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Sono gli elettroni a farci innamorare? E sono sempre gli elettroni che mantengono l'amore vivo negli anni?

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Pasquale Foglia - 01/01/2016

1. L’ambivalenza cosmica

Ogni processo, vitale e non vitale, richiede l’intervento elettrochimico degli elettroni. La forza della natura sta nell’energia degli elettroni. Le orbite descritte dai pianeti intorno al Sole richiamano il moto degli elettroni intorno al nucleo dell’atomo. Il sistema solare è una giostra perfettamente congegnata in cui il movimento di ogni pianeta è sincronizzato con quello di tutti gli altri. È indubitabile, perciò, che i pianeti interagiscano tra di loro nell’intricato equilibrio gravitazionale della sfera celeste, e pertanto la Terra e i suoi abitanti subiscono un’influenza cosmica considerevole.

L’uomo è una piccola cellula del cosmo e obbedisce alle sue leggi. L’ambivalenza dei sentimenti umani sembra essere una conseguenza della dualità del cosmo, la cui manifestazione più nota è il continuo alternarsi dei pianeti tra due punti estremi: l’afelio e il perielio. L’ambivalenza umana, nel vissuto quotidiano, è causata dal conflitto che intercorre tra il sistema nervoso automatico, che sovrintende agli istinti di base o di sopravvivenza, e la corteccia cerebrale che presiede al processo evolutivo-etico-sociale dell’umanità. Vi sono, infatti, sentimenti istintuali e irrazionali come la collera, la gelosia, l’invidia, la vendetta, l’odio e la malvagità capaci di spazzare via in un attimo ogni capacità di giudizio. L’uomo comune spesse volte ‘ragiona’ soltanto dopo avere sbagliato (leggi anche: dopo essersi ‘raffreddato’). Ma vi sono anche sentimenti nobili e razionali come l’altruismo, la solidarietà, l’abnegazione e l’amore universale che riscattano l’umanità dalle proprie bassezze. Come ben sappiamo, in ogni persona esistono tutte le coppie di opposti: amore e odio, bene e male, egoismo e altruismo, razionalità e irrazionalità, passionalità e freddezza, ecc. C’è chi sviluppa rigidamente l’autodisciplina e crede fermamente nel libero arbitrio, e chi invece ne resta quasi totalmente privo e si affida all’ineluttabilità del destino: fra i due estremi c’è la grande massa di persone ‘ambivalenti’. Ogni cosa ha sempre due facce, e potremmo anche dire un lato piacevole e uno spiacevole. Soltanto con una buona dose di flessibilità possiamo sfuggire all’ambivalenza ed evitare lo strapotere di un polo sull’altro e tutte le sofferenze che ne derivano.

 

2. Le reazioni di ossido-riduzione

La cosa più sorprendente è che l’ambivalenza cosmica si manifesta ovunque, persino nelle reazioni chimiche! Quando due sostanze chimiche vengono a contatto tra loro, vanno soggette ad un processo detto di ossidoriduzione in cui una sostanza si ossida cedendo elettroni e l’altra si riduce acquistandoli. L’ossidazione rappresenta una perdita di elettroni e di energia; invece la riduzione è un acquisto di elettroni e di energia. L’ossidazione è un processo molto comune in natura: la respirazione, per esempio, grazie alla quale le sostanze nutritive, ricche di energia, sono trasformate in acqua e anidride carbonica con sviluppo di calore, è appunto un processo ossidativo. La fotosintesi invece, grazie alla quale l’energia elettromagnetica del sole viene trasformata ed immagazzinata come energia chimica nei tessuti delle piante, è un processo di riduzione. Le ossidazioni avvengono attraverso l’azione di coenzimi detti anche trasportatori di elettroni, i quali (coenzimi) vengono ridotti, ossia assumono gli elettroni carichi di energia provenienti dalla rottura dei legami chimici. (2) Tutte le reazioni chimiche che avvengono nel nostro organismo sono reazioni di ossidoriduzione, per cui possiamo dedurre che l’uomo è ambivalente dal punto di vista psicologico proprio perché lo è dal punto di vista fisiologico. È noto che ogni emozione corrisponde ad un determinato recettore chimico. Ovviamente i processi di ossido-riduzione sono complessi in quanto nei neuroni avviene la produzione di neurotrasmettitori (quelli adrenalinici provocano stress e tensione, mentre quelli noradrenalinici generano distensione ed eliminano il dolore). Dunque, la forza della natura sta nell’energia degli elettroni. Noi consumiamo energie non soltanto quando facciamo attività fisica, ma anche quando pensiamo e soprattutto quando ci emozioniamo. Le emozioni negative (paura, ansia, collera, invidia, indecisione, arrabbiature e dispiaceri in genere) provocano un forte dispendio energetico. Anche i pensieri, tanto più se di natura ossessiva, ci fanno consumare molte energie. Il sonno consente il recupero delle forze grazie al rallentamento delle funzioni vitali, ma anche perché il pensiero non giunge alla coscienza, benché la vita emotiva continui nei sogni. Con la meditazione si mira a fissare il pensiero, che non si annulla mai, sul cosiddetto mantra che assorbe pochissime energie. Come spiega Giulio Cesare Giacobbe: «Recitando un mantra, tu sposti la carica ossessiva (dei pensieri N.d.A.) su un oggetto neutro, che non ti genera alcuna tensione, e quindi le togli il rifornimento di energia» (3).

3. La forza di attrazione

Due persone che si ‘cercano con gli occhi’ instaurando il noto fenomeno emotivo di attrazione-repulsione, attivano un processo energetico. Le forze di attrazione-repulsione sono forze elettriche. Dunque, anche per effetto del corteggiamento si verificano reazioni di ossidoriduzione nel nostro organismo. Per esempio, un giovane e una giovane, quando si vedono corteggiati, sono soddisfatti di sé e sono carichi di energie, mentre se sono stati lasciati si sentono del tutto scarichi, senza forze, come se le loro energie fossero scomparse: gli elettroni hanno subito l’annichilamento! E allora, domandiamoci che cosa agisce sugli elettroni mettendoci in uno stato di reattività fino al punto da farci innamorare, e che cosa invece li rende per così dire inerti, per cui noi restiamo freddi e razionali. L’attrazione è fortissima all’inizio, quando i due partner si conoscono poco o niente, ma non regge all’usura del tempo. M’innamoro perché vedo una persona attraente, cioè una donna (o un uomo) che mi ‘resiste’, letteralmente non cade facilmente nelle mie ‘orbite’ e perciò mi fa sognare e mi fa spasimare. Eppure, se la stessa identica persona cadesse subito nelle mie braccia, perderebbe immediatamente il suo potere attrattivo e seducente, come ben sanno per istinto e per esperienza tutte le donne! Alla donna moderna il ruolo di preda, ovviamente, non piace per niente, anzi la manda in bestia, ma la verità è quella di sempre ed è bene che le adolescenti benintenzionate se ne rendano conto quanto prima possibile: agli uomini piace andare a caccia (4) e si affezionano soltanto quando la conquista è lenta, difficile ed incerta, ossia quando incontrano… ‘resistenza’.

4. L’agitazione molecolare

L’energia, sia luminosa che termica, che ci proviene dal sole sotto forma di energia raggiante o elettromagnetica, è la più importante fonte di energia perché consente la manifestazione stessa della vita. Gli esseri umani per sopravvivere e riprodursi hanno bisogno di energia sotto forma di calore. Un corpo caldo è predisposto naturalmente ad innamorarsi, mentre è difficile far innamorare una persona fredda. Il caldo primaverile, dopo la lunga pausa invernale, risveglia la natura facendo scoccare, puntualissima, la scintilla dell’amore in tutti gli esseri viventi. Non a caso gli amori più numerosi, intensi e passionali sbocciano sotto il solleone! La vita è movimento ed il movimento è dovuto all’energia, quindi al moto degli elettroni che sono dotati di proprietà elettriche, attrattive o repulsive a seconda dei casi. Gli atomi e le molecole di tutti i corpi sono incessantemente animati da un moto caotico che determina la cosiddetta temperatura dei corpi. Se aumenta la temperatura di un corpo, aumenta anche l’agitazione termica delle sue molecole e atomi, mentre se il corpo si raffredda, l’agitazione termica diminuisce. L’energia interna di un corpo è legata alla sua temperatura. Tutto questo è noto. La novità sta nel fatto che questo discorso vale per tutti i generi di corpi, compreso il corpo umano! Noi abbiamo bisogno di introdurre alimenti per tenere costante la temperatura del corpo e abbiamo bisogno di indumenti caldi per proteggerci dal freddo. (Anche gli alberi, per sfuggire ai rigori invernali, durante l’autunno si rivestono di uno strato coibente di tessuto morto –sughero- che poi perdono in primavera). Il corpo umano deve mantenersi costantemente intorno ai 37°C, valore che in genere è piuttosto alto rispetto alla temperatura ambiente, e non può discostarsene altrimenti la frequenza di oscillazione delle sue molecole e atomi potrebbe scendere o salire oltre la soglia vitale! Una temperatura corporea così alta serve a mantenere in agitazione gli elettroni del corpo umano, ossia a facilitare le reazioni di ossidoriduzione che avvengono nel nostro organismo. La respirazione, che serve proprio a riscaldare il corpo, è un processo biochimico che avviene ad opera di enzimi, i quali diventano inattivi al di sopra e al disotto di un certo grado di temperatura. L’esperienza insegna che aumentando la temperatura aumenta la velocità di qualunque reazione chimica (fino a un valore critico), mentre se la temperatura è bassa le reazioni non avvengono. Il frigorifero ci consente di conservare gli alimenti, cioè di evitarne le alterazioni, proprio perché il freddo impedisce le reazioni chimiche. Possiamo renderci conto dell’importanza dell’agitazione molecolare considerando i tre stati fisici dell’acqua: anche intuitivamente capiamo che nel vapore le molecole d’acqua sono in massima agitazione, mentre nel ghiaccio la loro agitazione è minima! Siccome la velocità delle reazioni chimiche dipende dal calore, e dato che esistono recettori chimici caratteristici per ogni tipo di emozione (5), mi sembra logico dedurre che le nostre emozioni aumentano al crescere della temperatura. Come a dire che d’inverno siamo più assennati, mentre d’estate siamo più agitati o un pochino… pazzi! La mente, infatti, è fredda e razionale, ma quando si riscalda diviene preda delle emozioni e diventa irrazionale. Quanto agli elettroni che entrano in gioco nelle reazioni di ossidoriduzione del nostro organismo, è evidente che la loro agitazione aumenta quanto più siamo nervosi o affaticati, mentre diminuisce quando siamo sereni e riposati.

5. L’innamoramento

Un giovane s’innamora di una donna bella (o viceversa) e siccome non la conosce ancora a fondo, finisce per idealizzarla, anche perché non è possibile accarezzarla subito come il suo istinto primordiale vorrebbe. Anzi, almeno all’inizio del corteggiamento si sente respinto, perché nessuna donna avveduta dice subito sì. È necessario non dire subito se si vuole fare in modo che l’infatuazione si trasformi in attaccamento. L’incertezza fa stare sulle spine ed eccita i neuroni (e gli elettroni) del giovane innamorato che non sapendo cosa fare, finisce spesso, come suol dirsi, col perdere la testa. È importante però tener presente quanto scrive Giulio Cesare Giacobbe nel saggio ‘Alla ricerca delle coccole perdute’ (6): «Essere innamorati non è amore: è bisogno di essere amati». Secondo il suddetto autore, l’innamorato/a, in buona sostanza, è un bambino/a alla ricerca di attenzioni e coccole. Ecco perché, nel caso in cui la donna dicesse subito sì al suo corteggiatore, lo farebbe a suo danno perché il giovanotto, preso quello che c’è da prendere…, perderebbe in breve tempo ogni interesse. Insomma, la conquista facile fa cessare il desiderio perché l’innamorato, come si è detto, è alla ricerca di attenzioni e coccole! E ovviamente, se questo suo bisogno viene subito appagato, il giovanotto si mette alla ricerca di nuove coccole…. Non dobbiamo dimenticare che è sempre la scarsità (e peggio ancora la mancanza o l’indisponibilità) che conferisce valore e attaccamento sia alle persone che alle cose, e soltanto la difficoltà e l’incertezza della conquista, ossia le resistenze in generale, ci accendono letteralmente il cuore di passione. Come è noto, l'innamoramento dipende da meccanismi tensionali: più l'altro/a si nega, più diventa un simbolo importante nella mente dell'innamorato/a. L'inconscio trae la sua energia da eventi carichi di energia emotiva, ovvero dalle ‘resistenze’ e difficoltà da superare. Quindi più qualcuno si nega, però senza esagerare, più diventa per noi un potente simbolo da conquistare, perché tale simbolo si impossessa dei nostri pensieri come un blocco psichico e/o energetico. (Il meccanismo del blocco mi fa pensare a un ponte in costruzione che blocca l’avanzata, la realizzazione del desiderio, da qui il circolo vizioso, il blocco dei pensieri sullo stesso soggetto, fino a quando non si riesce a realizzare la costruzione del ponte, ossia la sinapsi tra due o più neuroni). I seduttori hanno buon gioco delle loro vittime grazie al meccanismo della penalizzazione: un giorno riempiono la donna di attenzioni, il giorno dopo la ignorano.

6. L’alchimia dell’innamoramento

Ma cosa avviene nel nostro organismo per effetto dell’innamoramento? Le molecole e gli atomi –e più brevemente gli elettroni- in tali circostanze entrano in uno stato di forte agitazione, il che aumenta la temperatura del nostro corpo. Ed infatti, non a caso si parla di ‘febbre’ d’amore che non ci consente più di ragionare! Venendo a contatto con una persona attraente dell’altro sesso, ci prepariamo a ‘reagire’ quasi come fanno le sostanze chimiche. È l’eccitazione -leggi anche l’agitazione molecolare- con il calore che ne consegue, che prepara i due corpi ad unirsi. Ma una volta coronato il sogno d’amore, l’innamorato ritorna gradualmente allo stato ‘normale’, cioè non più eccitato, e altrimenti detto, si ‘raffredda’. Mentre il caldo provoca dilatazione dei corpi ed eccitazione, e perciò spinge verso gli altri, il freddo provoca contrazione, solitudine, in quanto riduce l’agitazione molecolare e impedisce l’estrinsecazione dell’amore, cioè il bisogno di legarci a un’altra persona ‘immobilizzando’ gli elettroni ed i relativi processi biochimici. Tutte le passioni si esauriscono, anche la vita si ‘spegne’, come si spegne una lampadina interrompendo il flusso degli elettroni. L’amore finisce quando tutte le illusioni ed i bisogni sono stati soddisfatti, ma possiamo anche dire che ci disamoriamo quando gli stimoli negativi superano quelli positivi. In particolare, il senso del proibito e/o del nuovo gioca un ruolo eccitatorio fondamentale in campo amoroso/erotico, per cui è inevitabile il graduale crollo dell’attrazione sessuale quando le proibizioni o/e le novità (provenienti dal partner) sono cessate. Per tali motivi, all’interno del matrimonio l’attrazione fisica tende a diminuire col passare del tempo, e contemporaneamente aumenta l’interesse verso altri potenziali partner. Il potere attrattivo di un partner, a parità di altri fattori, sembra essere direttamente proporzionale alla sua indisponibilità/disponibilità, fattore questo che ‘accende’ la fantasia ed il desiderio tanto negli uomini che nelle donne. L’indisponibilità, quando lascia una porta aperta, cioè quando non è assoluta, ha una parentela stretta con il senso del proibito e/o del nuovo e con ciò che ci oppone resistenza. In generale, le cose che potremmo avere ma che allo stesso tempo non riusciamo a fare nostre, ci sembrano meravigliose perché ci fanno fantasticare e sognare, ci entusiasmano e ci ‘accendono’ di passione: insomma ci eccitano. Il che significa che gli elettroni del nostro corpo si agitano più velocemente. Tutto quello che ci manca (sia persone che cose) crea un vuoto dentro di noi, una depressione che inghiotte letteralmente i nostri pensieri, i quali hanno appunto il compito di colmare il vuoto, ossia risolvere i problemi costruendo un ponte di collegamento per andare oltre; ma molte volte non ci riescono, e comunque non ci riescono subito. Ma una volta raggiunto l’obbiettivo, una volta completata la costruzione del ponte, ossia la sinapsi che ci consente di andare oltre, ci ‘raffreddiamo’ e così finisce l’eccitazione e finisce anche il desiderio generato dal vuoto, dalla mancanza: al di là del ponte ci appare un ‘ambiente’ nuovo, una vista nuova che provoca la nascita di nuovi desideri. Com’è noto, l’esultanza sta lungo il percorso, ma termina al capolinea. Sembra che i pensieri non sappiano fare altro: desiderare, desiderare, desiderare, ossia avanzare, ampliarsi, costruire nuove sinapsi, nuovi ponti di collegamento, ossia acquisire conoscenze in settori sempre più vasti e parallelamente impossessarsi di cose materiali sempre più abbondanti. Ritornando all’innamoramento, ci rendiamo conto che esso è fortemente influenzato dall’energia termica. Il calore attiva infatti gli atomi e gli elettroni accelerando le reazioni biochimiche e aumentando l’energia interna dei corpi, cioè la forza di attrazione che ci induce a cercare un legame amoroso con un’altra persona. È proprio per questo motivo, secondo me, che in primavera-estate sbocciano tanti amori: l’energia in eccesso crea una tensione che deve essere scaricata al più presto possibile. Potremmo dire che due persone ‘interagiscono’ proprio come due sostanze chimiche ‘reagiscono’ tra loro, trasformandosi, come per magia, in un prodotto completamente nuovo. Anche la fusione di un corpo maschile con un corpo femminile provoca un autentico prodigio: la nascita dei bambini! L’alchimia dei sentimenti umani sembra obbedire perciò alle stesse leggi che governano le reazioni chimiche, perché in entrambi i casi avvengono processi di ossido-riduzione che sono favoriti dal calore. Giova qui citare Jeffrey Satinover, che nel suo saggio ‘Il cervello quantico’, così scrive (7): «Nelle reti viventi l’equivalente di una piattaforma vibrante viene fornito semplicemente dal movimento altalenante di atomi e molecole, ovvero dal calore. L’energia che mantiene la temperatura del nostro corpo intorno ai 37 gradi viene utilizzata dal cervello per mantenere i neuroni in uno stato di costante reattività, pronti a scattare».

7. La resistenza elettrica

Le prove a sostegno di una teoria sono rappresentate, come sempre, dalla sua applicazione pratica. Ora io sostengo che la causa prima dell’innamoramento e/o dell’attrazione erotica è l’eccitazione degli elettroni del nostro corpo e sostengo che l’amore in senso lato è sempre preceduto e/o accompagnato da una reazione termica del corpo. Ciò equivale a dire che nei Paesi caldi e nei mesi primaverili-estivi, si è più inclini ad amoreggiare e a fare sesso, mentre nei Paesi freddi, e nei mesi autunno-invernali, si pensa soprattutto a lavorare. Ed allora, la domanda più appropriata a dimostrazione di questa teoria potrebbe essere la seguente: come si può suscitare l’amore in un partner freddo in funzione degli elettroni? Ed ancora: cosa dovrei fare per piacere di più al mio partner? Cosa si deve fare quando il marito (o la moglie) ci manca di rispetto? È noto che l’attrazione fisica si indebolisce col trascorrere del tempo passato insieme. Per evitare che ciò accada, è necessario ravvivarla ‘imitando’ il principio della resistenza elettrica. In tal modo si diventa magicamente più importanti agli occhi della persona amata e ritorna il colloquio all’interno della coppia! Quando incontriamo un po’ di ‘resistenza’ ci rendiamo conto che non possiamo essere assolutamente ‘sicuri’ della nostra relazione, nasce così la paura di potere perdere il proprio partner, per cui la sua resistenza ce lo fa apparire prezioso e insostituibile! È noto che la resistenza elettrica è l’attrito che il flusso di elettroni incontra passando attraverso un circuito: non potendo muoversi velocemente a causa della resistenza intrinseca del materiale, gli elettroni liberi urtano contro gli atomi e per effetto degli urti e dell’attrito, la loro energia si trasforma in calore. In pratica, è ciò che accade, per esempio, nel ferro da stiro, nella stufa elettrica, nello scaldino e nella lampadina a incandescenza. Giova sottolineare che nella febbre (che è una infiammazione del sangue che si manifesta con una forte accelerazione del polso e della respirazione e con la secchezza della bocca) l’aumento della temperatura corporea è causata proprio da una forsennata agitazione degli elettroni conseguente a processi biochimici molto più veloci indotti dal sistema immunitario. Dunque, in fisica si ottiene calore dalla resistenza elettrica perché gli elettroni passano ad uno stato di forte agitazione; ugualmente, in campo amoroso, facendo resistenza, mettiamo in agitazione il partner, generando in lui attraverso l’agitazione dei suoi elettroni, l’eccitazione, il calore, il desiderio, l’amore, anche se prima si mostrava freddo e scostante.

8. La resistenza amorosa

Ma in che modo possiamo mettere in atto la resistenza in campo amoroso? La resistenza in amore si attua con i silenzi e mostrandoci freddi (in mancanza di sorprese, di regali e di attenzioni); non facendoci vedere o sentire per un certo tempo (quando non ci sentiamo apprezzati abbastanza); in altri casi, si ottiene lo stesso scopo civettando per fare ingelosire il partner; ed ancora evitando di baciarlo o di fare sesso. Quando le attenzioni diventano abituali, scontate, non sono più apprezzate, anzi finiscono per dare fastidio, ma non appena vengono meno, ci rendiamo conto quanto ci mancano. Si dice infatti che in amore vince chi fugge. Ancora più eloquente è l’espressione che utilizza Giulio Cesare Giacobbe nel testo già citato: «Le donne sono fatte così: più le cerchi più ti mandano al diavolo; più le mandi al diavolo più ti cercano». Secondo me, è il troppo che storpia, come per esempio stare continuamente appiccicati al partner, e peggio ancora quando lo si asseconda sempre, o al contrario l’assoluta mancanza di coccole, di novità, di sorprese e di regali! Applicando il principio della resistenza, si verifica quasi subito un’inversione dei ruoli tra i due partner, ponendo quello debole in uno stato di superiorità e quello forte in uno stato di inferiorità. In quest’ultimo, il brusco calo dell’autostima, con l’incertezza e l’agitazione che ne conseguono, provoca l’eccitazione ed il calore necessario, fattori che lo predispongono all’amore, dunque a ‘reagire’! Una persona fredda è indifferente, non reagisce, quindi non può legarsi e tanto meno fare sesso, proprio come due sostanze chimiche non reagiscono se la temperatura è bassa. All’uopo, giova ricordare che le femmine dei mammiferi si accoppiano soltanto quando sono in… calore! A tale proposito, è interessante osservare una cagna in calore che prima di accoppiarsi porta il ‘pretendente’ di qua e di là, come se sapesse che sottraendosi abilmente all’ultimo momento… l’eccitazione del maschio raggiunge l’acme. La stessa donna, se prima non si ‘riscalda’ letteralmente con baci e carezze e con belle parole, non si lascia andare. A volte occorre la classica cenetta, che genera calore, tanto calore, per vincere le ultime resistenze…. Naturalmente, non dimentichiamo che anche l’uomo necessita di eccitazione per compiere la penetrazione; e la sua eccitazione è forte non solo con una partner nuova, ma anche con quella solita che sa essere irresistibile e seducente: ossia quella che non si concede subito, che sa fare ‘resistenza’! È la resistenza della partner che crea l’eccitazione e il desiderio, è la resistenza che provoca l’afflusso di sangue nei corpi cavernosi! È evidente che il calore abbassa le difese mentali predisponendo il corpo a ‘unirsi’ ad un altro corpo. Senza calore non c’è vita, non ci sono avance, non ci sono rapporti, ma è anche vero che esso spesso ci rende vulnerabili emotivamente e bisognosi di coccole, proprio come quando abbiamo la febbre! Soprattutto quando fa troppo caldo e l’aria è irrespirabile, l’agitazione eccessiva degli elettroni indotta dal processo biochimico della termoregolazione, ci provoca spossamento, per cui diventiamo lamentosi, nervosi e instabili. È quello che succede anche a seguito di insuccessi: una agitazione troppo forte spesso provoca l’annichilamento degli elettroni, il che ci fa sentire impotenti e senza energie. Ricordo che elettrone è appunto sinonimo di energia. Quando la febbre è alta ricorriamo alla borsa di ghiaccio sulla testa. Non so dove ho letto che i pazzi esagitati sono sottoposti ad una doccia ghiacciata: evidentemente occorre abbassare di parecchio la temperatura del loro corpo per farli stare buoni. Ribadisco: la mente è fredda e razionale, ma quando si riscalda (come a seguito di raptus, collera, gelosia, ecc.) diventa irrazionale. (Il che non esclude che possano essere consumati efferati delitti contro l’umanità con assoluta freddezza e premeditazione). In generale, tutte le volte che ci sentiamo agitati, potrebbe bastare una lavata di faccia con acqua fredda per ritrovare l’equilibrio. L’acqua che si fa bere a chi ha subito una forte emozione ha appunto un effetto rasserenante. Ma ritornando all’amore, cosa dovremmo fare per far innamorare la persona che ci interessa? Dobbiamo sollecitare i suoi elettroni mettendola in agitazione con messaggi abilmente contrastanti: un passo avanti e due indietro, suggeriscono gli autori di ‘Tattiche d’amore’ (8), e dobbiamo allo stesso tempo rallentare i nostri elettroni, per poter continuare a ragionare restando relativamente freddi. Un modo di fare del genere è scioccante, immorale, cinico? In realtà le femmine, favorite dalla natura da una maggiore freddezza rispetto ai maschi, usano spontaneamente questa tattica che consente loro di scegliere con tutta calma il ‘partito’ migliore! Tuttavia, l’amore è così coinvolgente che non consente di giocare con i sentimenti altrui e avvolge nei suoi tormenti anche i furbi e i duri! Ovviamente, quando la donna s’innamora perde la sua proverbiale freddezza, intesa sia in senso fisico che psichico, e diventa anch’essa vulnerabile; e lo è ancora di più se il suo amore non è corrisposto, e peggio ancora se viene lasciata!

Conclusioni

La teoria e la pratica confermano che la resistenza del partner femminile - finta o reale che sia - fa scattare come per incanto l’eccitazione e il desiderio nel partner maschile ed è perciò tanto più necessaria quanto più la coppia è avanti negli anni. Occorre sapersi rendere indisponibili per farsi desiderare, bisogna allontanarsi (ogni tanto) per restare accanto. La vicinanza, alla lunga, stanca e separa. Persino le pietre di un maestoso palazzo finiscono per separarsi tra loro e sgretolarsi, perché la malta che le univa, col tempo, si ‘ossida’: il processo ossidativo provoca la perdita del potere ‘legante’! Infatti l’ossidazione è una perdita di elettroni, ossia di energia. Gli elettroni rappresentano dunque la malta, il cemento, l’energia psico-fisica che unisce gli innamorati, le pietre di un palazzo e… tutte le cose del creato.

In conclusione, l’amore sembra dipendere, dall’inizio della passione fino al suo completo esaurimento, dal chimismo degli elettroni ed in particolare dalle reazioni di ossidoriduzione e dall’agitazione molecolare dell’organismo umano. Il calore svolge un ruolo importante nell’amore, ma è bene precisare che il caldo, da solo, non basta: infatti nelle coppie avanti negli anni c’è calore e affetto e tuttavia scarsa attrazione sessuale. L’attrazione però è sicuramente più forte verso ‘altri’ potenziali partner, non perché siano necessariamente e effettivamente più belli e più attraenti, ma perché gli ‘altri’ (o le ‘altre’) sono poco disponibili o meno usufruibili; dunque rappresentano una ‘resistenza’ sicuramente più efficace rispetto alla propria compagna che ha il torto di essere sempre disponibile.

Il fattore fondamentale che scatena l’innamoramento iniziale e mantiene a lungo l’attrazione amorosa/erotica per uno stesso partner, secondo la mia convinzione, è dunque la ‘resistenza’ del partner. In particolare, la resistenza e/o indisponibilità della femmina, intesa nel senso di abili rinvii allo scopo di sottrarsi momentaneamente al fine di non ‘concedersi’ subito, probabilmente stimola i circuiti nervosi e/o il sistema endocrino del maschio, ossia accelera le reazioni biochimiche di ossidoriduzione e aumenta l’agitazione molecolare del sangue scatenando l’eccitazione e il calore in tutto il corpo, quindi la passione e il desiderio erotico.

La resistenza della femmina accelera le reazioni biochimiche in modo ottimale e prepara i due corpi a ‘congiungersi’ per scaricare l’eccesso di energia psico-fisica e quindi riprodursi; proprio come la resistenza elettrica provoca una forte agitazione degli elettroni liberi al punto da rendere incandescente una lampadina elettrica. La resistenza, in generale, rimette in agitazione gli elettroni, li rende più attivi, dunque promuove la vita!

Secondo me, senza resistenza amorosa non può nascere l’amore, così come senza resistenza elettrica non ci può essere sviluppo di calore. Ma ovviamente ogni cosa deve essere proporzionata: se la resistenza è eccessiva, la corrente non passa, gli elettroni restano bloccati e non si sviluppa calore; e ugualmente non nasce l’amore.

Bibliografia 1. Pasquale Foglia –L’aspetto pratico esistenziale degli elettroni – Ricerca ’90, nn. 62,63,64/2005; 2. Enciclopedia della scienza e della tecnica –De Agostini; 3. Giulio Cesare Giacobbe - Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita – Ponte alle Grazie; 4. Greg Behrendt –Liz Tuccillo – La verità è che non gli piaci abbastanza – Salani Editore; 5. Joe Dispenza – Il cervello. Dove scienza e spirito di incontrano – Macro Video; 6. Giulio Cesare Giacobbe – Alla ricerca delle coccole perdute – Ponte alle Grazie; 7. Jeffrey Satinover – Il cervello quantico - Macro Edizioni; 8. Mcknight - Phillips - Tattiche d’amore – TEA.-

http://astrologiascientifica.piuchepuoi.it/

e-mail: pfoglia2@libero.it



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