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Il Metodo Kousmine per una sana e naturale alimentazione


Elsa Nityama Masetti - 01/01/2016

La salute ha origine al di fuori della sfera della medicina.

Dipende dal rispetto di leggi immutabili.

La malattia è la conseguenza della violazione di tali leggi

M.me E. G. White 

 


Un giorno, di lei – della dr.ssa Catherine Kousmine – senza conoscere il suo lavoro, ho detto: «Che meraviglia invecchiare così!».

Mi trovavo di fronte alla tenera immagine di una vecchietta dagli occhi incredibilmente vitali. Una faccia radiante benessere, in cui le rughe passavano in secondo piano.

Di lei si tende a conoscere di più, giacché nel tempo è diventata popolare, la crema Budwing.

Ne è passato del tempo da quando per la prima ho sentito parlare di questa colazione naturale e completa. Allora, all’incirca ventotto anni fa, la dottoressa Kousmine era ancora in vita e del suo metodo si parlava come di uno dei più all’avanguardia relativamente all’influenza di una curata e naturale alimentazione sulla salute, sul benessere intestinale e il sistema immunitario.

Dalla sua parte aveva studi, ricerche e una dedita formazione medico-scientifica di stampo occidentale, in un periodo in cui erano molte le attraenti e sincretiche tendenze derivate dal grande e antico colosso della medicina orientale e della sua dietetica. 

 

Chaterine: storia di una pioniera

È stata, nel suo ambiente, una pioniera, e a ragione. Basti pensare che questa curiosa, appassionata ricercatrice e pediatra – fiera amante della sua formazione accademica e degli studi clinici – aveva scoperto, già dal 1945, con dovizia di casi seguiti e documentati, che il cancro non è la manifestazione di un diabolico essere alieno nel nostro corpo, bensì un suo modo altamente complesso e intelligente di difendersi. Anche l’attitudine con la quale si pose nell’esplorazione di questa sempre più dilagante malattia terminale mostra il coraggio del nuovo, soprattutto nell’ambiente medico. 

La dottoressa Kousmine studia e sperimenta arditamente non con l’intento bellico di debellare il tumore, piuttosto di comprendere come si sviluppa. A seguito dei suoi studi avanzati, senza alzare la voce in toni eclatanti, tra un rigo e l’altro di una delle sue opere – La tavola della salute – ci fa capire che il cancro non è mortale, che si può guarire. Partendo da dove? Ripercorrendo le fasi che hanno sollecitato l’organismo a rispondere con un ultimo tentativo sensato di salvaguardia, il tumore appunto.

Come? Rigenerando la membrana intestinale, riportando alla tonica compattezza originaria le sottili pareti del crasso e, fondamentale, del tenue. 

Con quali mezzi? Una sana alimentazione, prima di tutto. Ovvero l’apporto di vitamine, oligoelementi e grassi di buona qualità attraverso il cibo, al quale si possono aggiungere complessi vitaminici, da un lato, e dall’altro un’igiene che supporti il ricostituirsi della coesione-elasticità della pellicola viscerale, e un lavaggio oleico delle mucose della bocca e della lingua. Il tutto è sostenuto dal monitoraggio dell’equilibrio acido-basico del sangue. In alcuni approcci alla salute quest’ultimo punto ha assunto, negli anni, fino ad arrivare ai giorni nostri, un ruolo centrale, tant’è che ora si sente parlare sempre di più, con modalità diverse, dell’importanza di raggiungere e mantenere un equilibrio acido-basico.

In uno dei pochi video in circolazione, che ritrae Catherine Kousmine alle soglie del suo ultimo quinquennio, come lei con arresa serenità ammette, è con poche parole che la dottoressa declama il punto centrale della sua ricerca: «La malattia – lei dice – è dovuta principalmente all’intossicazione del nostro intestino a causa della cattiva alimentazione e della stitichezza. Ci vuole una parete intestinale normale per essere resistenti». Se la parete intestinale che è costituita da un solo strato cellulare si fa porosa, lasciando passare delle tossine e il fegato non riesce a distruggerle, il malato a quel punto si difende creando un tumore. «La crema Budwing – la dott.ssa aggiunge – è un cocktail di vitamine estremamente benefico, che permette di avere un miglior equilibrio di salute, ma non è una panacea… non faccio solo questo!».

 

Il metodo: meno proteine, più vitamina F

Ed ecco che ritorna la “rinomata” crema-colazione degli inizi, inclusa in quello che poi è stato chiamato il ben più articolato metodo Kousmine. Sulla crema posso testimoniare direttamente, a fronte di una ormai costante pratica nel prepararla e, soprattutto, nel mangiarla. Sono diversi anni che è diventata la mia-nostra colazione per eccellenza, riadattata e lievemente personalizzata. Diciamo che l’ho scoperta mangiandola. È stato senza l’intento preciso di voler abbracciare un metodo o un regime che ho semplicemente cominciato ad adottarla, senza prefiggermi niente in particolare. La piacevole scoperta è stata, già dopo pochi giorni, che si trattava di una colazione leggera eppure piacevolmente sostanziosa, che dispensava il corpo-mente dal chiedere ancora cibo, nell’arco dell’intera mattinata. Appagante, nel senso pieno della parola, anche senza banana, un frutto che viene da troppo lontano, per i miei gusti. Tuttavia, sottoscrivo, non è una panacea e il metodo Kousmine, come già accennato, non si riduce certo a questa, non si ferma lì. 

Un punto fermo è la larga diminuzione di proteine, soprattutto animali, in favore di verdure, frutta e cereali integri, macinati o spezzati di fresco, in modo da tagliare i tempi di cottura e anche, come nella Budwing e non solo, prestarsi, in piccole quantità, a essere consumati crudi. A riguardo c’è ora molta letteratura scientifica e certo, nel mondo medico, Catherine Kousmine è stata un’apripista anche, a mio avviso, dell’avanzare di un certo tipo di veganesimo, sebbene questo abbia un terreno di natura ideologica estraneo al suo procedere, rigoroso e clinico nell’indagare. Un’indagine che testimonia, tuttavia, la forza autentica di un femminile intuitivo in buon equilibrio con lo strumento accademico. Un po’ come l’unione delle sue origini russe e della più pragmatica Svizzera, che l’ha ospitata. 

Importantissimo, nella sua pratica, è il giusto apporto di vitamina F, rappresentato da acidi grassi essenziali da me sopra nominati, grassi di buona qualità. E qui un veganesimo superficiale, sentimentale e poco competente dell’energia dei cibi e dei loro nutrienti, può alla lunga far cilecca, soprattutto in un organismo femminile: è l’esperienza diretta che parla, sofferta. Ora posso dire, come, scopro, aveva già detto la Kousmine un bel po’ di anni fa, che l’insufficienza di sostanze grasse di buona qualità nell’alimentazione provoca e sollecita varie malattie croniche da carenza, che si sono diffuse con una certa velocità. Questo, unito al desiderio di imitare una certa asciuttezza molto di moda, può nel corpo femminile andare a ledere quelle riserve lipidiche molto importanti per uno sviluppo naturale e sano nelle varie stagioni sessuali. Spesso certe derive dietetiche sono teorizzate e in buona fede divulgate da uomini, che rischiano di dimenticare la delicata differenza tra i generi. 

 

I semi oleosi nella dieta e a uso medicale

Ritornando alla breve intervista video, che mostra segni inconsueti di vitalità e plasticità cerebrale in una donna che ha già raggiunto la veneranda età di 82 anni – l’unica sopravvissuta della sua valle, come lei afferma – c’è un momento in cui si rivolge alla sua interlocutrice dicendo, a proposito della vitamina F, che la pelle, nonostante l’età, dovrebbe rimanere setosa (che non vuol dire tirata), nutrita e lucente, come quella delle sue mani, sebbene cariche di anni. Si tratta, infatti, non soltanto di un apporto idrico ma di acidi grassi essenziali. Ora, su questi ultimi, si parla molto e si scrivono trattati ed essi sono prescritti spesso come integratori isolati, con il nome di omega 6 e omega 3.

La dottoressa Kousmine conosceva in modo approfondito la loro funzione e necessità. Oltre a raccomandarli nell’alimentazione giornaliera attraverso l’assunzione di semi oleosi come quelli di girasole, lino, mandorle, noci, nocciole, sesamo, prescrive un uso medicale di alcuni dei loro oli.

Così raccomanda sciacqui mattutini della bocca con olio di girasole pressato a freddo e lo stesso olio per via anale, a seguito di enteroclismi rinfrescanti che preparano la mucosa intestinale al meglio del suo assorbimento, al fine di ricompattare la porosità delle pareti dei visceri.

In ayurveda – una tradizione medica apparentemente mille miglia lontana dalle ricerche della Kousmine – questo fenomeno, che lei indica utilizzando il termine “setosa”, è conosciuto come ojas. Si tratta di una sorta di sana radianza organica del tessuto connettivo e dell’epidermide, sollecitata tra l’altro dall’utilizzo, nell’alimentazione, di burro chiarificato, e dell’olio di ricino e girasole sotto forma di rimedi. Inoltre prevede una vasta scelta di oli da massaggio a base di sesamo e principi vegetali. Non è quindi un caso che anche l’ayurveda preveda degli enteroclismi, chiamati basti, sagge miscele di acqua, polveri d’erbe e olio di sesamo.

Catherine Kousmine, che dubito conoscesse l’Ayurveda, è arrivata con la sua dedizione e la ricerca laddove un serio approccio alla salute approfondito e globale, inteso come stile di vita, giunge. E vi giunge, come dice una bella citazione presente nel suo libro, al di fuori della medicina classicamente intesa:

Di ordine e leggi si parla (e si pratica) pure nella medicina macrobiotica e, la cosa non mi ha stupito per niente, anche nell’approccio in evoluzione delle costellazioni familiari, secondo Bert Hellinger.

Certo, ormai le scuole sono molte e alcuni potrebbero liquidare la ricerca della Kousmine come superata – trovandovi lacune e limiti. Tuttavia il suo metodo resta una delle solide spalle dalla cui altezza i nuovi pionieri possono guardare avanti.

 

 

Il Medoto Kousmine: i punti fermi

  • Una sana e naturale alimentazione, che include il rispetto degli orari alimentari proporzionalmente alle quantità assunte e all’età.
  • Igiene intestinale e lavaggi della bocca con olio di girasole bio pressato a freddo
  • L’equilibrio acido-basico
  • Supplementi nutrizionali e integratori vitaminici
  • Autovaccini (nell’eventualità)

 

La famigerata budwing nella sua originale estensione e nelle sue varianti:

  •  1 C. circa di cereale integrale macinato finemente – meglio se avena, grano saraceno, orzo, riso
  • due c. di olio di lino - o 1e ? di semi di lino 
  • Altri semi in piccole quantità: nocciole, mandorle, noci, girasole, zucca
  •  il succo di mezzo limone
  • Una mezza banana matura - o un cucchiaino di miele o altro dolcificante naturale (agave, sciroppo d’acero, malto di riso…)
  • ricotta (100g circa) – yogurt (125gcirca - anche di soya). Consiglio i derivati da latte di capra nostrani, sconsiglio con enfasi il tofu crudo.
  • Frutta di stagione a pezzetti

 

Chi era Catherine Kousmine?

Catherine Kousmine (1904 - 1992) nasce in Russia per approdare ancora molto giovane in Svizzera, a Losanna. Qui diventa medico quando "fare scienza" era cosa da uomini. In piena guerra mondiale, cerca di capire l'importanza dell'alimentazione nella genesi del cancro nei topi e di altre malattie cosiddette incurabili. Quando nel 1949 applica le sue scoperte alla cura di un malato di cancro condannato dalla medicina ufficiale, lo vede sopravvivere fino all'età di 89 anni: è solo il primo di una lunga serie di successi, di tante guarigioni e di casi risolti che danno all'autrice la forza di superare le critiche di molti colleghi.

 

Per approfondire: http://www.kousmine.net/. È sempre consigliabile interpellare un medico esperto in materia.

 


Elsa Nityama Masetti
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