 1900 con la “legge dei quanti”.
Ogni alimento contiene in sé dei principi chimici e delle sostanze che inducono, attraverso la loro assunzione, ad una trasformazione cellulare che si ripercuote nel comportamento, nel pensiero, nello spirito e nella salute dell’essere umano nella sua totalità.
Con l’evoluzione della scienza e l’analisi del funzionamento del sistema endocrino, nervoso e psicosomatico, successivamente si è compreso quale condizionamento avesse sull’organismo una scelta alimentare rispetto ad un’ altra, rispondendo al perché, nelle pratiche spirituali, alcune categorie di alimenti venivano vietate e altre invece costituivano la base essenziale del nutrimento, soprattutto del neòfita che, attraverso queste modalità, veniva “forgiato” nel corpo e nell’ anima.
Oggi possiamo dire quanto possano influire le scelte alimentari nella creazione del Tutto.
Come possiamo tradurre in pratica, per i giorni nostri, per la nostra quotidianità tutto questo discorso che potrebbe apparire astratto?

L’ascolto corporeo
Soffermiamoci sull’aspetto emozionale che, nel mondo di ciascuno di noi, ogni alimento porta con sé.
Fermandoci sull’ascolto dell’emozione vissuta la prima volta che abbiamo introdotto un determinato cibo scopriamo che quella stessa emozione ci accompagnerà, inconsapevolmente, ogni qualvolta ri-sceglieremo o rifiuteremo quello stesso alimento.
Alla luce di ciò, non è sicuramente da trascurare la modalità con la quale siamo stati nutriti sin dalla nascita.
Quando nasciamo siamo totalmente “istinto” e “affamati di cibo-pappa e cibo-affetto”, senza peraltro riconoscerli distintamente.
Tutti sappiamo che non è sufficiente alimentare meccanicamente un bimbo affinché questo cresca bene ma, perché ciò avvenga, il “cibo pappa” dev’essere sempre accompagnato da “cibo affetto”.
Possiamo dire che le nostre “emozioni”, che sappiamo nascere dal nostro passato, sono in stretto contatto con le nostre scelte alimentari e le condizionano nel presente.
La “trasformazione” che il nostro apparato gastro-enterico sviluppa relativamente al “cibo come memoria emozionale” è in grado di intraprendere un viaggio nella “nostra storia intima e personale”.
Addentrandoci in questo mondo speciale, fatto di forme, colori, profumi ed emozioni, scopriamo che tutto questo è alla base della creazione dei nostri “sentimenti”.

Come alimentarci e alimentare la nostra vita, nonché l’interazione del sistema universale?
Prima di tutto per poter comprendere quale sia, in un preciso momento, il cibo più adatto per noi, occorre essere totalmente presenti nel corpo.
È attraverso l’azione del corpo che ci alimenteremo creando il nostro campo elettromagnetico fatto di pensieri, emozioni e sentimenti che, a sua volta, interagirà col campo elettromagnetico di tutte le cose esistenti, di tutto l’Universo.
Il corpo è saggio e sa esattamente quale sia la reale necessità alimentare. Sa esattamente come vuole essere nutrito per perpetuare la vita.
L’ applicazione dell’ascolto corporeo per riconoscere le esigenze alimentari personali è uno strumento che ci permette di fare sempre una scelta consapevole.
Per esempio: possiamo avere un’ idea, un desiderio di cibo dettati da un pensiero, un ricordo o un emozione ma poi, dopo aver mangiato, constatare che il corpo non lo ha accettato.
Questo è creato da una disconnessione tra mente, corpo e spirito. Disconnessione tra pensiero, emozione e sentimento.
Ora osserviamo olisticamente l’ essere umano:
- la nostra attività di pensiero viene creata nella parte alta del nostro corpo: ( base delle spalle-testa), (V, VI, VII chakra);
- la zona corporea che esprime le emozioni si manifesta nella parte bassa del corpo: (bocca dello stomaco / perineo <relativamente al posizionamento dei chakra> / gambe e piedi <relativamente al corpo>), (III , II, I, chakra );
Attraverso un semplice esercizio di meditazione, possiamo sperimentare l’unione di queste due parti facendo confluire pensiero ed emozione nella zona centrale del nostro corpo che corrisponde al “chakra del cuore, (IV)”.
“Il cuore” trasformerà il pensiero e l’emozione in “sentimento”. La scienza ha riconosciuto nel cuore l’organo del nostro corpo che emette con maggiore intensità le onde elettromagnetiche che, viaggiando oltre il nostro corpo, interagiscono con le onde elettromagnetiche del “campo”.
E i sentimenti che l’Essere Umano può esprimere e sperimentare attraverso il cuore sono due:
- AMORE (ne consegue serenità, pace, gioia, buonumore…);
- PAURA (ne consegue tristezza, turbamento, rabbia, rancore...).
Se scelgo il cibo con Amore, creo Amore.
Se scelgo il cibo con Paura, creo Paura.
Se cucino con Amore, creo Amore.
Se cucino con Paura, creo Paura.
Restando in connessione col corpo e ascoltando il sentimento prodotto dal cuore posso avere consapevolezza di quale sentimento sto producendo e creando: Amore o Paura?
Scopriremo che in questo modo il corpo sceglierà una sola tipologia di cibo e non svariate e diverse sostanze; inoltre sentirà immediatamente il punto di sazietà e di soddisfazione che avverrà a tutti i livelli.
Sarà semplice riconoscere un cibo "vivo" da uno “morto”, un cibo “ integro” da uno “impoverito”, un cibo “semplice” da uno “sofisticato”….
Questo esercizio di meditazione ci permette di “toccare con mano” l’unione e il collegamento di tutto il nostro essere, dove tutto si unisce e diventa UNO.
Applicandolo giornalmente, nella scelta degli alimenti, affinché diventi uno strumento ovvio del nostro “stare qui e ora” questo metodo ci porta ad osservare uno stravolgimento delle abitudini alimentari che, sino a quel momento, erano state dettate da antiche emozioni inconsapevoli.
Personalmente ho sperimentato e fatto sperimentare la “meditazione attiva alimentare”, così l’ho chiamata, e i risultati sono stati straordinari, qualunque fosse la manifestazione di malessere che l’assistito presentava.

Concludendo. tutti noi siamo creatori e possiamo divenire consapevoli diventando ciò che scegliamo di essere, in modo radicale e istantaneo, attraverso la scelta del cibo. Interrogando il nostro corpo e ascoltando il desiderio che il corpo stesso manifesta in quel preciso momento, potremo nutrire la mente e l'anima in totale armonia con la parte corporale.
Questa modalità di “connessione” in primis con noi stessi e successivamente, sia come qualità che come quantità, col cibo che diventerà di lì a poco il “nostro essere “ nella totalità di corpo, mente e spirito, porta enormi benefici a tutto l'universo proprio perché, così facendo, l'essere umano ne diventa intenzionalmente partecipatore.
A questa presa di coscienza consegue una presa in carico della propria vita e del proprio benessere che non viene più demandato a terapeuti e/o a specialisti, ma viene vissuto con la scelta di responsabilità.
Il nostro peso corporeo non avrà necessità di essere riconosciuto secondo tabelle e calcoli prestabiliti, la nostra autostima sarà una conseguenza logica;
la gioia, il buonumore e il benessere verranno portati a passeggio nel Mondo attraverso un corpo che manifesterà la Sua magnificenza in totale consapevolezza nel vivere qui e ora: un’ologramma della gioia esplosiva Universale!
Un detto rabbinico cita:“Prima di mangiare e bere, l’uomo ha due cuori, dopo aver mangiato e bevuto non ne ha che uno”.

Maria Gabriella Santolisier
Naturopatia, iridologia, ricerche in alimentazione

kiethilonatura@tiscali.it


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