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Parto con taglio cesareo: troppi in Italia

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Margherita Russo - 01/01/2016

 

In Italia, secondo dati del 2008, il 38% dei parti avviene con taglio cesareo, con un’incidenza diversa da regione a regione; quella con la percentuale più elevata è la Campania, in cui si raggiungono punte del 62%, mentre le zone in cui se ne eseguono meno sono la provincia autonoma di Trento e il Friuli-Venezia Giulia (23%). Con questi dati, l’Italia si aggiudica il primato di nazione europea in cui si effettuano più parti cesarei; la seconda è il Portogallo, con il 33%. A onor del vero, bisogna però aggiungere che c’è una tendenza globale a ricorrere al cesareo, in tutti i Paesi urbanizzati. 

Queste percentuali devono far riflettere. Il parto cesareo è a tutti gli effetti un intervento chirurgico, che in alcuni casi è indicato e può aiutare moltissimo mamma e bambino, ma molte volte non è necessario.


Cosa dicono le linee guida

Le indicazioni al taglio cesareo sono illustrate molto bene nelle linee guida Taglio cesareo: una scelta consapevole dell’Istituto superiore di sanità (ISS) insieme al Sistema nazionale per le linee guida (SNLG). Le riassumiamo brevemente:

* Placenta previa

* Gestante diabetica con feto di peso pari o superiore a 4,5 chilogrammi

* Presentazione podalica del feto

* Alcune infezioni o patologie della gestante, per esempio HIV o Herpes simplex

Esistono, poi, alcune altre condizioni in cui il medico deve valutare, caso per caso, se ricorrere al cesareo, per esempio nei parti gemellari o in alcune donne (non tutte) che hanno già partorito con taglio cesareo. 


La gestante può richiedere il taglio cesareo?

Il taglio cesareo dovrebbe essere proposto dal medico, quando ritiene che sia indicato. Se è la futura mamma a volerlo, le indicazioni dell’ISS raccomandano di discutere con il ginecologo le ragioni della richiesta, valutando i pro e i contro.

Se la motivazione è la paura dei dolori associati a travaglio e parto, informarsi sul sostegno offerto dalla struttura in cui si è deciso di partorire può aiutare ad affrontare con maggiore serenità l’evento. Il dolore associato al travaglio e alla fase espulsiva del parto è estremamente soggettivo: non è uguale per tutte e non tutte hanno la stessa percezione del dolore. Può, inoltre, essere utile apprendere, durante la gravidanza, tecniche di respirazione e rilassamento quali il training autogeno respiratorio. Se si pensa di non poter comunque sopportare il dolore, ci si può informare, sempre parlandone con il proprio medico, sulla possibilità di fare l'anestesia epidurale.

Il parto cesareo, in ogni caso, non è indolore; la sofferenza fisica si sposta nel post-parto che è comunque un post-operatorio. 


Articolo pubblicato per gentile concessione di: Cure-Naturali.it il portale di riferimento su salute, cure e rimedi naturali


Margherita Russo
Laureata in lingue e letterature straniere e specializzata nella produzione di contenuti di Medicina. È traduttrice, redattrice e Content Manager... Leggi la biografia
Laureata in lingue e letterature straniere e specializzata nella produzione di contenuti di Medicina. È traduttrice, redattrice e Content Manager per il web, per l’editoria tradizionale e per le aziende. Testimedici.com è il suo sito professionale. Apprendista mamma è il suo blog.  Leggi la biografia

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