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Deficit d’attenzione e iperattività


Fiamma Ferraro - 01/01/2016

L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) conosciuto come Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo.

 

Questo problema, la cui frequenza sta aumentando ad un ritmo che non cessa di stupirmi, si ripropone infatti con particolare intensità in questo periodo, in cui i bambini a scuola, anziché muoversi molto (com’è nella natura dei bambini che dovrebbero poter sfogare maggiormente le loro grandi energie) devono invece, a quanto ci si attende da loro, in non poche scuole, restare pressoché immobili nei banchi e prestare un’attenzione ininterrotta per ore alle lezioni

 

Come scrivevo in uno dei miei Notiziari di qualche anno fa: “ Uno dei problemi la cui frequenza nei bambini sta aumentando ad un ritmo esponenziale è il disordine di deficit d’attenzione ed iperattività (ADHD).

Ne ho parlato in vari precedenti numeri del Notiziario mettendo in rilievo che, per certi aspetti, si tratta di una delle numerose “malattie inventate”, causata in buona parte dalle condizioni innaturali in cui i bambini, che per natura hanno bisogno di sfogare le loro grandi energie correndo e saltando, sono al giorno d’oggi già in tenera età tenuti immobili nei banchi di scuola per molte ore; ed anche a casa, in condomini in cui non devono dar fastidio al vicino del piano di sotto, non possono correre e saltare e si abituano a trascorrere molte ore immobili davanti alla televisione e con videogiochi.

Nel mio libro “Attacco all’Asma… e non solo” ho spiegato diffusamente come la mancanza di movimento al giorno d’oggi sia uno dei motivi fondamentali del deterioramento del riflesso respiratorio automatico; il “respiro corto” proprio di numerosi bambini può essere collegato, (come confermato da quanto osservato da Wim Wenger decenni prima che il problema dell’ADHD nei bambini venisse delineato) al problema del deficit d’attenzione ed iperattività in questi bambini. Vi sono tuttavia indubbiamente anche altri fattori in gioco in relazione alla tematica dell’ADHD,….”

 

 

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Riprendendo ora, appunto questa tematica, torno a mettere in rilievo che, se è vero che l’ADHD (o un quadro sintomatico simile all’ADHD) può in alcuni casi essere provocato dalle innaturali condizioni di immobilità in cui bambini al giorno d’oggi trascorrono buona parte della giornata (ed infatti in alcune sperimentazioni effettuate in Germania si è visto che questo problema si attenuava molto quando l’insegnamento nelle elementari era impartito interrompendo ogni ora le lezioni con dei giochi in cui i bambini effettuavano un movimento intenso), è tuttavia anche vero che purtroppo non sono pochi nemmeno i casi di ADHD in cui far muovere di più i bambini non è sufficiente. Entrano infatti in gioco anche altri fattori, diversi dalla mancanza di movimento, da identificare e correggere.

 

Il metodo Buteyko può aiutare

Una domanda che mi viene posta spesso è se il metodo Buteyko possa essere utile anche per i bambini alle prese con il disturbo dell'attenzione e l'iperattività.

Indubbiamente, l’ottimizzazione della respirazione potrebbe essere utile anche in questi casi, poiché porta ad una migliore ossigenazione del cervello.

Inoltre il miglioramento della respirazione/ossigenazione influisce favorevolmente sul riassestamento del sistema ormonale, della produzione di endorfine, d’energia e molto altro.

 

Il problema pratico è tuttavia che è spesso difficile indurre questi bambini ad impegnarsi in un programma di esercizi respiratori. In questi casi può quindi essere preferibile prendere prima di mira altri fattori tra cui l’alimentazione.

Anche se in genere dico che il primo fattore da migliorare è il modo di respirare, che è ancora più importante del modo di mangiare, in questi casi invece (quando non si riesce ad ottenere che il bambino si concentri ed impegni negli esercizi di respirazione) occorre prendere prima di mira la tematica dell’alimentazione, ed inoltre quella dell’attenuazione del carico di tossine ambientali alle quali al giorno d’oggi siamo tutti esposti. Queste tossine spesso si accumulano appunto nel tessuto grasso del cervello, ed occorre comunque guardare con attenzione all’argomento delle neurotossine.

 

Alimentazione consapevole

Le abitudini alimentari sono quindi fondamentali: qual è quindi la giusta alimentazione per i nostri bambini?

 

Di notevole importanza è a questo proposito la quantità e qualità dei grassi alimentari.

Mentre la medicina ortomolecolare già decenni fa, dedicando molta attenzione ai problemi comportamentali nei bambini, aveva segnalato la necessità di assumere dosaggi elevati di alcune vitamine e minerali, osservo ora che occorre dedicare attenzione, come dimostrato dalle ricerche e sperimentazioni più recenti, in particolare anche alla quantità e qualità dei grassi, argomento sul quale circolano purtroppo numerosi luoghi comuni infondati, che è importante mettere in luce.

Per capire l’importanza dell’argomento in particolare in relazione a problemi comportamentali e di buon funzionamento del cervello e sistema nervoso basta pensare che l’80% della materia solida del nostro cervello è formata da lipidi (grassi).

 

 

 


 

 

 

 


Fiamma Ferraro
 È  laureata in medicina e scienze mediche in Irlanda. Ha completato la formazione specifica in medicina generale e ha conseguito titoli in... Leggi la biografia
 È  laureata in medicina e scienze mediche in Irlanda. Ha completato la formazione specifica in medicina generale e ha conseguito titoli in scienza della nutrizione e terapia chelante in Germania, omotossicologia, fitoterapia e ozonoterapie presso le Università di Siena e Firenze, psicofarmacologia con l'Università di Harvard (USA) e... Leggi la biografia

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